Roma - “Non bisogna tornare a un’ottica proibizionistica perché sappiamo bene che non è quella la soluzione per il gioco ma cambiare completamente l’approccio. Quindi bisogna riportare il gioco completamente sotto il controllo dello Stato non perché diventi una fonte di risorse per lo Stato ma perché venga controllato, non diventi un veicolo negativo per la società e non diventi una fonte di introito per la criminalità organizzata. ” A sottolinearlo è il senatore del Partito Democratico Lorenzo Basso nel corso della conferenza stampa Slot Mob, Un gesto collettivo di liberazione dall’azzardo di massa, di sua iniziativa, che si svolge oggì mercoledì 11 giugno al Senato presso la sala Caduti Nassirya di Palazzo Madama.
Il senatore ribadisce anche come il gioco stia “aumentando nei giovani anche grazie a dispositivi mobili e come ci sia un pericolo avvicinamento tra gambling e gaming con giochi in cui si paga per avere qualcosa in più e c’è un meccanismo che incentiva un po’ di più la cultura dell’azzardo. Per questo motivo bisogna bloccare queste aperture anche al mondo sportivo e lo sport deve vivere grazie a quello che la società riesce a creare all’interno del suo sistema”.
Maurizio Fiasco, sociologo dell’associazione scientifica Alea interviene sottolineando alcuni dati tra cui "uno fondamentale, ovvero che in 18 anni le giocate sono aumentate del 346 percento. Ma l’erario incassa relativamente meno malgrado l’entrata dei volumi, ci sono alcuni giochi che infatti sono tassati allo 0,98 percento”.
A intervenire subito dopo è Luigino Bruni, professore ordinario di Economia Politica alla Lumsa che nel suo intervento spiega, tra le altre cose, che “il gioco patologico rischia di portare tutta l’attenzione sull’aspetto medico e clinico ma è la punta di un iceberg: è fondamentale dunque non dimenticarsi dell’iceberg, Il punto è voler assimilare il gioco a cose come lo zucchero o il vino affermando che se viene usato in quantità modiche non fa male”.
Maria Elena Simoncelli della Rete nazionale No Azzardo spiega che “il movimento Slot mob ci dà la possibilità di agire nel locale, fare rete con i cittadini che hanno a cuore questo problema, con enti pubblici e privati e rinsaldare un legame sociale importante. Questo si traduce nell’organizzare le iniziative degli slot mob che hanno la possibilità di agire in modo creativo perché alla base del nostro lavoro c’è la relazione tra le persone che organizzano”.
Simoncelli aggiunge che “se la prevenzione non basta, e bisogna continuare a farla, è necessario uscire dal locale e mettersi in rete per far vedere che non siamo persone isolate e che vogliono arrivare in fondo per cambiare la società”.
Adriano Bordignon, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, aggiunge: “Se ci occupiamo dell’ultimo stadio prendiamo in considerazione soltanto un fattore emergenziale del gioco e non impattiamo sulla vita media del nostro Paese. Per le famiglie infatti gli impatti sono tanti e le segnalazioni che arrivano alle nostre associazioni ci dicono che molte di loro sono in difficoltà”.
Leonardo Laterza, esponente di The Economy of Francesco spiega: “Una cosa che mi ha colpito è che alla base di questo movimento non c’è una posizione puramente ideale ma c’è l’analisi dei dati e il tentativo di capire come stanno le cose. In questa analisi capisco che il punto su cui agire è quello del regime concessorio impostato dal 2003".