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Pacifici (Isscndd): 'Attenzione al gaming e agli acquisti ingame'

05 maggio 2022 - 09:12

Nel corso dell'audizione in commissione gioco del Senato la direttrice del Cndd sottolinea che per la ludopatia incide più l'offerta della distanza, e invita ad attenzionare alcuni videogame.

Scritto da Daniele Duso
Pacifici (Isscndd): 'Attenzione al gaming e agli acquisti ingame'

Attenzione al gaming, stiamo creando una generazione già predisposta al gioco d’azzardo”. Così Roberta Pacifici, Direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell'Istituto Superiore di Sanità nel corso della sua audizione presso la commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico. 

La lunga audizione di Roberta Pacifici, oggi, 5 maggio, è stata incentrata su uno studio realizzato nel 2018, quindi pre-lockdown, coinvolgendo un campione di 12mila adulti (oltre 18 anni) e 18mila minorenni (studenti). Risulta, dall’indagine, che “il 36,4 percento della popolazione adulta (circa 18 milioni di persone) ha giocato d’azzardo almeno una volta nella sua vita. Si tratta del 44 percento degli uomini e il 30 percento delle donne, più diffusi al Centro Italia, percentuali maggiori tra i 40 e i 64 anni”.

Continuano, i dati del 2018, dicendo che “il 94 percento gioca in un luogo fisico, un 5,5 percento di gioco online. Le lotterie istantanee sono la tipologia più praticata, sia da uomini che da donne, mentre scommesse e videolottery vedono una prevalenza di uomini. il 42,2 percento degli uomini e il 56 percento delle donne sono giocatori occasionali, mentre tra i giocatore abituali, che giocano almeno 2 o 4 volte a settimana, è il 25 percento degli uomini e 20 percento delle donne”.

I luoghi di gioco sono il tabacchino e i bar, che rappresentano i luoghi di gioco più frequentati senza differenza di genere, mentre le sale da gioco, sale scommesse e sale vlt sono frequentate più spesso da uomini.

“Abbiamo messo a punto strumenti per caratterizzare il giocatore e individuare categorie di rischio”, spiega Pacifici, “individuando che il 26,5 percento dei giocatori ha un profilo di giocatore sociale, senza alcun problema relazionale con il gioco, mentre il 3 percento sono giocatori problematici. Si tratta”, sottolinea, “di 1,5 milioni di persone a rischio elevato, mentre il 2,8 percento, qiundi 1,4 milioni di persone, sono a rischio moderato. Li riteniamo una sorta di serbatoio verso la problematicità”.

“Il giocatore problematico”, continua la direttrice, “gioca con slot e Vlt e con scommesse virtuali. Sale scommesse e sale Vlt praticate al 28 percento dei giocatori problematici e da meno dell’1 percento di giocatori sociali. Frequenza di gioco e problematicità sono correlate, il giocatore problematico gioca 5 o più volte a settimana, anche con un tempo giornaliero molto alto. Un dato importante è quello sull’indebitamento: richiesta di cessione del quinto, assunzione di prestiti da finanziarie, privati o amici e parenti. Si tratta del 5,8 percento di giocatori sociali rispetto al 28 percento del giocatore problematico”.

Anche lo stile di vita, stando ai dati, è correlato al profilo di rischio: ”consumo di sostanze, abuso di alcol e consumo di prodotti del tabacco sono più alti, anche con vere e proprie dipendenze, maggiormente rappresentate anche nei profili problematici”.

E poi c’è il ruolo della pubblicità, con “il 14,5 percento dei giocatori sociali che dichiara di essere stato spinto a giocare da una pubblicità, ma con il dato che sale al 30 percento nel caso dei giocatori problematici”.

L’indagine, come accennato, ha riguardato anche i giovani, studenti, minorenni, che teoricamente non potrebbero avere accesso al gioco d’azzardo. I dati presentati, tuttavia, parlano di un 29,2 percento di giovani che dichiarano di aver già giocato d’azzardo. Le differenze di genere sono importanti, con un 17 percento di ragazze contro il 41 percento dei ragazzi, e anche in questo caso la distribuzione vede percentuali in aumento nel Sud Italia.

Il 21 percento dei giovani gioca online, con i ragazzi che prediligono scommesse sportive, virtuali e slot, e le ragazze che giocano a lotterie istantanee o tempo reale. Giocano occasionalmente il 47 percento dei ragazzi, mentre le ragazze sono l’82 percento, mentre il 10,2 percento gioca tutti i giorni. Dove? Il 52 percento gioca nelle sale scommesse, dal tabaccaio, ma anche in ricevitorie, casinò e sale Vlt.

Gli studenti individuati come giocatori problematici sono il 3 percento, si tratta di circa 69mila giovani quindi, che hanno un profilo già molto a rischio. “Importante”, nota Pacifici, “l’età di iniziazione al gioco, che è stata tra i nove e i dodici anni per i problematici”.

