Prime certezze dopo lo spoglio dei voti per le elezioni amministrative in Trentino Alto Adige, che ieri, domenica 4 maggio, hanno riguardato 265 Comuni in totale.
Su tutti, i capoluoghi: Bolzano e Trento, città più volte protagoniste delle pagine di questa testata in quanto capoluogo delle due province autonome omonime, che hanno applicato una stringente regolamentazione del gioco legale, tema che però non sembra particolarmente centrale nei vari programmi elettorali presentati.
Cominciamo da Bolzano, “culla” della questione territoriale fin dal 2010, con l'introduzione di un distanziometro che vieta l'esercizio delle attività di gioco a meno di 300 dai “luoghi sensibili” che ha fatto scuola – dando anche il via a una infinita serie di ricorsi ai tribunali amministrativi, non ancora esaurita. Senza dimenticare che con la legge provinciale n. 18 del 2017 è stata trasferita ai Comuni la competenza per l’autorizzazione delle sale giochi.
Qui sarà necessario andare al ballottaggio, il 18 maggio, per designare il sindaco che prenderà il posto di Renzo Caramaschi, di centrosinistra e non più ricandidabile.
Fra i papabili in lizza alla tornata di ieri, il più votato è stato Claudio Corrarati, sostenuto da Fratelli d'Italia, Lega, FI, Civica per Bolzano-Corrarati sindaco, con il 36,3 per cento. Il suo obiettivo? “Cambiare Bolzano”, lavorando in primis su snellimento della burocrazia, progettualità a lungo termine per le grandi opere, impegno nel sociale, mobilità, attenzione ai giovani e lotta contro l’abbandono dei rifiuti.
Dietro di lui, con il 27,3 percento, Juri Andriollo, espressione del blocco composto da Partito democratico, Verdi, Socialisti, Lista Caramaschi, Restart, Rifondazione comunista e Sinistra Italiana, che ha alle spalle un mandato da assessore comunale alle Politiche sociali, al tempo libero e allo sport. Per il mandato da sindaco invece ha proposto un manifesto elettorale intitolato “Coraggio, visione, responsabilità ambientale”, manifestando una forte attenzione per l'emergenza abitativa nella città trentina, gli spazi verdi, la sicurezza, la diffusione della cultura.
A Trento invece si registra la riconferma per il sindaco uscente, Franco Ianeselli, eletto con il supporto di Partito democratico Campobase, Verdi e Sinistra e le civiche Sì Trento, Insieme per Trento e Intesa per Trento, che ha incassato il 54,61 percento delle preferenze contro il 26,69 della diretta sfidante, Ilaria Goio, scesa in campo per la coalizione di centrodestra autonomista, composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Un distacco di ben 28 punti, che non ammette dubbi né recriminazioni.
Ovviamente compiaciuto Ianeselli, che venuto a conoscenza dei risultati elettorali ha dichiarato: “Sono soddisfatto, perché una riconferma al primo turno in una città che sta vivendo dei cambiamenti grandi non è scontata. Avendo parlato alla città e avendo dimostrato serietà e coraggio, credo che questo sia stato premiato”.
Il primo cittadino si è candidato con una programma aperto dalla frase “Impegnarci per Trento ci fa stare bene”, a delineare lo spirito di un piano d’azione in 16 capitoli, in cui si parla di una città per i bambini e per i giovani, nuovi spazi per l’abitare, protezione e valorizzazione dell'ambiente, cultura come lievito per la città, innovazione e pari opportunità, fra l'altro. Ma senza citare il gioco, dopo che alla tornata elettorale del 2020 Ianeselli aveva sostenuto “con convinzione” l'attuale legge provinciale in materia e la necessità di limitarlo. h