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Camera: 'Gioco pubblico, argine all'illegalità e risorsa per lo Stato'

16 febbraio 2021 - 12:07

Il dossier del Servizio Studi della Camera, intitolato 'La disciplina dei giochi', evidenzia il ruolo del settore legale nel contrasto all'illegalità e nel sostenere l'erario.

Scritto da Daniele Duso
Camera: 'Gioco pubblico, argine all'illegalità e risorsa per lo Stato'

Undici pagine nelle quali viene sintetizzato quello che è il gioco pubblico in Italia, sottolineando il forte impatto della pandemia. Dalle aziende attive al numero degli occupati, dal numero di giocatori alle entrate totali per lo Stato italiano. Dati già conosciuti, ma raccolti in un documento che presenta anche il quadro normativo e tutte le sentenze di riferimento che permettono di inquadrare il settore da tutti i punti di vista.

Questo quanto evidenzia il Servizio studi della Camera, nel suo dossier su "La disciplina dei giochi".

La prima parte è dedicata al regime concessionario dei giochi e delle scommesse, e alla sua importanza nel contrastare il fenomeno del gioco illegale e, parallelamente, nel creare una importante fonte di gettito per le finanze pubbliche. "La riserva statale sull'organizzazione dei giochi - si legge nelle prime righe - trova il suo fondamento nell'esigenza di tutelare l'ordine e la sicurezza pubblica", ma sottolineando il disvalore sociale dato dalle principali caratteristiche del gioco: l'aleatorietà e la possibilità di vincite in denaro. 

Alle politiche di tutela messe in atto per il contrasto del gioco d'azzardo patologico e della tutela dei minori sono dedicati più paragrafi, nei quali è evidenziato il rispetto alle leggi comunitarie in merito. "Considerando le nuove modalità di gioco affermatesi negli ultimi anni, rispetto soprattutto ai classici giochi - si legge ancora nel documento - il Ministero dell'economia, attraverso l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha ritenuto di dover canalizzare le varie forme di gioco e scommessa in circuiti improntati ai principi della trasparenza, della tutela del consumatore e, più in generale, della legalità".

Si è così creata una industria che, stando sempre ai dati riportati dal dossier, "in Italia negli ultimi anni, fino all'inizio della pandemia Covid con le relative sospensioni, ha registrato una crescita significativa tanto che complessivamente conta circa 6.600 imprese, con oltre 100.000 occupati". Secondo i dati presentati nello studio del CNR Consumi d'azzardo 2017 il 42,8 percento della popolazione italiana adulta, circa 17 milioni di persone, ha giocato almeno una volta nel corso del 2017. Dati che probabilmente sono rimasti in linea negli anni successivi, almeno sino all'arrivo del Covid-19.

Gioco per gioco il dossier specifica quelle che sono poi le entrate per l'Erario, sia di carattere extra-tributarie che tributarie. Tramite il Preu, l'imposta unica e le varie aliquote specifiche, lo Stato ha avuto entrate considerevoli dal gioco pubblico, diminuite considerevolmente a causa della pandemia. "Considerando solo le imposte indirette - si legge nella parte finale del documento -, il gettito delle attività da gioco (lotto, lotterie e delle altre attività di gioco) è di 8.704 milioni di euro (-4.904 milioni di euro, pari a –36 percento)".

I provvedimenti legati all'emergenza Covid, bloccando il settore per oltre 200 giorni negli ultimi 11 mesi, hanno, necessariamente, scompaginato anche le entrate per lo Stato, cosa che probabilmente rende urgente una soluzione. Il dossier parla di cosa è stato messo in atto sinora, ossia operazioni di proroga dei versamenti, cosa che tuttavia non si è rivelata sufficiente per sostenere il settore, come sottolineano coloro che giovedì scenderanno in piazza chiedendo una maggior attenzione dello Stato anche per chi lavora nel settore gioco pubblico.

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