Il momento tanto atteso è finalmente arrivato.
Da oggi, 28 giugno, l'Italia è formalmente tutta in “zona bianca”, grazie all'ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che sancisce l'ingresso della Valle d'Aosta fra le regioni con lo scenario di rischio più basso, andando a completare il quadro.
Anche se, già dal 25 giugno, il presidente della Regione, Erik Lavevaz, aveva decretato l’eliminazione di alcune restrizioni, del coprifuoco notturno e della chiusura di alcune attività, comprese le location di gioco e il casinò St. Vincent.
Gioco tornato alla normalità ovunque, tranne che nella Provincia di Bolzano, la quale, seppur in “zona bianca” dal 21 del mese, ha deciso di non consentire tale tipo di attività fino al 1° luglio, termine originariamente fissato dal Governo (a maggio) per la riapertura nei territori in “zona gialla” ma poi per fortuna anticipato dall'avanzare del “bianco”.
Nel frattempo, sempre
in terra altoatesina, si registra un importante cambiamento: in seguito alla
pronuncia del Garante della privacy, che ha ritenuto “inammissibile l'uso di certificazioni verdi diverse da quelle indicate nello schema di decreto del presidente del Consiglio dei ministri”, come era appunto il Coronapass,
richiesto a Bolzano e dintorni anche per giocare,
il presidente della Provincia, Arno Kompatscher ha firmato una nuova ordinanza per ufficializzare l'adozione del certificato verde dell’Unione europea per testimoniare che il titolare dell'attività è stato testato, è guarito o vaccinato.
"Abbiamo chiesto da tempo ed a vari livelli una soluzione europea ed ora auspichiamo che oltre al certificato europeo vengano adottate ulteriori misure per standardizzare le regole di viaggio e la prevenzione del Coronavirus", spiega Kompatscher.
La Giunta provinciale ha intenzione di deliberare martedì 29 giugno in quali casi sarà consentito l'accesso agli eventi anche mediante modalità alternative al certificato verde europeo. Ad esempio, la Giunta intende consentire l'effettuazione di test antigenici presso i rifugi, le prove delle bande musicali o dei cori. Le relative regole saranno definite nell'Allegato A della Legge provinciale dell'8 maggio 2020, n. 4.
Intanto, da oggi, in tutta Italia cade anche l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto, ma resta quello di indossarla al chiuso e di portarla sempre con sé per essere pronti ad utilizzarla in caso di assembramento, nei “centri urbani, nelle piazze, sui lungomare nelle ore e situazioni di affollamento, nonché nelle file, code, mercati o fiere ed altri eventi, anche all'aperto, nonché nei contesti di trasporto pubblico all'aperto quali traghetti, battelli e navi".
Un risultato reso possibile dal netto calo delle ospedalizzazioni e dei casi di contagio da Covid-19, oltre che dal prosieguo della campagna vaccinale, che però non deve indurre a facili trionfalismi o ad abbassare la guardia, come sottolineato dal ministro Speranza: “I numeri sono chiari: avevamo 30mila persone in ospedale, ora ce ne sono poco più 2mila, avevamo quasi 4mila in terapia intensiva e ora poco più di 300. Sono numeri molto molto chiari, anche i decessi sono crollati ma fino a che non ci saranno zero decessi la battaglia non sarà vinta. Ma non possiamo pensare che sia finita, nonostante questi numeri".
L'obbligo di mascherina anche all’aperto resta valido in Campania, dove governatore Vincenzo De Luca ha firmato un’ordinanza che lo mantiene nei soli luoghi a rischio assembramenti, e a Norcia, dove il sindaco di Norcia ne ha disposto la proroga fino al 4 luglio, visto che "l’incidenza di casi settimanali a Norcia è superiore a 200 su 100.000 abitanti", evidenzia il Comune.