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Gioco e banche, Guerra: 'Interlocuzioni e protocolli'

21 aprile 2021 - 10:43

Il sottosegretario all'Economia Maria Cecilia Guerra risponde all'interrogazione su gioco e banche del senatore Mario Turco.

Scritto da Anna Maria Rengo
Gioco e banche, Guerra: 'Interlocuzioni e protocolli'

"L'Agenzia delle dogane e dei monopoli ritiene che, nell'ottica di superare criticità e anomalie, non sorrette da giustificati motivi di affidabilità finanziaria, la via più utilmente percorribile possa essere certamente quella di proseguire le interlocuzioni istituzionali che sono state avviate, per favorire, presso gli Istituti bancari, una migliore conoscenza delle caratteristiche nazionali del settore del gioco legale e delle sue peculiarità, anche rispetto agli operatori di altri Paesi europei ove non vige il monopolio statale, né i rapporti tra operatori e Amministrazione pubblica sono regolati dal sistema concessorio".

Lo afferma il sottosegretario all'Economia Maria Cecilia Guerra, nel rispondere in commissione Finanze all'interrogazione presentata dal senatore del Movimento 5 Stelle Mario Turco in merito al peggioramento dei rapporti tra aziende che operano nel settore della raccolta del gioco legale e le banche, che in alcuni casi applicherebbero alle predette aziende condizioni particolarmente rigorose. Nell'interrogazione i senatori evidenziano anche come negli ultimi mesi, a causa della sospensione dell'attività della raccolta di gioco pubblico, per le aziende del comparto si sia inevitabilmente determinato un deterioramento dei parametri di ammissione al credito e di affidabilità finanziaria che si pongono come ostacolo alla prestazione di garanzie fideiussorie. Si chiede pertanto di "conoscere quali iniziative si intendano adottare affinché - eliminando ogni discriminazione da parte del sistema bancario ed a tutela di un settore che garantisce un ingente gettito erariale e migliaia di posti di lavoro le banche e gli intermediari finanziari si impegnino al mantenimento dei conti correnti in assenza di scoperti o debordi e affinché si preveda una sospensione dei termini contrattualmente stabiliti per la presentazione delle garanzie fideiussorie relative all'obbligo di riversamento dell'importo residuo della raccolta per le imprese attive nella raccolta del gioco di Stato.

A tale proposito, Guerra riferisce che "L'Agenzia delle dogane e dei monopoli segnala, altresì, che nel rispetto della libera concorrenza e del mercato, non sia da escludere anche la possibilità di definire protocolli di intesa con società a capitale pubblico, che operano nel mondo creditizio e assicurativo, in modo da tracciare percorsi preferenziali per gli operatori di gioco in possesso di tutti i requisiti di solvibilità necessari".

L'Adm "già da tempo", con "il suo direttore ha avviato un confronto con l'Associazione Bancaria Italiana volto a risolvere i problemi segnalati dagli onorevoli interroganti, sottolineando il ruolo importante a presidio della legalità svolto dagli operatori del gioco pubblico e come sia assolutamente inaccettabile la penalizzazione del settore legata ad una visione 'etica' di derivazione extranazionale. Il sistema concessorio italiano con il suo alto livello di controllo e di regolamentazione presenta, infatti, specificità rispetto a quelle di altri Paesi europei in cui il gioco è, spesso, semplicemente autorizzato".

Sulla questione "si sono svolti due incontri con l'Abi e la Banca d'Italia, promossi dalla direzione dell'Agenzia e finalizzati all'analisi e al superamento delle criticità esistenti, nel corso dei quali si è avuto modo di illustrare agli interlocutori le peculiarità del sistema del gioco pubblico italiano, caratterizzato da un regime di monopolio e dall'affidamento della gestione del gioco a concessionari scelti con procedure di evidenza pubblica e sottoposti nel corso del rapporto concessorio a molteplici controlli afferenti i requisiti oggettivi e soggettivi delle compagini societarie".


Nel corso di detti incontri, dai contributi forniti dai rappresentanti dell'Abi, "è emersa, tuttavia, l'impossibilità dell'Associazione stessa di intervenire sulle scelte strategiche degli Istituti Bancari consorziati, pur confermando la disponibilità a rendere noti agli enti creditizi, in apposite riunioni informative, gli elementi conoscitivi acquisiti sul gioco pubblico nel nostro Paese".

L'Adm fa presente che "i rappresentanti della Banca D'Italia avrebbero rappresentato di non poter imporre in via autoritativa agli Istituti di Credito un più consistente impegno nel settore del gioco, poiché le linee di indirizzo di fonte unionale vincolano le attività degli Istituti nazionali inserendo, per quanto in argomento, tutti gli operatori di gioco tra le categorie imprenditoriali con un più altro profilo di criticità nell'ambito della disciplina antiriciclaggio, a prescindere dallo stato effettivo dei parametri di valutazione. Da ciò conseguirebbe il rifiuto di talune banche di effettuare alcune prestazioni, quali il rilascio delle garanzie fideiussorie richieste per legge ai concessionari o l'apertura di conti correnti intestati a dipendenti di dette società".

 

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