Anche per i giovani ci sono delle tipologie di gioco più a rischio, come Slot Vlt e scommesse sportive e virtuali. Il 15,4 percento dei giocatori sociali hanno provato le slot, contro il 42 percento dei giocatori problematici, con quest’ultimi che salgono all’80 percento con le scommesse sportive,

Frequenza e intensità sono estremamente legate al profilo di rischio”, spiega la direttrice dell’Isscndd, “si passa dal 4,4 percento dei giocatori sociali, al 29 percento di chi gioca tutti i giorni e in maniera intensa durante la giornata, con i giovani giocatori problematici che presentano spesso anche altri comportamenti a rischio con consumo di sostanze e di alcol”.

“Nel 2017 abbiamo attivato il telefono verde (800.558822), anonimo e gratuito. Nel 2018 il numero è stato introdotto su tutti i gratta e vinci, cartacei e online, ma mi preme che sia inserito in tutti i giochi d’azzardo. Abbiamo finora ricevuto 13mila telefonate, in maggioranza uomini, di tutte le fasce d’età, e i motivi di contatto erano smettere di giocare, ma anche richiesta di risorse territoriali, indebitamento. Le donne spesso chiamano per richiesta di aiuto per loro famigliari. Abbiamo aperto anche una piattaforma online dove è possibile, per i cittadini, avere il luogo in cui rivolgersi, e sapere a che trattamenti possono accedere".

Rispondendo, quindi, ai vari quesiti posti dai senatori presenti, Roberta Pacifici spiega che con l'indagine sono stati realizzati "test di profilo, non diagnostici", ma che "certamente la dipendenza da gioco d’azzardo può essere paragonata a quella da sostanze, le stesse aree del cervello sono attivate e i meccanismi di ricompensa e gratificazione sono gli stessi. Ci sono dei giochi che sono maggiormente correlabili, e sono i giochi che utilizzano suoni, luci e colori, studiati appositamente per trattenere e isolare il giocatore dall’ambiente".

"Abbiamo più volte chiesto che ci fosse un’interruzione definita", continua Pacifici, "soprattutto per le slot machines, perché i meccanismi di trattenimento rendono il soggetto più vulnerabile". E ricorda che "non è la vincita lo scopo del giocatore problematico, ma è l’attesa, il legame con il gioco. Si confonde spesso il tentativo di risolvere problematiche economiche con il gioco problematico, ma non è così. Parliamo di persone più fragili, certamente ci sono più problematicità assieme".

"Abbiamo realizzato uno studio durante il lockdown, tenendo in considerazione che era possibile giocare solo ai gratta e vinci. C’è stato un aumento nel gioco online, ma non c’è stato uno spostamento massiccio: non si poteva giocare e la maggior parte della gente non ha giocato. I dati ci dicono che se aumenta l’offerta è evidente che aumenta la proporzione di persone che presenteranno problematiche. La popolazione fragile, ma anche chi è a rischio moderato, che può traslocare verso profili di problematicità".

"Le persone che si rivolgono al numero verde non sono aumentate durante il lockdown, ma è aumentata la durata delle telefonate".

Emerge, dai dati raccolti, che "la distanza del luogo di gioco dal giocatore non sposta nulla, quello che sposta è l’offerta. Minore sarà l’offerta e minori saranno le problematiche". 

Rispondendo a una precisa richiesta del presidente Mauro Maria Marino, Pacifici spiega che "quello del gaming è un problema di estrema importanza. Si tratta di una pratica di gioco che non ha una vincita in denaro, ma che richiedono un investimento per pagarsi delle vite, degli acquisti di elementi in gioco, ma con motivazioni identiche al gioco d’azzardo. Con questa modalità stiamo preparando una generazione a diventare consumatori di gioco d’azzardo. Penso che siano questioni da tenere sotto vigilanza con estrema attenzione".

"Oggi le scommesse sportive non sono più come la vecchia schedina. Le scommesse sono centinaia, si scommette su tutto e l’atteggiamento è diverso. Il tempo di latenza tra lo scommettere e il ricevere il risultato è un qualcosa che ha cambiato il rapporto del giocatore con il gioco. Ora le risposte sono istantanee".

Rispondendo al videpresidente della commissione Giovanni Endrizzi la direttrice dell'Cndd spiega che "i dati raccolti durante il lockdown non sono rappresentativi, in quanto le persone che hanno risposto sono persone interessate a rispondere e in grado di collegarsi online, e quindi viziati da un bias importante. Ciò che emerge da questi dati è che lo spostamento sul gioco online è stato uno spostamento minimo, una piccola quota di giocatori si è spostata sull’online".

"Un prevenzione vera", aggiunge in chiusura, rispondendo in particolare al vicepresidente Andrea Cangini, "deve incidere su offerta, intensità dell’offerta, pubblicità, caratteristiche del prodotto (latenza giocata/vincita, tempo di attività richiesto, suoni, colori). Risulta chiaro che andrebbe studiata una tipologia di gioco con caratteristiche diverse. Altro fattore importante è la rete che si prende carico di queste persone, che va sostenuta, così come quella che aiuta queste persone a non cadere nell’usura".

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