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Neri (Anci): 'Più risorse ai Comuni, attenzione all'azzardo nei videogame'

16 giugno 2022 - 08:16

La rappresentante dell'Associazione nazionale comuni italiani auspica l'arrivo di una legge quadro entro la legislatura anche a tutela di tanti comuni impegnati nel contrasto del Gap.

Scritto da Daniele Duso
Neri (Anci): 'Più risorse ai Comuni, attenzione all'azzardo nei videogame'

"Si attende una legge quadro che completi il nostro ambito di intervento dandoci la certezza degli interventi che si possono attuare senza rischiare azioni legali, e che garantisca ai Comuni una compartecipazione alle entrate derivanti dal gioco". Così Simona Neri, sindaco di Laterina Pergine Valdarno (Ar), coordinatrice delle 'politiche di contrasto al gioco d'azzardo patologico e bullismo' per Anci Toscana, nel corso dell'audizione di oggi, 16 giugno, alla commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico.

Simona Neri, delegata dal presidente Antonio De Caro, ha esordito illustrando alla commissione che "i comuni sono impattati su tre aspetti strettamente correlati, il primo quello della dislocazione dei punti fisici di gioco pubblico, poi quello del controllo e del contrasto dell'esercizio illegale del gioco, e quindi quello dell'intervento di supporto e presa in carico dei soggetti affetti dai disturbi legati al gioco d'azzardo".

"Si tratta", spiega la sindaca, "di ambiti di intervento molto rilevanti che rendono l'idea di come il ruolo dei comuni vada valorizzato, inserito in un quadro nazionale stabile e uniforme, che sia favorevole a programmare interventi di lungo periodo".

"In assenza di una legge quadro nazionale i Comuni si sono sentiti responsabili di gestire l'aspetto sanitario, le Regioni altrettanto, e tutto questo ha generato una eccessiva frammentazione della regolamentazione che rende difficile andare a operare per un'impresa che si trova di fronte norme differenti in base al territorio in cui intende andare a operare. Negli ultimi anni i Comuni hanno continuano a operare, nell'attesa di una legge quadro, con un'azione sia di pianificazione che di controllo sulla dislocazione degli apparecchi, nei limiti imposti dalla legge e dall'accordo Stato-Regioni del 2017.

"L'attuale Governo sta lavorando a un disegno di legge delega i cui principi sono stati resi noti. L'Anci ritiene questi principi totalmente condivisibili, l'approvazione in tempi brevi di questa legge delega consentirebbe di arrivare a un confronto per arrivare a un unico testo condiviso per superare la frammentazione tra le Regioni, che possa rendere più semplice l'intervento dei sindaci".

"Un testo unico che puntasse sul contrasto del gioco patologico, del gioco minorile e ancora di più contrastare l'illegalità rivedendo anche l'aspetto sanzionatorio. Proprio a fronte di questa urgenza chiediamo a questa commissione che si faccia parte attiva di farsi parte attiva verso il Governo e il Parlamento per avere un riordino entro la legislatura". 

"Entrando un po' più Appare positiva la partecipazione dei Comuni sulla pianificazione della dislocazione delle sale, anche considerando le distanze da luoghi sensibili, tenendo conto di limite massimo di apparecchi, separazione degli spazi gioco da quelli di altre attività come la somministrazione di cibo e bevande, fasce orario, per rispondere a esigenze locali".

"In Toscana abbiamo una esperienza negativa: tutti gli interventi fatti dai comuni, soprattutto da quelli più piccoli, che non avevano la capacità di dimostrare l'evidenza scientifica tra patologia e distribuzione degli apparecchi sono stati impugnati e rigettati al Tar. Come Anci Toscana abbiamo cercato di coordinare il gruppo dei sindaci per non mettere in pericolo le nostre Amministrazioni, ma molti altri comuni ci hanno provato, si sono trovati a dover gestire la questione in ambito legale. Per questo si attende una legge quadro che completi il nostro ambito di intervento dandoci la certezza degli interventi che si possono attuare senza incorrere nel rischio di azioni legali".

"Qualunque intervento normativo dovrà prevedere che i criteri di localizzazioni vengano sanciti con un'intesa, ripartendo anche dall'accordo del 2017, dagli aspetti che hanno funzionato meglio. L'azione regionale investe una enorme importanza. Le Regioni hanno il compito di attuare i piani di intervento sul piano patologico previsti dalla legge del 2015, sui quali sarebbe necessario un maggior coinvolgimento dei Comuni, dato che l'ambito è seguito in parte dalla Regione e in parte dai Servizi sociali comunali". 

"Vi porto un esempio virtuoso, che potrebbe essere esteso a tutti gli altri ambiti regionali. Un altro punto decisivo per una regolamentazione adeguata e la disponibilità per i comuni dei dati sulla localizzazione dei punti gioco. Esiste già un applicativo web, che si chiama Smart, messo a disposizione da Adm, che è una sorta di monitoraggio dell'offerta di gioco territoriale, che ci dà degli aggiornamenti anche sul volume di denaro raccolto dagli apparecchi. Ma è uno strumento che andrebbe potenziato per avere dati integrati su tutti i giochi presenti sul territorio".

