Fra gli effetti della "caduta" del Governo Conte bis c'è anche lo slittamento del riordino nazionale del gioco legale, avviato dall'ex sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta e auspicato ormai da anni, per porre fine alla babele di norme locali e all'espulsione delle attività dai territori, garantendo gli investimenti fatti dalle imprese e quelli a venire con i nuovi bandi calendarizzati per il 2022.
In attesa di sapere se, come e quando proseguirà questo percorso, gli Enti locali non restano con le mani in mano e vanno avanti per la loro strada, ipotizzando nuovi regolamenti, o la modifica di quelli attualmente in vigore.
Come accade a Conegliano (Tv) e a Latina.
CONEGLIANO "APRE" ALLE OSSERVAZIONI DEI CITTADINI - Il Comune di Conegliano, in provincia di Treviso, non ha intenzione di far tutto da sé. Sul sito dell'ente infatti è stato pubblicato uno schema di regolamento sui criteri di installazione degli apparecchi da gioco, che può essere consultato dai cittadini interessati. Chiamati a presentare memorie e osservazioni.
Un'apertura importante, propedutica poi ai consueti iter consiliari ed all'approvazione in consiglio comunale.
Secondo quanto si legge nel testo, "l’Amministrazione comunale con le disposizioni del presente Regolamento, si prefigge i seguenti obiettivi: garantire che la diffusione del gioco lecito sul proprio territorio e nei locali ove si svolge, avvenga riducendo i rischi connessi alla moltiplicazione delle offerte, delle occasioni e dei centri di intrattenimento, in funzione della prevenzione del gioco d'azzardo patologico; contenere i costi sociali ed economici, oltre che umani e morali, derivanti dall'abuso del gioco d'azzardo, con particolare riferimento alla necessità di arginare i rischi derivanti dal fenomeno della sindrome da gioco patologico e dall'effetto che questi potrebbero avere nel risparmio familiare, nella continuità affettiva e nella serenità domestica; tutelare la salute pubblica ed il benessere socio-economico dei cittadini ed in particolare delle fasce più deboli della popolazione maggiormente esposte alle lusinghe, suggestioni ed illusioni del gioco d’azzardo; arginare forme di dequalificazione territoriale e di infiltrazione criminale nell’economia cittadina, quale ad esempio il prestito ad usura per debiti contratti al gioco, facendo in modo che la diffusione dei locali nei quali si pratica il gioco lecito garantisca i limiti di sostenibilità con l’ambiente circostante, con particolare riguardo alla sicurezza, al decoro urbano, alla viabilità e all'inquinamento acustico; porre in essere iniziative di informazione e di educazione per favorire un accesso responsabile al gioco senza derive verso fenomeni di dipendenza".
In linea con le disposizioni della Legge Regionale veneta 10 settembre 2019 n. 38, , è vietata la collocazione di apparecchi per il gioco e l’apertura di qualsiasi nuova sala ad una distanza minore di 400 metri dai “luoghi sensibili” e dai “luoghi che commercializzano denaro/oro/oggetti preziosi”.
Sono considerati sensibili i seguenti luoghi pubblici e privati: "servizi per la prima infanzia; istituti scolastici di ogni ordine e grado; centri di formazione per giovani e adulti; luoghi di culto; impianti sportivi; ospedali, strutture ambulatoriali residenziali o semi-residenziali operanti in ambito sanitario o socio- sanitario; residenze per anziani, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione socio culturale, oratori, patronati e circoli da gioco per adulti; stazioni ferroviarie e di autocorriere.
Sono considerati luoghi che commercializzano denaro/oro/preziosi: gli istituti di credito e gli sportelli bancomat; gli esercizi di compravendita di oggetti preziosi e oro usato.
Il calcolo della distanza è effettuato secondo il criterio del percorso pedonale più breve.
Fino all’adeguamento dello strumento di pianificazione territoriale comunale alle disposizioni di cui al comma 1 (legge regionale veneta, Ndr), le nuove sale da gioco devono essere realizzate nelle aree destinate ad attività produttive, in particolare possono essere localizzate esclusivamente nel Tessuto Produttivo T5, T5.1.
"Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non si applicano alle sale da gioco e ai locali in cui sono installati gli apparecchi da gioco di cui all’art. 110 comma 6 del Tulps, (slot machine con vincita fino a euro 100 e Vlt) già esistenti alla data del 28 settembre 2019, come disposto dall’art. 7, comma 6, della L.R. n. 38/2019.
A decorrere dall’entrata in vigore del presente regolamento, le sale da gioco e le sale Vlt già esistenti, ma non localizzate in zona urbanistica idonea secondo quanto previsto dai commi
precedenti, sono considerate in zona impropria e pertanto non può essere consentito il loro ampliamento, né in ordine al numero di apparecchi già in esercizio, né in ordine alla superficie
utile dei locali sede dell’attività".
Quanto agli orari, lo schema di regolamento indica che "l’orario di esercizio del gioco d’azzardo in genere deve comunque essere ricompreso nella fascia oraria dalle 9 alle 22 di tutti i giorni compresi i festivi.
L’orario di esercizio dei punti gioco, ovvero degli spazi riservati alle slot machine con vincita fino a euro 100 e alle Vlt, deve essere ricompreso nella fascia oraria dalle 9 alle 13, dalle 15 alle 18 e dalle 20 alle 22 di tutti i giorni compresi i festivi".
LATINA, REVISIONE DEL TESTO IN COMMISSIONE - A Latina oggi, 15 febbraio, è in programma la seduta congiunta delle commissioni Welfare-Attività produttive dedicata alla revisione del regolamento comunale delle sale giochi e dei giochi leciti per il contrasto e la prevenzione del Gap.
"Tempo fa - secondo quanto ricorda un comunicato diramato dal gruppo consiliare Latina bene comune - il consiglio comunale aveva infatti approvato, in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato relativa al ricorso vinto dal Comune di Guidonia per la restrizione oraria degli esercizi con Awp o Vlt, una mozione di revisione del regolamento comunale del capoluogo pontino, che allo stato attuale affida al sindaco tale facoltà mediante ordinanza.
Ma, come spiega il presidente della commissione Welfare, Emanuele Di Russo, 'Nonostante le richieste della stessa categoria di esercenti, oltre che delle associazioni a difesa delle patologie – spiega – ad oggi non abbiamo ancora una riorganizzazione nazionale del comparto, ma le sentenze indicano una strada a favore della salvaguardia della salute pubblica, sulla quale tutte le forze politiche del nostro territorio sono oggi chiamate ad esprimersi, riportando nell’alveo del Consiglio, e quindi del regolamento, tale decisione'.
Lo scopo della commissione di è cercare di riorganizzare il tutto, definendo un approccio condiviso. 'Il confronto – prosegue il consigliere di Latina Bene Comune – porterà le varie forze politiche ad esprimersi ed a valutare possibili interruzioni del gioco, nella consapevolezza che questo specifico intervento è una delle azioni volte alla riduzione dello stimolo per quanti rischiano di sviluppare o di consolidare una dipendenza'”.