Con la conversione in legge del Decreto Rilancio, è stato approvato un prelievo addizionale sulle scommesse pari allo 0,5 percento del volume complessivo.
Questa misura si è resa necessaria per venire incontro agli sport che maggiormente hanno subito le conseguenze del lockdown a seguito dell’epidemia Covid-19.
Il prelievo, però, ha incluso anche le scommesse ippiche che, ad oggi, già sono costrette ad una tassazione sino al 47 percento circa, pari al doppio delle altre. "Ciò rischia di essere un ulteriore colpo ad un settore entrato in una spirale depressiva da cui si cerca di uscire attraverso un complesso e partecipato processo di riforma, portato avanti dal ministero delle Politiche Agricole e che vedrà, nei prossimi giorni, la convocazione delle categorie per iniziare il confronto sul percorso da intraprendere", sottolinea il sottosegretario con delega all'ippica, Giuseppe L'Abbate.
E ancora: “La norma fa riferimento alla raccolta da scommesse relative ad eventi sportivi di qualsiasi genere, anche in formato virtuale, e destina le risorse a misure di sostegno al sistema sportivo colpito dalla crisi economica conseguente all’emergenza epidemiologica – prosegue L’Abbate – l’estensione di tale disposizione alla raccolta delle scommesse ippiche, però, presenta criticità sia perché sembra ricomprendere la filiera ippica all’interno degli sport quando le corse ippiche sono espressione di una attività di valorizzazione dell’allevamento degli equidi e l’atleta è il cavallo e non l’uomo sia per l’alto livello di tassazione patito già oggi dalle scommesse ippiche in confronto a quelle sportive".
Per questo, L'Abbate ha inviato una missiva al direttore dell’Agenzia dogane e monopoli, Marcello Minenna, "per ribadire le ragioni del comparto ippico al fine di preservarlo da una ingiusta ulteriore penalizzazione. Del resto – prosegue il sottosegretario – è la stessa norma a non inserire l’ippica tra i destinatari del Fondo speciale venutosi a creare con questo prelievo forzoso sulle scommesse”.
Gli ippodromi, d’altronde, ben lungi dall’essere strutture sportive, hanno un proprio codice Ateco e, anche nelle riaperture dopo il periodo di lockdown, nella valutazione del diritto allo svolgimento degli spettacoli legati alle corse dei cavalli, si sono seguite logiche legate agli spettacoli aperti al pubblico e non agli eventi sportivi. "Si attende, pertanto, risposta dall’Agenzia dogane e monopoli così da preservare l’ippica da quello che rappresenterebbe per il comparto un ulteriore colpo?", conclude L'Abbate.