Controcorrente. È l'orientamento scelto dalla giunta regionale della Valle d'Aosta, che nell'ambito della legge di manutenzione dell'ordinamento regionale per il 2021 - il cosiddetto "Omnibus" - si propone di intervenire sulla normativa vigente in materia di contrasto del gioco patologico, riducendo il numero dei luoghi ritenuti "sensibili" per l'apertura di nuove attività.
Scorrendo il testo del disegno di legge, all'esame della commissione Affari generali in seduta oggi, 15 marzo, e delle commissioni Servizi sociali e Sviluppo economico in calendario sul finire di questa settimana, ci si imbatte nell'articolo 16, relativo alla modificazione che riguarda, in particolare, il riferimento, nell’ambito dei luoghi sensibili, alle strutture culturali, ricreative o sportive, nonché alle strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale e alle strutture ricettive per categorie protette, per le quali il divieto vale solo qualora si tratti di strutture pubbliche. Si prevede, inoltre, di espungere, dall’elenco dei luoghi sensibili, gli sportelli bancomat.
IL TESTO INTEGRALE DELL'ARTICOLO 16 - (Disposizioni in materia di prevenzione del vizio del gioco d’azzardo e contrasto alla dipendenza dallo stesso. Modificazione alla legge regionale 15 giugno 2015, n. 14)
1. Il comma 1 dell’articolo 4 della legge regionale 15 giugno 2015, n. 14 (Disposizioni in materia di prevenzione, contrasto e trattamento della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. Modificazioni alla legge regionale 29 marzo 2010, n. 11 (Politiche e iniziative regionali per la promozione della legalità e della sicurezza)), è sostituito dal seguente: “1. È vietata l’apertura di sale da gioco e di spazi per il gioco in luoghi che siano ubicati ad una distanza, misurata in linea d’aria, inferiore a 500 metri da istituti scolastici di ogni ordine e grado, da strutture culturali, ricreative o sportive pubbliche, da strutture residenziali o semiresidenziali pubbliche operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale, da strutture ricettive pubbliche per categorie protette e ludoteche per minori, da istituti di credito, da esercizi di compravendita di oro e oggetti preziosi usati, nonché da luoghi di culto”.
CONTRARIO L'ORDINE DEI MEDICI - Una proposta che ha subito sollevato critiche, a cominciare da quelle mosse dal Consiglio dell'ordine dei medici e degli odontoiatri della Valle di Aosta.
"È intenzione voler molto ridurre le limitazioni ora esistenti per l'apertura di sale da gioco e di spazi per il gioco - spiega in una nota il presidente dell'ordine Roberto Rosset - e noi, come organi sussidiari dello Stato vigilati dal Ministero della Salute, non possiamo non esprimere la nostra perplessità su un intervento legislativo che va ad incidere sulla salute dei nostri concittadini.
Il disturbo da gioco d'azzardo (Dga) non è solo un fenomeno sociale ma è una vera e propria malattia che rende incapaci, alla vista del luogo dove sia possibile esercitare l'azzardo, di resistere all'impulso di giocare o fare scommesse in denaro. Ha in comune con la dipendenza da sostanze il comportamento compulsivo che, oltre che ad incidere in modo invalidante sulla salute e sulle relazioni sociali, produce gravi danni economici alle famiglie.
Siamo certi - auspica il presidente dell'ordine dei medici e degli odontoiatri - che il Consiglio regionale valuterà attentamente tali problematiche prima di approvare tale articolo perché da noi la problematica è purtroppo molto diffusa fra giovani e pensionati".
PROGETTO CIVICO PROGRESSISTA: "BLOCCARE MODIFICA" - Ad esprimere contrarietà alla modifica intervengono anche i membri del gruppo consiliare Progetto civico progressista, che reputano "preoccupante l'inserimento di un articolo nella legge omnibus per limitare i luoghi sensibili che sono determinanti per definire la collocazione delle slot ai soli luoghi pubblici lasciando libera apertura presso strutture identiche ma private".
Secondo i consiglieri, "tale proposta è priva di alcuna motivazione plausibile che non sia l'interesse dei gestori delle sale da gioco e simili e rischia di vanificare i frutti del faticoso lavoro non solo della regione ma anche dei comuni che hanno emesso i regolamenti".
Il Pcp quindi lancia "un appello a tutte le forze presenti in consiglio regionale per evitare che questo articolo arrivi in Aula, costringendo il Consiglio, e a cascata gli Enti locali, a reiterare un percorso già fatto con dedizione e sensibilità per arginare questo problema universalmente riconosciuto".