"La cattiva notizia chiaramente è che, purtroppo, alcune delle categorie in qualche modo sostenute con questo fondo continuano a rimanere chiuse. Faccio riferimento alle sale da ballo e discoteche. La bella notizia, se vogliamo dire così, è che, proprio in queste ore, o meglio, appena prima di entrare in Aula, anche il ministero dell’Economia e delle finanze ha firmato il decreto che permette di utilizzare i 140 milioni che il Parlamento ha messo a disposizione a questo scopo e che si riferiscono - lo ribadisco - ad attività che sono rimaste chiuse per un periodo superiore ai 100 giorni, a impianti sportivi, palestre, parchi tematici, discoteche, sale da ballo".
Inizia così la risposta del ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, all'interrogazione presentata da alcuni deputati della Lega, avente ad oggetto “Elementi in merito all’attuazione degli strumenti di sostegno alle attività economiche chiuse a causa delle misure restrittive relative all’emergenza Covid-19, con particolare riferimento alle discoteche e alle sale da ballo – 3-02476”, ma fra le quali si annoverano anche le location di gioco con vincita in denaro.
Nel ricordare le tempistiche, Giorgetti sottolinea che "il Parlamento ha enucleato una garanzia minima di stanziamento proprio per il settore delle discoteche e sale da ballo che, ancora oggi, al mese di settembre, giorno 8, sono quelle, purtroppo, impedite nella loro attività.
Il decreto va chiaramente agli organi di controllo. Auspichiamo che la Corte dei conti lo possa licenziare in tempi rapidissimi; a questo scopo, abbiamo già avviato contatti. Abbiamo previsto una procedura anche accelerata e molto semplificata per l’erogazione, dal momento in cui anche gli organi di controllo avranno dato il via libera alla misura".
Le misure contenute "si differenziano sostanzialmente per le attività ancora chiuse, cioè le discoteche; c’è un’entità minima garantita a tutti i soggetti interessati, mentre, per quanto riguarda tutte le altre attività che hanno avuto una chiusura limitata - perché adesso hanno potuto, in condizioni di difficoltà, ripartire -, un contributo scaglionato in funzione dei proventi. Questo è un fondo chiuso per definizione, ma aperto in prospettiva, nel senso che è evidente che, se la situazione non evolve in senso favorevole, dovrà essere in qualche modo rifinanziato, per continuare a dare garanzie e sostegno agli operatori che sono stati così duramente colpiti".
LA REPLICA DI CARRARA (LEGA) – In rappresentanza dei colleghi leghisti, il deputato Maurizio Carrara commenta così le parole di Giorgetti. “Ministro, siamo soddisfatti della sua risposta come sempre chiara ed esaustiva. È evidente che la pandemia ha mandato in crisi molti settori economici, ma ci sono settori che hanno pagato più a caro prezzo, perché sono stati privati della possibilità di riaprire, di generare flusso di cassa, di riportare al lavoro i propri dipendenti. Questi imprenditori, inoltre, hanno sostenuto costi per mettersi in regola con i protocolli sanitari necessari per le riaperture, sforzi che, poi, sono stati vanificati dalla mancanza delle riaperture. La Lega si è sempre dimostrata sensibile e attenta sul tema, sollevando a più riprese la questione. Oggi, allora, salutiamo con entusiasmo la creazione di questo fondo dedicato a quelle attività che il Governo ha mantenuto chiuse da decreto. Questo è un fondo voluto da lei, Ministro, che definisce ed indica il giusto percorso per tutelare queste categorie. Colgo l’occasione per ringraziarla nuovamente per il lavoro svolto, con l’auspicio e l’impegno che questo Governo continui su questa falsariga, mettendo in campo tutte quelle risorse e quei provvedimenti necessari per tutelare le attività che hanno pagato il più caro prezzo da questa emergenza economica”.