Sarà un governo marcatamente “europeista” e con un orizzonte di “lungo periodo”. Queste, al momento, le uniche certezze alla base del nascente Governo Draghi, se davvero si farà. Anche se, a dire il vero, non sembra esserci alcun tipo di alternativa, tenendo bene a mente le parole pronunciate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nell'affidare l'incarico all'ex leader della Bce ha spiegato chiaramente che non potendo andare al voto, l'unica possibilità è quella di individuare un governo di “alto profilo”, guidato da una personalità di spicco, individuata appunto in Mario Draghi. In questo senso, dunque, potrebbero apparire marginali le eventuali riserve dei singoli partiti rispetto al futuro premier, sapendo già da ora che la fiducia il nuovo governo la otterrà: l'unica differenza, semmai, potrà essere sulla durata del mandato. Nel caso in cui il programma non dovesse convincere tutti - o, comunque, non la maggioranza del Parlamento -, dunque, la fiducia arriverà lo stesso, portando così alla nascita del nuovo esecutivo, ma solo per smarcare i tre punti critici e di assoluta emergenza del momento: cioè il piano di vaccinazione, la ri-scrittura del Recovery plan e la ripartenza del paese, che si traduce nel piano di scostamento e ristori, per poi cercare eventualmente una nuova maggioranza al termine dell’assolvimento del compito di base. Se, invece, il programma sarà conquistare un po' tutti, si potrà allora pensare a una durata di piena legislatura, o comunque fino al 2022 e all'elezione del presidente della Repubblica, riuscendo in questo caso a realizzare – o comunque abbozzare – una serie di riforme utili al paese, oltre a traghettarlo fuori dall'emergenza.
IL PROGRAMMA DI GOVERNO - Qualunque sia lo scenario, tuttavia, il premier incaricato ha già dimostrato di avere le idee piuttosto chiare su quello che c'è da fare, a livello generale, anche in ottica di lungo periodo. Illustrando in parte il suo programma di governo, durante il secondo giro di consultazioni con i partiti che si concluderà oggi – martedì 9 febbraio – con gli incontri dei principali gruppi di maggioranza. Mettendo insieme gli spezzoni venuti fuori dal secondo giro di consultazioni, infatti, sta prendendo sempre più forma il disegno stilato il presidente del Consiglio incaricato per il nuovo esecutivo. Avendo spiegando agli esponenti dei vari partiti l’intenzione di puntare dritto a riforme nei punti vitali dello Stato: dal fisco alla giustizia civile.
Dando particolare attenzione al tema ambientale che sarà al centro di tutti gli ambiti di investimento, spingendo a una riconversione del sistema produttivo. La priorità assoluta, tuttavia, rimane quella di “implementare” l’attuale piano vaccinale perché diventi realmente efficace. Soltanto raggiunto un livello alto di vaccinazione della popolazione si potrà tornare a una fase espansiva, prima di quel momento risulta infatti difficile pensare a una ripresa robusta dell’economia. Ma siccome in questo frangente il paese si troverà a gestire una alto tasso di disoccupazione, il compito del governo sarà anche quello di “tutelare le persone che perdono il lavoro”. Puntando quindi sulla coesione sociale richiamata più volte, sia dal Capo dello stato che dallo stesso Draghi durante le consultazioni.
