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I territori del gioco lecito: la Questione Territoriale arriva a Bologna

24 gennaio 2017 - 10:18

In un territorio divenuto ostile nei confronti del gioco pubblico, la Fondazione forense bolognese organizza un dibattito sulla cosiddetta 'Questione Territoriale'.

Scritto da Ac

C'era una volta la virtuosa Emilia-Romagna che emanava una Legge regionale sul gioco pubblico che, pur contravvenendo in linea di principio la Riserva di Stato nei confronti di questo settore, si proponeva come una soluzione legislativa che appariva “ragionevole”, agli occhi degli addetti ai lavori, perché nel limitare le istallazioni di prodotti di gioco e le nuove aperture di locali, introduceva principi indiscutibili come la formazione degli operatori sul territorio e l'attenzione al tema gioco responsabile e alle attività di prevenzione. Temi a cui sono da sempre sensibili gli operatori che svolgono in maniera onesta e organizzata il proprio mestiere. Qualcosa però è cambiato, negli ultimi mesi, sul territorio (e non solo).

Al punto che la stessa regione sta diventando uno dei territori più ostili dell'intera Penisola nei confronti del gioco pubblico. Basti pensare all'Ordine del giorno approvato proprio nelle scorse ore dal Consiglio comunale di Bologna che invita a “porre delle limitazioni agli orari delle sale slot e alla pubblicità del gioco d'azzardo”, oltre a “stabilire una distanza minima di 200 metri dai luoghi  ritenuti 'sensibili' per consentire l'installazione della pubblicità del gioco d'azzardo”, e a restringere gli orari di apertura delle sale slot e altro ancora.
Questo, dopo che la stessa Regione aveva introdotto ulteriori restrizioni, arrivando addirittura all'adozione di un provvedimento della Giunta a sostegno dei titolari di attività che scelgono di non installare nel proprio esercizio apparecchi da gioco.
 E' dunque evidente che la cosiddetta 'Questione Territoriale' è esplosa, in maniera a dir poco deflagrante, anche in Emilia. Per questa ragione diventa ancora più interessante il dibattito proposto dalla Fondazione Forense Bolognese che si svolgerà mercoledì 1 febbraio a Bologna, che si propone di analizzare aspetti giuridici, normativi e amministrativi riguardo alla disciplina del settore. Mettendo anche a confronto le esigenze degli enti locali con quelle dell'industria, alla ricerca di quella sintesi perfetta che continua a sfuggire, e da troppo tempo, a livello nazionale.
A intervenire al dibattito saranno gli avvocati, esperti in materia, Gabriele Bordoni e Geronimo Cardia, insieme alla Dottoressa Nadia Monti, già Assessore alla legalità del Comune di Bologna, coordinatrice regionale Avviso Pubblico, in un incontro presieduto e moderato dall'avvocato Pietro Giampaolo, Consigliere dell’Ordine di Bologna. Nel pomeriggio di lavori, però, si approfondirà ulteriormente la materia 'politica' della regolamentazione del gioco pubblico con la presentazione del libro “La Questione Territoriale”, edito da Gn Media e a cura dello stesso legale Cardia, che ne illustrerà i contenuti in un confronto diretto con gli altri relatori e con l'intervento dell'avvocato Massimiliano Pucci, presidente di Assotrattenimento 2007. Per un approfondimento ad ampio raggio che diventa sempre più necessario in una fase così complessa come quella che si sta delineando in queste ultime settimane per il gioco pubblico e per gli enti locali che intendono disciplinarlo, anche alla luce delle recenti pronunce provenienti da Bolzano e Torino.

L'evento, realizzato in collaborazione con l'Associazione sindacale degli avvocati di Bologna e dell'Emilia Romagna, è in programma per mercoledì 1 febbraio dalle 16.30 alle 19 presso la sede della Fondazione forense bolognese di via del cane 10 e permetterà agli avvocati che parteciperanno di conseguire crediti formativi all'interno del programma della Formazione continua.

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