A chi figli e a chi figliastri. Parafrasando un vecchio detto popolare è questa l'impressione che si ha scorrendo la lista delle attività economiche in cui dovrebbe essere mantenuto l'obbligo di indossare le mascherine fino a fine maggio, se non fino alla metà di giugno, oggetto di una nuova ordinanza in corso di firma da parte del ministro alla Salute, Roberto Speranza.
Ovviamente, ben venga l'idea di prorogare per legge la necessità di indossare la mascherina per accedere nei locali al chiuso ad alta frequentazione, in scadenza fra due giorni, in considerazione dell'aumento dei contagi da Covid riscontrato ultimamente, specie dopo le festività pasquali. Ma perché alcuni luoghi risultano "più a rischio" di altri pur avendo caratteristiche simili, se non identiche?
Le ipotesi al momento circolanti vedono in pole position il mantenimento dell'obbligo di mascherina - Ffp2 o più probabilmente chirurgica - sui mezzi di trasporto pubblici, locali e nazionali, nelle aziende e negli uffici, negli ospedali e nelle residenze per anziani, nei cinema, nei teatri, nei palazzetti dello sport e nelle discoteche (ad eccezione del momento del ballo), quindi, per associazione di idee anche nelle location di gioco.
Tutto giusto. Ma come si spiega l'idea di eliminare questo fondamentale mezzo di protezione dal virus da bar e ristoranti al chiuso, negozi, centri commerciali e musei?
Cosa c'è di diverso dagli altri? Non sono forse a rischio assembramento, o contagio? Lasciamo la risposta ai nostri lettori.
Altro discorso è l'addio alle mascherine per i pochi luoghi all’aperto dove erano ancora obbligatorie, come stadi e arene cinematografiche.
Di pari passo, dal 1° maggio, come si sa ormai da tempo, in Italia andrà in soffitta il green pass, che resterà in vigore nella sua forma “base” (ottenuto cioè con vaccinazione, guarigione dal Covid o tampone negativo) solo per i viaggi all’estero.
Nel dimenticatoio di conseguenza finirà anche la certificazione verde rafforzata (che ancora per due giorni scatta con vaccinazione o guarigione dal virus), non più obbligatoria per l'ingresso nelle sale gioco, in palestre e piscine, cinema e teatri, così come per accedere a un congresso o partecipare ad una cerimonia. Ma resterà ancora necessaria per entrare in ospedali e Rsa, fino alla fine del 2022.
L'obbligo, ma anche questo si sapeva, resterà in vigore anche nelle scuole, fino a giugno.
LE DICHIARAZIONI DI SPERANZA E COSTA - "Alla Camera è stato appena approvato un emendamento in commissione che prevede la proroga in alcuni ambiti dell'uso delle mascherine al chiuso: nei trasporti a lunga percorrenza e locale, gli ospedali e presidi sanitari, le rsa, tutti gli eventi in cinema e teatri e i palazzetti dello sport. Raccomandiamo la mascherina in tutte le situazioni con rischi di contagi fino al 15 giugno. Oggi formerò un'ordinanza che farà da ponte nel tempo necessario alla conversione del decreto". Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto alla conferenza nazionale di Anaao Giovani, associazione sindacale che riunisce i giovani medici, che oggi, 28 aprile, celebra i sui tredici anni di vita. "In tutti gli altri luoghi di lavoro", esclusi quelli di ambito sanitario e gli ospedali, "senza distinzione tra pubblico e privato, la mascherina sarà solo fortemente raccomandata", precisa il sottosegretario di Stato alla Salute Andrea Costa (Noi Con l'italia), a margine dei lavori della commissione Affari sociali della Camera, a cui ha partecipato in rappresentanza del Governo. "Con l'approvazione in commissione alla Camera dell'emendamento all'ultimo decreto Covid di marzo finisce l'obbligo dell'utilizzo delle mascherine praticamente ovunque, tranne alcuni ambiti".