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Economista Spallone: 'Da incertezza sul futuro i maggiori danni al gioco fisico'

24 marzo 2022 - 09:28

L'economista Marco Spallone sottolinea in commissione di inchiesta sul gioco il problema creato al gioco fisico dalle troppe divergenze di normative tra Enti locali.

Scritto da Daniele Duso
Economista Spallone: 'Da incertezza sul futuro i maggiori danni al gioco fisico'

"La cosa più dannosa per il mercato del gioco è stata l'incertezza sul futuro della rete fisica". Così il professor Marco Spallone, docente di economia degli intermediari finanziari presso l'Università "G: D'Annunzio" di Pescara, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico del Senato, tenutasi oggi, 24 marzo. 

Il professor Spallone ha contribuito alla redazione di uno studio per l'ufficio parlamentare di bilancio, un lavoro dal quale, come ricorda il presidente della commissione, Mauro Maria Marino, ha avuto poi origine l’audizione odierna. 

Marco Spallone esordisce citando un suo studio dal titolo “Il mercato dei giochi in Italia dinamiche recenti e confronto internazionale”, stesso titolo dato all’audizione, “nel quale”, spiega il professore, “le citate dinamiche recenti si basano su dati a disposizione fino al 2018. Il triennio che è trascorso non è stato un triennio banale, ci sono stati”, continua Spallone, “degli sconvolgimenti a livello di mercato che credo vada la pena di menzionare. Ma sono contento, da ricercatore, che in questo studio si trovino in nuce alcune delle evoluzioni che poi hanno trovato una verifica nel triennio successivo”.

“Dal 2004 in poi, dall’esplosione del settore dei giochi susseguente a quelle che sono state le politiche di liberalizzazione, lo Stato ha assunto su di sé un compito molto complesso, con obiettivi spesso confliggenti. Garantire allo Stato entrate sufficienti e stabili nel tempo e dall’altra parte tutelare la salute del cittadino. Solo questi due obiettivi fanno capire come il trade off sia molto complesso. All’interno di questo compito, poi, lo Stato ha dovuto fare i conti con una serie di vincoli anche molto stringenti, come la legislazione europea con, ad esempio, il tema della concorrenza sui mercati. Gli interventi normativi sono sembrati non organici proprio perché il compito era molto complesso”.
 
Spallone continua il suo intervento “Dal punto di vista fiscale tre sono gli aspetti importanti tra gli interventi recenti più rilevanti uno la decisione di cambiare la base imponibile per alcuni giochi, il passare da una base imponibile basata sulla raccolta ad una basata sul margine; la riforma del Superenalotto, con il bisogno di rafforzare i giochi tradizionali; e poi l’inasprimento successivo sugli apparecchi da intrattenimento tipo Awp e Vlt. Dal punto di vista organizzativo il punto più importante è stato la Conferenza stato regione (accordo del 7 settembre 2017) con il tentativo di regolare il gioco sul territorio”.
Parlando di dati Spallone prende in considerazione il triennio 2019-2021, ma “l’anno 2020 è veramente un anno difficile da analizzare a causa di cambiamento troppo drastici”.
 
Partendo dal totale del mercato, “il livello della raccolta nel 2021”, spiega Spallone, “ha raggiunto e superato il livello del 2019, attestandosi a 111 miliardi di euro. A parità di raccolta la spesa dei giocatori (la differenza tra quanto i giocatori giocano e le vincite) è passata da 19 miliardi di euro a 15 miliardi di euro. Questo è un dato fondamentale, perché rappresenta il potenziale di mercato, il margine lordo che va ripartito tra operatori della filiera e lo Stato. Le entrate erariali dal 2019 hanno subito una flessione di circa 3 miliardi, passando da 10,7 a 7,7 miliardi di euro”.
 
Parlando del rapporto tra canale online e canale offline il professore evidenzia che “la quota della raccolta del canale online è passata dal 33 percento del 2019 al 61 percento del 2021, ed è stato questo il cambiamento più importante di questo triennio. La pandemia ha spinto i giocatori verso il canale online e questa abitudine dei giocatori ha continuato anche nel 2021”.
 
