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Testa (FdI): 'Riordino normativo per non dare alibi agli enti locali sul gioco'

14 gennaio 2023 - 09:48

Secondo il deputato Guerino Testa sul gioco occorre agire con un approccio nazionale comune affinché le Regioni non regolamentino il settore in modo disordinato e caotico.

Scritto da Daniele Duso
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Si è aperto un anno che potrebbe essere fondamentale per il mondo del gioco, con il nuovo Governo, guidato da Giorgia Meloni, al quale giunge la rinnovata richiesta di dare vita a quella legge quadro che è così attesa dall’intero settore. A far sperare in uno sviluppo positivo è l’ampia consapevolezza che anche la politica sembra aver preso dell’importanza del gioco legale sia per quanto riguarda l’Erario, che per ridurre il campo d’azione delle criminalità, oltre che per fornire un primo, concreto, supporto ai giocatori problematici.

Ne abbiamo parlato con Guerino Testa, rappresentante della maggioranza, in quanto eletto nelle fila di Fratelli d’Italia, membro della commissione VI della Camera, competente per le tematiche finanziarie, all’interno della quale ricopre anche il ruolo di segretario. Onorevole Testa, negli ultimi anni lo scenario italiano è cambiato molto e la politica si trova di fronte nuove sfide, che dopo quella sanitaria ora vertono su temi legati all’energia e all’inflazione, che si sommano a problemi storici negli ambiti delle imprese, del sociale, del lavoro, delle infrastrutture. Si dovranno stabilire delle priorità, col rischio di scontentare qualcuno. Lei cosa ne pensa?
“Sono tutti temi centrali nel programma di governo di Giorgia Meloni. In questa legge di bilancio già si evidenziano dei passi in avanti grazie ad alcune misure che ovviamente implementeremo nel corso della legislatura e porteremo avanti in modo parallelo e costante. Il successo dell’Italia passa infatti necessariamente attraverso il successo delle nostre imprese, delle nostre infrastrutture e di un giusto sistema fiscale”.

Restiamo al quadro generale: il Pnrr è considerato una buona opportunità per il rilancio del Paese, ma preoccupa l’aggravamento del sistema socioeconomico del Paese e l’emergere continuo di frodi ai danni dello Stato. Lei che era in Parlamento anche nella scorsa legislatura ritiene che le risorse disponibili siano state sinora distribuite equamente o rimangono dei settori che si potrebbero coprire meglio?
“Il Pnrr è – ricordiamolo – un debito che la nostra nazione dovrà ripagare in parte all’Europa. Questi soldi sono per noi certamente una grande opportunità che non dobbiamo farci sfuggire, ma non sono affatto, come qualcuno pensa, la panacea di tutti i mali. Fino ad oggi, infatti, i risultati non sono stati quelli auspicati: dovremo fare una rimodulazione per arrivare al 2026 con tutte le infrastrutture programmate realizzate e un’Italia più moderna”.

La manovra di Bilancio si occupa anche di gioco pubblico, un settore molto importante per il Paese, a partire da quanto porta all’Erario. Ma il settore del gioco è pure un’industria importante anche per l’occupazione, dato che dà lavoro a circa 150mila persone. La proroga delle concessioni dà stabilità al settore, ma è sufficiente come tutela per i tanti posti di lavoro?
“Certamente il mondo del gioco lecito costituisce una fonte di risorse per l’Erario e rappresenta un settore che offre molti posti di lavoro diffusi in tutta Italia. Posti di lavoro che ovviamente faremo in modo di salvaguardare”.

Il settore attende da anni un riordino normativo sempre promesso ma mai portato a termine dai governi precedenti. Questo Esecutivo sembra in grado di portare a termine l’impresa. In tal caso la proroga delle concessioni nell’ambito della manovra di Bilancio potrebbe creare qualche frizione con gli enti locali?
“Diciamo che un riordino normativo è molto importante per non dare alibi agli enti locali di legiferare in modo difforme: non è giusto che un’azienda in Abruzzo debba comportarsi in un modo e una in Emilia-Romagna in un altro. Bisogna omologare la normativa affinché le Regioni non regolamentino il settore in modo disordinato e caotico tra loro: serve un approccio nazionale comune”.

Di contro ci sono problemi di salute pubblica, con il problema del gioco patologico che, nel passato pure recente, ha portato molti enti locali a legiferare anche in contrasto con le normative dello Stato centrale. Pensa che sarà possibile trovare un punto di accordo nel rispetto delle diverse competenze dei vari poteri?
La ludopatia rappresenta uno dei grandi mali di questa epoca. Ma a mio parere occorre far capire a tutti gli attori che la dipendenza dal gioco, così come tutte le dipendenze, va combattuta soprattutto con la prevenzione e la comunicazione”.

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