Super green pass sì o no?
A circa un mese di distanza dal Natale, la domanda si rafforza e si ripete tanto nell'agone politico – fra i parlamentari come fra i governatori delle Regioni o i sindaci – insieme con quella sulla possibile introduzione dell'obbligo vaccinale.
Due domande alle quali il Governo dovrebbe dare risposta entro questa settimana, con un primo confronto fra i ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini e i presidenti delle Regioni, e poi con il faccia a faccia fra il premier Mario Draghi e la cabina di regia politica, e quindi con il Consiglio dei ministri.
L'obiettivo è quello di
limitare la circolazione dei soggetti non vaccinati e quindi “salvare il Natale”, e scongiurare un nuovo lockdown, guardando allo scenario nazionale attuale - con oltre 10mila contagi giornalieri ed un tasso di positività intorno al 2 percento – e alle criticità che ormai manifestano diversi Paesi europei. A cominciare
dalle decisioni prese dalla vicina Austria, che da oggi, 22 novembre, torna in lockdown (per la quarta volta dall’inizio della pandemia di Covid, chiudendo anche i casinò) e ha reso obbligatorie le vaccinazioni contro il virus dal 1° febbraio 2022.
Il nuovo decreto per l'Italia, stando alle indiscrezioni, dovrebbe introdurre restrizioni e divieti soltanto per chi non si è ancora vaccinato, con un focus sui luoghi della cultura e del divertimento, fra i quali, come è sempre accaduto finora, potrebbero essere inclusi anche quelli del gioco.
Mentre si moltiplicano le richieste in questo senso, per il varo di misure differenziate, a partire da quella avanzata dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, nel corso della trasmissione “Mezz'ora in più”, su Rai 3. "Proporremo al Governo di scegliere il più presto possibile delle misure che possano favorire le vaccinazioni, garantendo in caso di passaggio di zona la possibilità di superare quelle restrizioni per le persone che si sono vaccinate", cercando così di "convincere anche gli ultimi indecisi", e "dare certezza alle imprese, alle quali non possiamo di dire vediamo in che zona sarete e se terrete aperto o no'".
Fedriga quindi rimarca: “Dobbiamo dare certezza al mondo economico, non possiamo pensare di affrontare la stagione invernale con l'incertezza dello scorso anno. Nelle settimane successive abbiamo visto un aumento dei contagi, non nelle ospedalizzazioni ma non possiamo pensare di guardare in prospettiva da una parte con il rischio che gli ospedali si riempiano e dall'altro che le attività chiudano. Su questo abbiamo chiesto un incontro al Governo".
Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, si dice convinto che il Governo “adotterà un pacchetto di misure e che questo non comprenderà solo il pass a due velocità, ma anche l’obbligatorietà di terza dose per sanitari ed Rsa”, mentre per il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, “l’obbligo vaccinale è una necessità, non è più una opzione”.
Nelle ultime ore, anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a Torino per l’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Iren, si è espresso a favore dell'obbligo vaccinale. “Noi sei mesi fa avevamo posto il tema di andare verso un obbligo vaccinale da costruire e realizzare. Dopo sei mesi, vedo che c’è chi si sta svegliando e rendendosi conto che è un tema. Per quanto ci riguarda, quella è la strada da affrontare con serietà e mi sembra un tema che stia venendo fuori in tutta Europa”.
Dello stesso tenore le dichiarazioni di Raffaele Lauro, segretario generale di Unimpresa. “Appare evidente, anche ai ciechi e ai sordi, ma non ai matti, che l’introduzione dell’obbligo vaccinale non possa essere rinviato oltre! Il tempo è scaduto! Se braccio di ferro ci deve essere, ci sia subito. Hic et nunc, senza provocare altre migliaia di vittime innocenti. Se la schiera dei deliranti dovesse ingrossarsi, potrebbe diventare difficile in futuro, e con danni non prevedibili, tenere sotto controllo la situazione, nel rispetto dell’ordine repubblicano. Non c’è più tempo da perdere, per il bene supremo del nostro Paese”.
LE MISURE AL VAGLIO DEL GOVERNO – Stando ai rumours circolati nel weekend appena concluso, il Governo, dopo aver deciso di prorogare lo stato di emergenza in scadenza il 31 dicembre almeno fino al 30 gennaio 2022, starebbe lavorando su più fronti: in primis l'estensione dell'obbligo vaccinale, probabilmente non a tutti ma solo ai membri delle forze dell’ordine, al personale degli istituti scolastici e a quelli della Pubblica amministrazione a contatto col pubblico. Di pari passo dovrebbe essere ridotta la durata del green pass, a nove mesi dalla seconda dose (e non più 12 come è previsto finora), o addirittura fino a sei, mentre la terza dose si potrà effettuare a 5 mesi di distanza dalla seconda.
Quanto all'introduzione del super green pass, sembra ormai certo che solo i non vaccinati dovranno sottostare a limitazioni per l'accesso ad attività commerciali e produttive, così come alla vita sociale, compresa appunto la frequentazione di ristoranti e bar, cinema e teatri, palestre e piscine, musei, e, per estensione – appare scontato – e di location di gioco.
Per quanto riguarda il lavoro, chi continua a scegliere di non vaccinarsi per accedere al proprio ufficio, fabbrica o studio dovrà effettuare il tampone (molecolare con una validità di 48 ore e antigenico di 24, una volta che il Comitato tecnico scientifico si sarà espresso in materia). Così come se vorrà salire sugli aerei o i treni dell’alta velocità e sugli aerei, ma non su bus o metro, soprattutto per la difficoltà di assicurare il controllo del green pass.
I no vax poi potrebbero essere “bloccati” dal passaggio della propria regione in zona arancione, se non addirittura in quella gialla.