Online prevalentemente si fa il betting, giochi di abilità e poker online, mentre le lotterie istantanee e i giochi a totalizzatore nazionale si continua a preferire la rete fisica. La quota del betting è passata dal 58 percento del 2019 al 82 percento del 2021. C’è una contribuzione erariale diversa (18 percento sulla rete fisica, 20 percento nell’online), ma nonostante la maggior imposizione fiscale la domanda si è comunque spostata verso il canale online. L’elevata tassazione rispetto alla rete fisica viene compensata dall’attrattività del payout alto che viene offerto online. 
La raccolta dei giochi di abilità e poker online è passata a 51,4 miliardi euro nel 2021. Quando uno gioca online viene attratto dall’offeta di gioco che trova online. Il fatto di giocare online è stato uno dei motivi per cui questa tipologia di gioco ha conosciuto una crescita enorme. Si tratta di giochi con payout altissimi, che supera il 90 percento.
 
"Dire che il payout è alto significa dire che sono alte le vincite dei giocatori, e questo è anche un incentivo per i giocatori a rigiocare. Il prezzo della scommessa impatta sulla domanda di gioco. Il giocatore non è così sofisticato da capire che il costo della giocata è la differenza tra il prezzo della giocata e il valore della vincita. Il giocatore ha delle regole del pollice, e capisce la differenza tra un canale che con 100 euro gli consente una settimana di intrattenimento ed un canale che con la stessa cifra gli offre un intrattenimento di due settimane, preferendo ovviamente il secondo”.
 
La raccolta totale per gli apparecchi da intrattenimento è diminuita, dal 2019 al 2021, di 46,5 miliardi di euro, togliendo il 2020 che non offre dati confrontabili. “Le motivazioni”, spiega Spallone, “sono da rinvenire sicuramente nel riordino dell’offerta. Gli apparecchi attivi sono diminuiti, come imponeva l’accordo Stato-Regioni. Gli apparecchi sono effettivamente diminuiti. Ma la dinamica della diminuzione di quello che sembrava un settore inarrestabile, era iniziata già prima: la tassazione rispetto al margine lordo è elevatissima, è la differenza tra il tassare il fatturato e tassare il profitto. Gli incrementi di pochi punti si sono tradotti su un forte incremento della pressione fiscale. È una scelta del legislatore che è andava a tassare un settore in forte espansione”.
 
“La pressione media sulla raccolta nel 2019 era del 14,5 percento, nel 2021 è diventata del 16,5 percento, ciò significa che sui margini lordi la pressione è aumentata molto di più. È vero che la legislazione fiscale ha un impatto sulla dinamica dell’offerta e della domanda, perché la tassazione impatta su payout. PEr quello che riguarda gli apparecchi di intrattenimento a mio parere gioca un ruolo importante anche il tentativo di riorganizzare il settore. Perché è ovvio che la sostituzione degli apparecchi ha un suo senso, ma comporta un investimento che diventa difficile da fare in un periodo in cui la raccolta sta diminuendo.
La cosa che è stata più dannosa è stata l’incertezza sul futuro che riguarda la rete fisica, in particolare per la differenza di approccio tra Stato e autonomie locali, che hanno un approccio localistico. Il problema vero è che questi provvedimenti sono stati diversificati a seconda della regione e dei comuni che li affrontava. L’incertezza è nemica del mercato. Se non c’è certezza sulle condizioni degli investimenti gli investimenti non vengono fatti: distanziometri (individuazione delle distanze), orari e luoghi sensibili (distanza da dove) sono gli elementi che hanno creato incertezza. Sono tutte questioni che andrebbero affrontare in modo il più possibile organico. C’è stato molto contenzioso”, aggiunge Spallone rispondendo a  per sale scommesse che sono state chiuse a causa del distanziometro”.
 
E infine sul divieto di pubblicità. “C’è un aggiramento del divieto che è sotto gli occhi di tutti e che trovo vergognosi, ma al di là di questo intendevo far notare che la legislazione sulla pubblicità italiana è diventata la più rigida anche in ambito internazionale. Anche paesi molto restrittivi come la Germania e la Francia, con legislazioni molto restrittive, non raggiungono le stesse restrizioni dell’Italia. Ciò provoca, in alcuni casi, delle disfunzioni, perché è vero che la pubblicità è giusto che venga ristretta, è anche vero che in alcuni casi la pubblicità forniva delle informazioni, che non sono più state a disposizione dei giocatori/cittadini”.

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