Senato, relazione gioco illegale: 'Dalla Calabria a Canada e Romania'
I rapporti delle 'ndrine col gioco illegale nella Relazione della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.
Scritto da Daniele Duso
"Tracce sempre più consistenti della presenza di ’ndrine sono state rilevate negli ultimi tempi anche in Svizzera, in Austria, in Romania", dove "l’interesse delle cosche sembra essere concentrato soprattutto sul gioco illegale". È quanto si apprende dalla Relazione sulla situazione della criminalità organizzata nei territori di Catanzaro e Vibo Valentia, documento approvato dalla commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere nella seduta del 9 febbraio 2022 e pubblicata dal Senato.
"Negli Usa la ’ndrangheta ha di recente consolidato il suo ruolo di referente dei cartelli sudamericani nel narcotraffico: secondo quanto riferito dagli analisti della Direzione investigativa antimafia [...]. Le famiglie della ’ndrangheta, in particolare quelle originarie della Locride, sono ora in espansione soprattutto nello stato di New York e in Florida; in Brasile tra Rio de Janeiro, San Paolo e Fortaleza risultano stabilmente presenti da almeno una quarantina d’anni", ma è più a nord, in Canada, che le attività criminali delle cosche si orientano sul mercato del gioco.
Si legge infatti sempre nella relazione che "in Canada la prima apparizione della ’ndrangheta risale addirittura agli anni Settanta e già due decenni più tardi, evidenti e stabili risultavano i collegamenti operativi tra le cosche calabresi (il cosiddetto "Siderno Group") e gli omologhi sodalizi stanziati nella regione di Toronto, impegnati nel gioco d’azzardo, nell’usura e nelle estorsioni".
Citando la Relazione del Ministro dell’interno al Parlamento sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, relativa al primo semestre del 2020, la Relazione della commissione riporta che "l'analisi delle risultanze investigative e giudiziarie intervenute nel primo semestre 2020 restituisce, ancora una volta, l’immagine di una ’ndrangheta silente, ma più che mai viva nella sua vocazione affaristico imprenditoriale, tesa a farsi 'impresa'. Una preoccupante conferma perviene anche dall’elevato numero di provvedimenti interdittivi antimafia adottati dalla prefetture nei confronti di ditte ritenute contigue alle cosche calabresi, attive in svariati settori commerciali, produttivi e di servizi, che spaziano dalle costruzioni edili agli autotrasporti, dalla raccolta di materiali inerti al commercio di veicoli, dalla ristorazione alle strutture alberghiere, dai giochi alla distribuzione di carburante...".