I RISVOLTI PER IL GIOCO PUBBLICO – Guardando la creazione del nuovo esecutivo
dal punto di vista del comparto del gioco pubblico, come già evidenziato, si dovrebbe guardare ai lavori in corso a Palazzo Chigi con grande fiducia, soprattutto nell'ottica di incontrare un governo riformista. In questo senso, dunque, già l'annuncio di voler puntare su una riforma fiscale, potrebbe risultare più che positivo per il settore, potendo rappresentare un'occasione anche per rivedere la fiscalità del comparto, facendola diventare più equa e in grado di garantire la sostenibilità del gioco legale. Non che nel programma di Draghi possa esserci un riferimento al mercato dei giochi, ma è evidente che una riforma generale del Fisco potrebbe rappresentare un punto di partenza per rivedere tutti i meccanismi di contribuzione e magari per sistemare le varie anomali che caratterizzano la macchina fiscale italiana. Ma non è tutto. Sì, perché, guardando alle imprese, oltre al loro sostegno, ci si attende che il nuovo premier possa avere un particolare occhio di riguardo al tema dell’indebitamento con le banche, dei crediti che potrebbero trasformarsi in crediti deteriorati. Andando quindi a rafforzare la solidità del sistema bancario, che è senz'altro nelle corde dell'ex governatore della Banca d'Italia. E anche in questo ambito, mettere le mani sul sistema bancario potrebbe aprire spazi di manovra e revisione anche per altri correttivi minori, tra i quali poter provare a inserire anche il tema del gioco e delle criticità riscontrare oggi dagli operatori nell'accesso al credito per “ragioni etiche”. E poi c'è il tema centrale, che è quello del piano di Recovery fund da presentare a Bruxelles, rispetto al quale Draghi avrebbe fatto espresso riferimento a tre riforme da varare, in ordine al già citato Fisco, oltre alla Pubblica amministrazione e alla giustizia civile.
E POI C'E' IL TEMA DELLE RIAPERTURE – Tra le priorità assolute di cui si dovrà tuttavia occupare il nuovo esecutivo c'è però anche quella delle riaperture e delle restrizioni da adottare (o rimuovere?) nella gestione della pandemia. Il tema, come noto, rappresenta potenzialmente il primo dei temi di cui si dovrà occupare il nuovo premier, tenendo conto della coincidenza del suo
eventuale insediamento a Palazzo Chigi, previsto per il 16 febbraio, con la scadenza delle restrizioni regionali adottate dal suo predecessore. Ed è qui che
il riferimento al gioco pubblico diventa ancora più diretto, tenendo conto che – ad oggi – si sa che il comparto dovrà rimanere fermo (e, quindi, inoccupato) almeno fino al prossimo 5 marzo. Con
gli operatori che chiedono certezze e, se possibile, anche qualche anticipazione. Su questo fronte non è ancora chiaro così intenda fare il premier o se verranno adottate “misure ponte” dall'esecutivo uscente. Quello che è certo, tuttavia, è che
le prossime settimane saranno cruciali: con uno sguardo generale rivolto all'andamento dei contagi. Anche se non sembra assurdo, né tantomeno imprevedibile, il ritorno a una fase di espansione, alla quale verrebbe data come risposta un nuovo periodo di restrizioni alla mobilità e di stop allo svolgimento delle attività che per loro caratteristica sono più facilmente collegabili a una diffusione del contagio. Nella speranza generale che i timori degli esperti possano essere smentiti dai fatti: anche dal punto di vista dei giochi, visto che uno scenario di questo tipo potrebbe facilmente portare a un'ulteriore proroga delle restrizioni anche per i locali ritenuti “non essenziali”, anche se non pericolosi.
Del resto, leggendo i report del Ministero della Salute-Iss, nell'ultimo aggiornamento settimanale di “Monitoraggio Fase 2” si sottolinea: “In questa fase delicata dell'epidemia questi iniziali segnali di contro-tendenza potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente realizzate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale anche in considerazione della circolazione delle varianti VOC202012/01 e P.1 in alcune aree di regioni italiane. L'attuale quadro a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali. In alcuni contesti, un nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l'incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per Covid-19 in area critica. Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”.
Ecco quindi che, oltre ai tempi della campagna vaccinale che dovranno essere ridotti il più possibile, per mettere in sicurezza il maggior numero di persone, ma anche per limitare al minimo il rischio di una diffusione sul territorio di varianti virali a più alto tasso di contagiosità, diventa fondamentale rivedere anche la comunicazione alla popolazione. Soprattutto indicando le zone gialle per quello che sono: una fascia di rischio, non di sicurezza, con tutte le conseguenze relative dal punto di vista dei comportamenti da adottare.