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Speciale elezioni Trentino, candidati Trento 'Sul gioco ripartire da zero con un occhio al riordino'

19 ottobre 2023 - 11:07

Il 22 ottobre anche i cittadini della provincia di Trento andranno alle urne, ecco che aria tira per il gioco secondo i programmi di alcuni candidati, protagonisti dello Speciale elezioni curato da GiocoNews.

© Matteo Ianeselli / Wikimedia Commons

© Matteo Ianeselli / Wikimedia Commons

Manca ormai pochissimo al D-day elettorale del Trentino Alto Adige, in programma domenica 22 ottobre.

Un appuntamento al quale guardano con attenzione non solo i cittadini ma anche gli operatori di gioco del territorio, per capire se il nuovo corso politico potrebbe portare ad una revisione delle normative vigenti in materia.

Per avere un'idea di che aria tira, ecco quindi la seconda parte dello Speciale elezioni curato da GiocoNews, pubblicato sulla rivista di ottobre, consultabile integralmente online a questo link.

Dopo il focus sulla provincia di Bolzano, oggi tocca a quella di Trento, con le posizioni di alcuni aspiranti consilieri.

Gli elettori della provincia di Trento invece saranno chiamati a votare direttamente il loro presidente tra i vari candidati che si sono presentati alle elezioni.

Sono sette: Francesco Valduga (centrosinistra), Maurizio Fugatti (centrodestra), Alex Marini (Movimento 5 stelle), Elena Dardo (Alternativa), Filippo Degasperi (Onda), Sergio Divina (Alternativa popolare), Marco Rizzo (Democrazia sovrana e popolare).


Fra loro, raccogliamo il punto di vista di Marco Rizzo, a lungo deputato ed europarlamentare e fra i fondatori di Rifondazione comunista e del Partito dei comunisti italiani, e ora in lizza con Democrazia sovrana e popolare.

Innanzitutto gli chiediamo le ragioni della sua candidatura e la filosofia del nuovo soggetto politico di cui è il volto. “Con la mia candidatura a presidente della Provincia proponiamo un vero cambiamento ed una qualità politica nuova nel Trentino.  La critica alla gestione di controllo politico durante la cosiddetta pandemia, l’impegno per la pace con il riferimento all’articolo 11 della Costituzione - 'l’Italia ripudia la guerra' -, la denuncia della strumentalità del 'politicamente corretto' come arma di distrazione di massa, sono i cardini della nostra proposta. La necessità di avere una sovranità popolare per il nostro Paese, condizione senza la quale il Trentino perderebbe la sua autonomia già con le prossime elezioni europee, sono la nostra rotta. Siamo col popolo e contro le élite multinazionali e globaliste che distruggono la nostra società. Siamo contro questa finta destra e questa finta sinistra che sono facce della stessa medaglia”. 

Per Rizzo “è purtroppo del tutto evidente che il nostro Trentino, così come tutta l’Italia, è in declino. Basterebbe pensare alla cosiddetta sicurezza. Nello stesso momento in cui un migrante (che doveva esser o incarcerato o espulso) ha massacrato una donna inerme, a Trento un esercito di telecamere (con addirittura microfoni per l’ascolto). Libertà per i delinquenti e controllo per la gente per bene. Oppure anche il fatto che il salario medio dei lavoratori trentini è inferiore del 5 percento a quello medio nazionale.  Senza sovranità nazionale sarà molto difficile mantenere l’autonomia nella provincia Trentina, che l’Unione europea vorrebbe se non cancellare, certamente almeno ridurre drasticamente. Proprio a partire da questo tema parte la nostra iniziativa in questa campagna”. 

Il candidato di Democrazia sovrana e popolare è poi particolarmente critico anche nei confronti del gioco, che “prospera nelle nazioni più povere del mondo. Più cresce la disperazione negli strati popolari e più aumentano le quote del gioco. Servono politiche di conoscenza, di attenzione alle nuove generazioni e di politiche multiple anche in contrasto con la criminalità organizzata.  Serve una reimpostazione nazionale, ma il tema va articolato anche nelle competenze dell’autonomia di una provincia come quella trentina”. 

Per la lista Onda, costituita dai dissidenti del Movimento cinque stelle, c'è Filippo Degasperi, che intende “partire dai fatti, ovvero da quanto già portato in Consiglio. Su scuola e sanità gli aspetti prioritari sono restituire dignità e motivazione a chi ci lavora. Tramite il coinvolgimento nelle scelte strategiche e il ribaltamento della piramide decisionale. Sia per la Scuola che per l'Apss proponiamo che a scegliere i vertici e a valutarne i risultati siano le rispettive comunità. C'è anche una questione di retribuzione che va adeguata (soprattutto per insegnanti e professioni tecnico sanitarie) alle responsabilità; basti pensare che agli insegnanti trentini è stato negato da centrosinistra e centrodestra perfino il bonus formazione previsto dalla 'Buona scuola'. In entrambi gli ambiti ci concentreremo su una radicale riduzione del carico burocratico che distoglie energie e risorse dalla didattica e dalla cura dei pazienti. Senza dimenticare il tema del calendario scolastico da uniformare per tutte le componenti del sistema educativo eliminando le storture imposte prima dal Centrosinistra alla Formazione professionale e poi dal Centrodestra alla Scuola dell'infanzia”.

