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Governo e gioco, associazioni: 'Serve un nuovo codice'

06 settembre 2019 - 09:44

Le associazioni di scommesse e bingo commentano il punto programmatico del nuovo Governo su 'contrasto al gioco d'azzardo patologico' e auspicano a un ritorno alla normalità per il comparto.

Scritto da Roberta Falasca

Riordino del settore, legge delega, apertura gare per le scommesse e per il bingo: sono questi i punti su cui i rappresentanti del mondo delle scommesse e del bingo chiedono attenzione al nuovo Governo, insediatosi ieri giovedì 4 settembre, che ha introdotto nel proprio programma politico, al punto 22 il contrasto al gioco d'azzardo patologico.

MARCOTTI: "NON DEMONIZZARE IL GIOCO" - "Il tema del gioco d'azzardo rimane una delle attenzioni del Governo italiano. La novità più rilevante è l'aggiunta del termine 'patologico' a quella che era più genericamente definita 'lotta al gioco d'azzardo'.
 
Mi auguro che ci sia finalmente una presa di consapevolezza che il gioco con vincita in denaro non sia un'attività ludica da combattere tout court ma semmai è da contrastare la distorsione che sfocia nella dipendenza patologica con ricadute drammatiche per l'affetto e la propria famiglia".
 
Queste le parole di Italo Marcotti, presidente di Federbingo sul nuovo Governo e sul programma politico che introduce al punto 22, il "contrasto al gioco d'azzardo patologico".
 
"La filiera del gioco legale - continua Marcotti - è un presidio di legalità, svolge un'attività normata capace di produrre occupazione, gettito erariale e contrasto alle mafie.
 
Auspico che il nuovo Governo sappia mitigare le derive proibizionistiche insite in una parte della Maggioranza e che attraverso un percorso di revisione possa proporre al mercato un modello di raccolta di gioco moderno, caratterizzato dall'utilizzo di avanzati ed informatizzati sistemi di controllo a contrasto delle dipendenze e dell'attività malavitosa.
 
Attendiamo di conoscere il nominativo di chi riceverà la delega di governareil settore dei giochi per comprendere quale potrà essere l'approccio di lavoro dei prossimi anni.
 
Ho sempre sostenuto - commenta ancora Marcotti - che il vero contrasto al Gap si attua promuovendo una cultura del gioco, capace di far comprendere alle nuove generazioni i pericoli insiti nell'abuso.
 
Il proibizionismo attuato con l'applicazione del distanziometro e delle limitazioni orarie della raccolta sono l'emblema del fallimento sotto il profilo culturale della nostra società.
 
Una comunità che non sa educare, vieta, nella speranza di poter limitare un fenomeno.
 
La storia ci insegna che il proibizionismo è solo un grande favore alle mafie ed alla malavita in senso generale".
 
SBORDONI: "PER IL GOVERNO LE PRIORITÀ DOVREBBERO ESSERE ALTRE" - Su questa linea si pone Stefano Sbordoni, legale esperto di gaming, intervistato da Gioconews.it.
 
"Sull'insediamento del nuovo Governo e sul punto programmatico che fa riferimento al gioco, la prima cosa che mi viene in mente è che in una situazione socio-economica così critica ci sarebbero anche altre cose da affrontare.
 
Chiunque sia del settore sa bene l'importanza del contrasto al gioco d'azzardo patologico ma ci sono temi da affrontare con urgenza che invece vengono trascurati dai governi e mi auguro che il nuovo ponga la giusta attenzione a ciò che chiedono gli operatori e le associazioni di gioco.
 
Confido nella saggezza e nelle competenze di chi governerà il nostro Paese. La riforma del settore e lo sblocco delle gare per le scommesse e il bingo sono le grandi priorità.
 
Sono dell'avviso - conclude Sbordoni - che se il settore è controverso per sua natura, ci si deve lavorare seriamente, evitando troppe chiacchiere e propaganda ai danni dei lavoratori. Questa è la buona politica di buon governo".
 
PALMIERI: "SERVE SUBITO UNA LEGGE DELEGA NAZIONALE" - "Anche nello scorso Governo - spiega Raffaele Palmieri, presidente di AssoSicon, sindacato delle concessionarie di betting - il centro della questione era il gioco d'azzardo patologico ma quello che noi chiediamo da tempo ormai è che si faccia una legge delega nazionale che unifichi Comuni e Regioni.
 
Serve, appunto, un comun denominatore che normi i territori in tema di gioco per poter tornare alla normalità, per poter rilanciare un settore in crisi, per poter dare un futuro ai lavoratori, per poter uscire dall'incertezza e che possa mettere la parola fine a tutte queste diatribe.
 
Cercare facili consensi in politica demonizzandoun settore legale non è la strada giusta per trovare soluzioni condivise e soprattutto per limitare il rischio d'impresa".
 
UGHI: " IL GOVERNO ASCOLTI I PUNTI VENDITA E NON SOLO LE CONCESSIONARIE" - "Non so ancora quello che farà il nuovo Governo - spiega Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016 - ritengo però che la nuova compagine politica debba dotare il Paese di un nuovo Codice dei giochi (sul quale ci stava lavorando l'ex sottosegretario all'Economia e alle Finaze, Pier Paolo Baretta e che poi è stato poi stoppato), affinchè il settore caratterizzato da un forte sviluppo, abbia nuove regole
 
Ma lo Stato per poter controllare e dotarsi di un quadro normativo che funzioni, deve interfacciarsi con i punti vendita e non solo con le grandi concessionarie, in quanto sono solamente le piccole e medie imprese che sanno cosa serve e cosa no al giocatore.
 
Le nuove regole devono partire proprio da chi è a diretto contatto con il singolo cliente.
 
Il Governo, se vuole fare una cosa fatta bene e non solo di convenienza economica ma di competenza, deve ascoltare i punti vendita.
 
Il nuovo Codice dei giochi deve, quindi, nascere dal basso e non dall'alto".

 

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