Alla fine ha ceduto. Il sottosegretario all'Economia della Lega, titolare della delega al comparto dei giochi, "reo" di voler intitolare il parco comunale di Latina ad Arnaldo Mussolini, ha inviato una lettera con la quale rassegna le dimissioni da membro del governo Draghi. E così il comparto del gioco perde l'unico punto di riferimento ufficiale all'interno della squadra di governo, proprio nel momento in cui si doveva avviare il percorso di riforma promosso dall'esecutivo proprio attraverso il suo referente.
Di sicuro avrà certo pesato la mozione di censura contro Durigon presentata dal M5S, Pd e da Sinistra italiana ma certo è che qualcosa era cambiato nelle ultime 24 ore, dopo gli incontri con il premier Mario Draghi e Matteo Salvini, cui poi è seguito un vertice con Giancarlo Giorgetti. Lo stesso ministro allo Sviluppo economico, interpellato sul "caso Durigon" al Meeting di Rimini, aveva risposto dicendo "Io spero che prevalgano gli interessi del Paese e quindi che i toni rimangano bassi: quando si è investiti di responsabilità di governo, bisogna essere molti attenti a quello che si fa".
LE MOTIVAZIONI - "Ho deciso di dimettermi dal mio incarico di governo che ho sempre svolto con massimo impegno, orgoglio e serietà. Gli Italiani da noi e dal governo si aspettano soluzioni, non polemiche. Quindi faccio un passo a lato, per evitare che la sinistra continui a occuparsi del passato che non torna, invece di costruire il futuro che ci aspetta", scrive Durigon. Dicendosi "disgustato da alcuni media che mi hanno addirittura accostato ai clan rovistando nella spazzatura al solo scopo di infangarmi", l’ormai ex sottosegretario precisa che, nella sua "proposta toponomastica sul parco comunale di Latina, pur in assoluta buona fede, ho commesso degli errori. Di questo mi dispiaccio e, pronto a pagarne il prezzo, soprattutto mi scuso. Mi dispiace che mi sia stata attribuita un’identità 'fascista', nella quale non mi riconosco in alcun modo. Non sono, e non sono mai stato, fascista. E, più in generale, sono e sarò sempre contro ogni dittatura e ogni ideologia totalitaria, di destra o di sinistra: sono cresciuto in una famiglia che aveva come bussola i valori cristiani. Mi dispiace soprattutto che le mie parole, peraltro lette e interpretate frettolosamente e superficialmente, abbiano potuto portare qualcuno a insinuare che per me la lotta alla mafia non sia importante. È infatti vero esattamente il contrario: la legalità, e il contrasto alle organizzazioni criminali, sono per me dei valori assoluti, nei quali credo profondamente. Per questo, anche se le mie intenzioni erano di segno opposto, mi scuso con quanti, vittime di mafia (o parenti di vittime di mafia), possono essere rimasti feriti dalle mie parole. O, per essere più precisi, da una certa interpretazione che è stata data alle mie parole".
IL FUTURO - E adesso, cosa farà Durigon? E' lui stesso a dirlo: "Continuo, anche senza il ruolo di sottosegretario, a lavorare per difendere Quota 100 e impedire il ritorno alla legge Fornero, e a ottenere saldo e stralcio, rottamazione e rateizzazione per i 60 milioni di cartelle esattoriali che rischiano di partire da settembre, massacrando famiglie e imprese. Il tempo che non passerò più al ministero lo dedicherò anche alle mie amate comunità di Latina e Roma - dice il leghista - hanno bisogno di progetti, efficienza, sicurezza e lavoro, non di incapacità e polemiche. Da militante fra i militanti, avrò anche più tempo per raccogliere firme per i Referendum sulla Giustizia fino a settembre, così da arrivare a un milione di firme. Sperando di aver finalmente chiarito il mio pensiero, auguro buon lavoro a chi prenderà il mio posto".