"Infine un accenno al tema delle risorse. Sono appena arrivati i dati della raccolta gioco 2021, con la raccolta totale che è tornata sopra i 100 miliardi sul territorio nazionale. A nostro avviso bisogna superare la logica dell'invarianza del gettito, citata molte volte nelle proposte di legge che abbiamo letto, anche se noi riteniamo che mantenendo quest'ottica le azioni di contrasto e di riduzione della patologia rischiano davvero di risultare insufficienti rispetto alle reali necessità. È necessaria una compartecipazione dei Comuni alla entrate derivanti dal gioco legale, ma soprattutto dalle azioni di contrasto del gioco illegale, da utilizzare per i controlli diretti sul territorio, che rimangono a carico della nostro Polizie municipali, e auspichiamo che possa aumentare anche la dotazione annuale del fondo Gap, anche qui con un coinvolgimento un po' più diretto dei Comuni. I proventi dell'illegalità sono stimati oggi in 20 miliardi di euro, un parte delle risorse derivanti dalle azioni di controllo dovrebbero essere destinati anche al controllo delle dipendenze e agli enti locali, considerato che i soggetti con disturbo da gioco d'azzardo sono affetti spesso anche da altre dipendenze".

"Il tavolo Anci nazionale al quale partecipano i rappresentanti dei territori, che si riunisce periodicamente, ha definito un'agenda di priorità molto stringente, che ha messo sopra tutto il garantire ai comuni la facoltà di attuare regolamenti attraverso i quali programmare una distribuzione dell'offerta di gioco senza impugnare in rischi legali, quindi favorire azioni anche più incisive di prevenzione del disturbo del gioco, prevedendo che ogni giocatore possa accedere al gioco per un totale di monte ore personale, magari legando il controllo al codice fiscale, al documento di identità o al riconoscimento biometrico, come si sta sperimentando in altre realtà europee". 

"Riteniamo che questa disposizione si debba allargare anche al settore dei videogiochi, un settore che interessa molti giovani e giovanissimi. Il gioco d'azzardo nell'immaginario collettivo è legato ad altre tipologie di gioco, pensando a slot, lotterie istantanee, gratta e vinci, ma c'è tutto un filone legato ai videogame che sviluppa meccanismi di vendita che miete tantissime vittime anche tra i giovani. Molti giochi, anche gratuiti, presentano combinazioni di soldi veri e probabilità di vincita (chiaro il riferimento alle lootbox, ndr), quindi nel riordino di questa materia si dovrebbe andare a normare anche questo settore che colpisce un target specifico. Per i giovani il nostro tavolo già si propone anche di fare fare attività di prevenzione, con interventi informativi all'interno delle scuole". 

"Attualmente, attingendo ai fondi del piano di contrasto regionale, stiamo organizzando formazione ai Suap e alla Polizia municipali, ma anche su questo servirebbe una normativa, all'interno di una legge quadro, che renda obbligatori questi interventi per tutti i soggetti che con questi problemi si confrontano, e quindi non solo per gli imprenditori e gli operatori di gioco".

Nella seconda parte dell'audizione, con le domande da parte dei commissari, il vicepresidente Giovanni Endrizzi sottolinea come "da Anci emerga un concetto chiaro: l’invarianza di gettito penalizza la possibilità di perseguire la tutela sociale. Ciò conferma quanto chiarito dalla Dott.ssa Pacifici nella recente audizione: non è possibile limitare la patologia senza contenere la raccolta. Anci deve però dire chiaramente se intende mantenere in capo agli Enti Locali le competenze previste dalla Costituzione e dal Tuel oppure esserne sollevato da una norma nazionale. Lascia perplessi che la finalità invocata per riforma sia la necessità di una omogenea tutela dei concessionari (fuori dalle competenze locali) piuttosto che una omogenea tutela minima dei cittadini. Ho apprezzato il suo riferimento alla invarianza di gettito", conclude Endrizzi, "ma non è in contraddizione chiedere che i Comuni partecipino alle entrate da gioco legale? Non si sposta sostanzialmente a livello locale un conflitto di interessi tra esigenze di bilancio e quelle di tutela? Meglio invece sarebbe partecipare alle entrate che derivano dal contrasto all'illegalità, come lei ha detto". E chiede infine "quanti comuni hanno adottato la piattaforma Smart, quanti controlli hanno effettuato, quante irregolarità hanno individuato e quante sanzioni hanno erogato? Nell'ambito della riforma Anci ritiene che le amministrazioni locali debbano mantenere in capo a sé stesse le responsabilità previste dal testo unico enti locali? Oppure chiedono solo un cappello nazionale per non incorrere in contenziosi?"

Il senatore Marco Croatti (M5s) chiede invece di sapere "se la criticità più grossa che hanno i comuni è l'assembramento delle sale nei quartieri".

Chiude il presidente Mauro Maria Marino annunciando un ricontatto con il sindaco Simona Neri per l'invio di ulteriori domande alle quali la rappresentante di Anci deciderà se rispondere in forma scritta o con un ulteriore incontro.

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