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Mallegni (FI): 'Equiparare le imprese del gioco alle altre'

13 settembre 2022 - 08:35

Semplificazione burocratica e riforma del gioco legale sono fra i punti cardine del programma elettorale di Massimo Mallegni (FI), candidato al Senato.

Scritto da Fm
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Una riforma del gioco pubblico legale che tuteli le imprese e i consumatori ma soprattutto che contrasti l'illegalità.

È uno dei punti cardine del programma di Forza Italia, come ricorda il senatore Massimo Mallegni, candidato al Collegio plurinominale per il Senato, protagonista di questa nuova puntata dello speciale di GiocoNews dedicato alle elezioni politiche del 25 settembre.

"Lo Stato incassa in tasse sulle scommesse che gli italiani fanno, dal gratta e vinci all'online, agli apparecchi, ci sono molti operatori per bene, seri, che svolgono questo mestiere da anni, con senso di responsabilità, e non vanno penalizzati. La questione è semplice: se tu vuoi lucrare sui monopoli, dal tabacco al gioco, devi mettere le imprese nella condizione di lavorare in sicurezza, di essere garantite dallo Stato".

 

Il forzista quindi prosegue: "Faccio un esempio pratico: ho una ricevitoria e non posso aprire un conto, in quanto, in virtù del mio codice Ateco per le attività di gioco non riesco ad ottenere dalle banche il trattamento ordinario che hanno le altre imprese. A mio avviso questa è una follia. Quindi la prima cosa da fare è equiparare le imprese del gioco alle altre: se ci sono gli stessi doveri devono esserci anche gli stessi diritti e le stesse garanzie. Lo Stato non si deve vergognare di tenere in considerazione questo tipo di imprenditori.
Bisogna decidersi, una volta per tutte: il gioco è legale sì o no? Se lo è bisogna tutelare le imprese, i giocatori e fare più controlli".
 
Ma l'impegno per il settore non finisce qui: "Bisogna intervenire sulla tassazione, fissando una percentuale uguale a quella delle imprese ordinarie; quelle del gioco pagano una percentuale immediata alla Stato sulla vincita, e poi con l'Irpef ripagano le tasse di impresa, quindi hanno la doppia tassazione: serve una cedolare secca come per gli affitti.
Inoltre, c'è un aumento del Preu assurdo in previsione, che va congelato, e va redatto un testo unico.
Il Titolo 5 della Costituzione delega le Regioni a legiferare su alcune materie, ma servono idee chiare, un testo unico appunto, altrimenti gli investitori esteri saranno costretti ad evitare il nostro Paese, visto che basta attraversare il confine fra due regioni per trovare due normative differenti".
 
Quanto al programma elettorale nel suo complesso il forzista sottolinea: “Abbiamo le idee chiare su tre cose: l'Italia è un Paese proiettato nel Mediterraneo e ha come prima caratteristica la stagionalità, quindi non è pensabile continuare ad avere in essere il decreto Dignità, che di fatto ha ingessato il mercato del lavoro, ha cancellato i voucher e fatto proliferare il lavoro nero.
Il reddito di cittadinanza è importante per chi non può lavorare ma non ha funzionato per chi non vuole lavorare, e non dovrebbe prendere nulla.
Oltre il 50 percento del reddito di cittadinanza, pari a 5 miliardi, andrebbe dato alle imprese per assumere anche con contratti a tempo determinato.
Secondo punto: il cuneo fiscale è il 110 percento sulla busta paga netta che riceve il dipendente, va ridotto drasticamente; i 2/3 devono andare al lavoratore e 1/3 all'impresa. Se attuata, questa misura porterebbe mediamente nelle tasche del lavoratore 150-200 euro in più al mese, che per una famiglia sono soldi veri.
Questi soldi, reimmessi nel ciclo produttivo, secondo le valutazioni dei nostri tecnici avrebbero un riverbero sull'economia di circa tre volte, quindi se io do 2300 euro al lavoratore ho una leva sul mercato di 7200 euro di giro, di movimento, su cui lo Stato incassa l'Iva, remunera la parte che non ha incassato di tasse e li investe in servizi.
Altro tema sono i risparmi e la casa: noi diciamo 'no' alle tasse sulla casa e sulla successione, le avversiamo con tutte le nostre forze. La patrimoniale è il contrario dello sviluppo: uno Stato che tassa i cittadini, prendendo in prestito una frase di Winston Churchill, è come un uomo in piedi in un secchio che tenta di sollevarsi.
Le politiche attive sulle tasse non si fanno aumentandole ma riducendole, ci sono meno pressione e più investimenti.
Infine, vorrei ricordare che l'Italia è turismo e commercio: il nostro Paese ha i 3/4 del patrimonio culturale mondiale e non lo valorizziamo, non lo promuoviamo, mentre il ministero del Turismo secondo il programma di Forza Italia dovrà avere una funzione di coordinamento di tutti gli altri ministeri interessati.
In un Paese come l'Italia, le politiche legate al turismo necessitano di investimenti sulle strutture ricettive, stabilimenti balneari, servizi alle persone che arrivano, gestione dei portali di prenotazione; servono sgravi fiscali per chi investe per migliorare gli strumenti, moltiplicare i servizi di trasporto e le infrastrutture, come l'alta velocità tirrenica e adriatica, di cui l'Italia è sprovvista”.
 

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