Degasperi nel suo precedente mandato da consigliere provinciale si è già occupato di gioco, ad esempio con un emendamento all'assestamento di bilancio di previsione per gli esercizi finanziari 2020-2022 per chiedere di spegnere gli apparecchi di tutta la provincia di Trento per un minimo sei ore al giorno, e ora propone una soluzione unica per regolare il settore, “considerato che sono le norme nazionali ed europee a consentirne la pratica: intervenire sulla prevenzione, sull'informazione e sulla vicinanza a chi cade nella patologia e alla sua famiglia. A Trento la lotta alle dipendenze sbandierata dal centrodestra è miseramente fallita come facilmente prevedibile viste le premesse. Bisognerà ripartire da zero riferendoci prima di tutto al gioco online, oggi fuori controllo. Le normative localistiche sono state utili solo per alimentare il dibattito e il confronto e per verificare sul campo la loro scarsa efficacia. Alla prova dei fatti, pur se da noi sostenute, si sono rivelate inutili per l'obiettivo che si prefiggevano visto anche il dilagare del gioco online. Quindi ritengo indispensabile un intervento a livello europeo ancora prima che nazionale. Purtroppo si tratta di un tema che i partiti nazionali fingono di non vedere e riesumano solo per le campagne elettorali”.

La coalizione formata da Alternativa popolare per il Trentino, Noi per Divina presidente e Giovani per Divina presidente schierano Sergio Divina, già senatore con la Lega fra il 2006 e il 2018 e candidato alla carica di presidente della Provincia autonoma di Trento nel 2008 (quando fu sconfitto da Lorenzo Dellai).

“Alternativa popolare è la prima formazione politica che non ha scelto la logica del bipolarismo ma è scesa in campo sfidando il centrodestra e il centrosinistra, che mi sembrano concetti superati per la maggioranza degli elettori italiani”, rivendica Divina.

Gli italiani hanno visto governi di sinistra fare cose di destra e governi di destra fare cose di sinistra, quindi nessuno ci capisce più nulla, e lo stessa mobilità dell'elettorato fa capire che non c'è più la 'fidelizzazione ideologica' di un tempo.

Quali sono le linee guida della nostra campagna elettorale? C'è da prendere in mano quasi tutti i settori dell'amministrazione. La nostra è una provincia autonoma con tante possibilità di intervento ma ci siamo... trovati con le toppe sul sedere... a partire dalla sanità. Non si è fatto un minimo di ragionamento a lungo termine, non ci si può accorgere da un giorno all'altro di essere sguarniti sulla disponibilità di medici, infermieri, sanitari.

Ecco, questo è un esempio di come negli anni passati ci sia stata troppa improvvisazione e siano stati portati avanti interventi a spot. Bolzano e Trento sono province molto simili, hanno entrambe poco più di 500mila abitanti: sette anni fa avevano lo stesso bilancio, oggi quella di Trento ha circa 3 miliardi in meno rispetto a Bolzano.

Noi tratteniamo i 9/10 delle imposte versate dai contribuenti del territorio, quindi ci sarebbe una certa disponibilità per gli investimenti. Bolzano è più vivace in questo, mentre Trento è una cenerentola sonnacchiosa.

Sono i numeri che parlano, ed è una valutazione che hanno fatto anche i trentini, a proposito di una classe dirigente che è la peggiore che la nostra regione abbia mai avuto, che opera con tanta arroganza e poco dialogo a ogni livello.

Per questo siamo scesi in campo, per rispondere a una sorta di 'chiamata alle armi'.

Ecco perché mi sono candidato: non per fare carriera politica, visto che ho già dato, ma per fare da traghettatore a una classe dirigente nuova e capace.

Di regolamentazione del gioco me ne sono occupato da consigliere provinciale e regionale, e anche in Parlamento. Credo che i cittadini più poveri, sempre più indebitati per la bassa capacità di spesa e l'aumento del costo della vita, a volte cerchino il riscatto nel colpo di fortuna, che non arriva quasi mai, e finiscano anche nel giro di criminalità e usura.

Per questo penso che sia necessario limitare l'offerta di gioco, e reputo vergognoso che lo Stato incassi da questo settore per poi dover prendere soldi per fronteggiare le patologie e i reati che ne conseguono.

Quanto al distanziamento fra le attività di gioco e i 'luoghi sensibili', non è male far sì che i giovani nel percorso casa-scuola non incontrino pericoli”.

Il candidato di Alternativa popolare quindi propone di utilizzare la carta dei servizi (la tessera sanitaria, Ndr) come strumento per identificare la cifra massima che si può giocare. “Un limite di spesa automatico, che consenta di spendere una cifra che non intacca il proprio bilancio anche a chi a un reddito basso”.

Oltre agli investimenti sulla della ludopatia, per Divina è indubbiamente necessaria l'educazione civica,” per insegnare ai ragazzi come avere un rapporto sano con il gioco”.

Quanto al riordino nazionale del settore, “non si sa serva davvero una normativa generalizzata, ma di certo è utile un coordinamento, con delle linee guida per le regioni”.

 

 

 

 

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