"Nei due anni di pandemia abbiamo visto cosa è accaduto con la chiusura ad esempio delle sale bingo. Nelle strade è tornato l'allibratore di strada". Così Fabrizio Premuti, nel suo intervento oggi, 16 giugno, alla Camera dei deputati, alla presentazione del progetto Help ludopatia, ideato e realizzato dalle associazioni Konsumer, Casa dei diritti e Formare, con Ali autonomie, che nasce con l'obiettivo di combattere il gioco d'azzardo patologico, anche attraverso la conoscenza del fenomeno, intercettando i giocatori per far emergere quanto si giocano "in termini di patrimonio e risorse finanziarie" gli italiani.
Un progetto basato su un nuovo numero verde nazionale, attivo sei giorni su sette, che fa da punto di riferimento per malati di ludopatia, ma anche per i loro congiunti.
Laura Venittelli, avvocato, portavoce de La casa dei diritti, ricorda che "la ludopatia dal 2012 è diventata una malattia, riconosciuta dal decreto Balduzzi come una vera e propria patologia per cui sono previsti assistenza e cura. Soprattutto nel corso del lockdown", spiega, "siamo stati attenzionati da numerosi ludopatici tramite il numero verde già esistente. Ora parte questo nuovo servizio, grazie al lavoro di quattro ragazzi del Servizio civile universale, che risponderanno al nuovo numero verde per sei giorni alla settimana per orientare le persone affette da ludopatia verso due direttrici: quella medica, verso i Serd e la rete di psicologi che si sono messi a disposizione".
Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer Italia, ricorda il progetto 'Non dipendo ma scelgo' che "stiamo portando avanti anche con assieme a una casa di gaming. Esiste il gioco legale, ma esiste anche il gioco illegale, e il problema vero è nel secondo. Nei due anni di pandemia abbiamo visto cosa è accaduto con la chiusura ad esempio delle sale bingo. Nelle strade è tornato l'allibratore di strada. L'esperienza di Konsumer Italia mi conferma che l'alleanza con gli operatori, almeno quelli più seri, permette di intercettare e prevenire la dipendenza dal gioco. Il problema vero non è il gioco, ma la dipendenza dal gioco, quando il gioco porta a fare debiti e anche a prostituirsi per recuperare soldi per il gioco. Negli ultimi tre anni abbiamo aiutato più i 242 persone ad affrontare il problema; qualcuno ne è uscito, qualcuno ci è ricaduto, ma intanto c’è stato un primo approccio che ci permette di poter vedere con chiarezza quello che è il fenomeno sul campo.".
"Se noi attacchiamo come pasdaran il gioco, neghiamo che l'azzardo sia una parte della vita. Dichiarazioni d'amore, sorpassi in auto, sono tutti fenomeni di azzardo: l'azzardo è connaturato con la vita dell'uomo, ma è l'abuso che va combattuto. Grazie a un intervento di prevenzione e di contatto riusciamo a far uscire da problemi enormi interi nuclei famigliari".
"Il poter collaborare tra Terzo settore e aziende ha arricchito entrambi. L'esempio della legge che è stata fatta in Campania è un esempio da seguire, darà grossi risultati, e deve essere espanso anche al resto d'Italia. Avere oggi anche un numero verde che funziona a livello nazionale ci permette di aspirare a risultati ancora migliori".
Felice Ruscetta, presidente dei Commercialisti cattolici, spiega come anche la sua associazione abbia "dato vita ad un progetto sull'indebitamento. Oltre a giocare quello che hanno, i giocatori patologici giocano anche quello che non hanno, indebitando loro stessi e i parenti. I Commercialisti cattolici sono molto sensibili a questo problema: siamo partiti dal Piemonte con un progetto che si sta espandendo in tutta Italia, abbiamo già 20 sedi operative, per essere a fianco delle persone più deboli, che possono essere sovra indebitati per i motivi più disparati, ed entro fine anno potremmo essere attivi in tutta Italia. La nostra non è una missione, ma abbiamo una sensibilità importante per aiutare queste persone. La legge dà una seconda chance alle persone che hanno sbagliato, purché si impegnino ad una percorso di recupero. Dal nostro punto di vista mettiamo a disposizione tutte le nostre competenze, e lo facciamo avendo un contatto privilegiato con i Comuni, ai quali queste persone spesso si rivolgono per avere un aiuto."
Interviene anche il deputato Andrea Casu, del Partito democratico, autore di una proposta di legge su "Disposizioni per il contrasto delle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito mediante l’applicazione delle tecniche di 'spinta gentile', che sottolinea come "oggi si celebra un ulteriore passo in avanti di un impegno di tante donne e di tanti uomini che condividono un'esigenza su quella che è un urgenza politica, economica e culturale. Abbiamo presentato un'ulteriore proposta legata alla psicologia cognitiva e dell'economia comportamentale (la stessa che entra in gioco ogni giorno, ad esempio quando entriamo anche al supermercato), basata sulla teoria dei nudge per far sì che il legislatore possa capire come costruire l'ecosistema migliore per consentire alle persone di giocare, ma spingendoli a mettere in atto le scelte migliori per loro stessi. Si può ragionare su un metodo, che va molto forte nei paesi anglosassoni, che è quello di sperimentare l'effetto che le norme hanno sulle persone, aiutando a individuare le decisioni più efficaci".
Alla conferenza stampa di presentazione fa seguito una tavola rotonda con Valerio Lucciarini de Vincenzi, direttore Generale di Ali Autonomie, Antonella Ciaramella, firmataria della legge della Regione Campania sul contrasto alla ludopatia, vice presidente nazionale della Federazione dei Commercialisti Cattolici, Silvia Landi, psicoterapeuta, Leonardo Cecchi, già vice responsabile comunicazione Pd, Simona Neri, responsabile del contrasto al gioco d’azzardo patologico di Anci Toscana e rappresentante Anci nazionale nell’Osservatorio nazionale Gap, partecipa anche Emmanuele Cangianelli, direttore delle relazioni istituzionali di Hbg Gaming, il quale conferma che su un tema come quello del Gap non ci possono essere divisioni. "Il settore del gioco è amplissimo, non solo per le dimensioni, ma perché ci sono giochi diversi e imprese che vanno dal piccolo cinema trasformato in sala giochi alle grandi multinazionali, questo forse non aiuta e rende più difficile l'individuazione di norme nazionali che tengano conto delle varie necessità".
"Egp, che gestisce le reti nazionali di controllo ma ha anche 18 sale bingo nazionali", continua Cangianelli, "collabora attivamente alla ricerca e alla legislazione del settore, cercando di contribuire con informazioni reali. Ci sono oggi nelle legislazioni di Regioni e Comuni dei sistemi che non funzionano perché sono tarati male. Nel Lazio, ad esempio, il 99 percento del territorio non è insediabile, logico che se cancelli completamente un sistema, questo verrà sostituito da qualcos'altro. Allo stesso modo in cui ciò avviene anche in altri settori, come la ristorazione ad esempio, e in questo il nostro è un settore che è molto simile agli altri dell'economia nazionale, anche se è meglio controllato di altri".
"Seguiamo con estrema attenzione al percorso del nudging, che seguo personalmente da alcuni anni, e la sensazione è che ci possano essere più risultati nel lavorare sulle persone piuttosto che sulle distanze, così come si può puntare su un sistema di formazione che sia più strutturato. Servono sistemi di accreditamento per chi fa formazione, e di certificazione del personale. Se un operatore ha fatto un corso ben strutturato, ciò entra nelle sue competenze".