Nel corso del panel su "Il contributo privato alla valorizzazione" un po' scherzosamente l'hanno chiamato "lodo Frosini". Si tratta della proposta, lanciata oggi, 15 novembre, dal responsabile Public affairs and media communication di Igt, Giuliano Frosini, di istituire una sorta di tassa di scopo, magari legata a qualche tipo di lotteria, per "destinare una parte di utili erariali ad attività specifiche di sostegno alla cultura", un po' come avviene in Inghilterra con la lotteria Camelot.
Una proposta che ha trovato anche più di qualche parere favorevole tra i partecipanti all'evento, realizzato dalla testata online "The Watcher Post" per creare un'opportunità di confronto tra decisori pubblici e stakeholder, anche privati, sugli interventi da mettere in campo, attraverso nuove forme di collaborazione tra attori pubblici e privati, per sostenere il rilancio del settore della cultura, che è stato duramente colpito dalla pandemia.
Con la moderazione del direttore di The Watcher, Piero Tatafiore, sono intervenuti Lucia Borgonzoni, sottosegretaria al ministero della Cultura, Massimo Osanna, direttore generale Dg Musei, ministero della Cultura, Paola Frassinetti, vice presidente della commissione Cultura della Camera dei Deputati, Michele Anzaldi e Rosa Maria Di Giorgi, della commissione Cultura della Camera dei Deputati, Maria Saponara, della commissione Istruzione del Senato, Domenico De Bartolomeo, vice presidente Ance e Giacomo di Thiene, presidente Adsi.
Ma partiamo dall'intervento di Frosini: "Lavoro per un’azienda che appartiene al settore delle lotterie pubbliche", precisa Giuliano Frosini iniziando il suo intervento, "un settore contrastato nel periodo recente, ma che ha avuto una storica identità nel sostegno al mondo della cultura. Sin dal 1996, la legge Veltroni destinava una porzione degli utili del gioco del Lotto a sostegno e alla valorizzazione di beni monumentali del patrimonio artistico. Una grande parte delle straordinarie bellezze che oggi possiamo visitare, sono state restaurate con questi fondi. Successivamente, a seguito di una serie di motivi, tra cui il contrasto che si è creato verso il settore dei giochi pubblici, ha fatto affievolire questo intervento. Fino al 2018 quando il decreto Dignità ha vietato la possibilità ad alcuni settori di poter intervenire a sostegno delle iniziative anche della cultura. Ha vietato le sponsorizzazioni. Questo è un problema che riguarda il settore del gioco che è para-pubblico, basato sul meccanismo concessorio, un meccanismo dell’appalto del pubblico, con una traslazione di poteri pubblici e privati".
Secondo Frosini "sarebbe più semplice per questo settore offrire un contributo che sia vincolato alle proprie attività e finalizzato alle attività di sostegno. La cosa probabilmente più semplice da fare è provare a fare una riflessione. La mia proposta è quella di valutare una tassazione di scopo, una tassa di destinazione. Si potrebbe pensare di destinare una parte di utili erariali ad attività specifiche di sostegno alla cultura, in parte alla valorizzazione del patrimonio ma anche alle attività culturali. È un’esperienza che viene fatta a livello internazionale. In Inghilterra ad esempio esiste da tempo una tassa di scopo con la quale la lotteria Camelot sostiene attività culturali o sociali. Ci sono anche altre esperienze in varie parti del mondo”.
“Nel 2006", ricorda ancora Frosini, "il Comitato Olimpico Toroc si trovò alle prese con un buco di bilancio. Fu autorizzata per quell’occasione la destinazione di una piccola porzione di utile erariale di un gratta e vinci dedicato al finanziamento di Toroc. Questo meccanismo consentì a Toroc di ripianare il debito e di poter realizzare plusvalenze da destinare a una migliore realizzazione dei giochi. Chiedo se per caso possa essere di interesse valutare meccanismi di questo genere”.
Prima di Frosini è intervenuta Lucia Borgonzoni, sottosegretario al ministero della Cultura, che ha salutato con favore l’unione tra pubblico e privato a sostegno del settore culturale, sottolineando che "è un tema spesso al centro delle discussioni anche nelle commissioni parlamentari". Nel suo intervento Lucia Borgonzoni aggiunge anche che "sicuramente il Covid ci ha messo davanti a nuovi modelli di comunicazione, si è sviluppata, grazie al Covid, un’attenzione verso quei luoghi con una digitalizzazione bassa", e occorre tenerne conto, spiega la sottosegretaria, "anche per gli affari commerciali, che ormai passano attraverso la banda internet. Ritengo che l’Art Bonus vada allargato ai privati", dichiara quindi, invitando a sfruttare a pieno quegli strumenti legati al Pnrr, uno strumento che "va reso quello che in realtà è: ossia anche un moltiplicatore sui territori, inteso come rilancio che del Pil dei territori quando si va ad investire in cultura".
La proposta di Frosini ha solleticato la curiosità del moderatore, che non ha mancato di riproporla a tutti gli altri ospiti per avere un parere in merito. "Mi sembra un'idea che può essere valutata e, perché no, potrebbe avere dei risultati", commenta la senatrice Maria Saponara (Lega), mentre Michele Anzaldi sottolinea che "in Italia c'è un'emergenza vera che è la ludopatia, e che lo Stato deve affrontare", ma "senza dimenticare che fino a qualche anno fa l'Italia era leader nel settore del cavallo grazie a un signore di nome Caprilli. Un settore che è poi entrato in crisi a causa della crisi delle scommesse. Un sistema che consentiva di passare qualche ora all'aria aperta, mentre ora le scommesse si fanno chiusE in casa senza poter socializzare".