Il decreto Dignità "non ha avuto alcun effetto sulla prevenzione e il contrasto del cosiddetto gioco patologico, atteso che la costante crescita e diffusione del numero di siti di giochi online illegali, che bombardano quotidianamente di offerte i consumatori, consentono anche l'accesso e la registrazione ai minori di 18 anni ai quali, invece, è inibito l'accesso ai siti di gioco legale autorizzato.
Pertanto, proprio la carenza di una corretta informazione pubblica finisce per ingenerare confusione tra i cittadini, tra forme di gioco legali e controllate, e quelle illegali, esponendo a rischi maggiori proprio le fasce della popolazione più vulnerabili." Con queste parole il ministro per lo Sport Andrea Abodi ha risposto in aula, alla Camera, all'interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle su gioco e pubblicità.
Secondo il ministro "gli operatori autorizzati dovrebbero poter disporre di un'alternativa affidabile ed efficace rispetto a un'attività vietata, anche attraverso una pubblicità mirata, associata a campagne di sensibilizzazione, iniziative culturali concrete, volte alla lotta alla ludopatia. A questo proposito, segnalo un impegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso il Dipartimento per le politiche contro la droga e le altre dipendenze, che, in coordinamento con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero della Salute, sta razionalizzando tutte le attività relative ad informazione, formazione e contrasto alle dipendenze patologiche, che saranno finanziate, a partire dal corrente anno, anche con lo stanziamento relativo al Fondo nazionale per la prevenzione, il monitoraggio e il contrasto del diffondersi delle dipendenze comportamentali tra le giovani generazioni e il Fondo per le dipendenze patologiche, della consistenza complessiva di 94 milioni di euro che, per una parte, ovvero un terzo, è dedicato in modo specifico alla realizzazione di piani regionali sul gioco d'azzardo patologico".
D'altro canto, Abodi ricorda che "la risoluzione recentemente approvata dalla VII Commissione del Senato, sull'affare assegnato n. 773, recante prospettive di riforma del calcio italiano, propone anche di riconoscere una quota del valore complessivo delle scommesse al sistema calcistico per il perseguimento dei propri scopi istituzionali e soprattutto per finanziare specifici progetti sociali, sportivi e di formazione dei giovani all'interno delle società sportive. In particolare, si fa riferimento a progetti di contrasto alla ludopatia, a progetti di responsabilità sociale e per la prevenzione, a progetti per l'assistenza in caso di fenomeni di abuso, violenza e discriminazione, nei confronti di atleti e atlete, e a progetti volti a contrastare ogni forma di razzismo e antisemitismo all'interno degli stadi. Desidero ribadire - concludendo - che l'azione del Governo sul tema continuerà ad essere orientata dai principi fondamentali dell'ordinamento nazionale e sovranazionale, a partire dalla tutela della salute delle persone e della libertà di iniziativa economica delle imprese, anche in questo settore".
Resta fermo l'impegno "di aprire un confronto fattivo e in tempi brevi con il Parlamento che consenta, nel rispetto delle differenti posizioni e convinzioni, di arrivare ad eventuali auspicabili punti di convergenza che contemperino l'esigenza di contrasto sempre più efficace a ogni forma di ludopatia, con quella di una puntuale e adeguata comunicazione sul gioco legale che contribuisca, da un lato, a tracciare il discrimine con quello fuorilegge che alimenta l'economia criminale, e, dall'altro, a favorire la diffusione dell'educazione al gioco responsabile", conclude.