"Colgo l’occasione della discussione dell’interrogazione in esame anche per manifestare la propria intenzione di rilanciare l’azione del Governo nei confronti del cosiddetto match fixing, ribadendo come il rischio di combine non riguardi soltanto le categorie più esposte mediaticamente ma anche quelle meno esposte e più delicate, ricordando come a volte, illegalmente, si scommette anche sulle partite degli adolescenti, ciò che costituisce una piaga che bisogna cercare di debellare con norme sempre più efficaci."
Così il ministro dello Sport, Andrea Abodi, nella risposta all'interrogazione "Criticità relative alle nomine negli organismi di disciplina del giuoco del calcio", presentata dal deputato Mauro Berruto (Partito democratico) e discussa nella seduta della commissione Cultura della Camera di ieri, 5 marzo.
Con l'occasione, Abodi rende noto anche il "rilancio dell’azione congiunta con il ministro Piantedosi inerente i due organismi incardinati presso il ministero dell’interno che si occupano di monitorare e reprimere il fenomeno del match fixing affinché essi possano trovare un nuovo impulso e soprattutto possano rendere partecipi le istituzioni degli effetti di questa attività di monitoraggio che deve essere in grado di comunicare e di far comprendere che il presidio rimane costante".
Il ministro quindi confida "nella sensibilità di tutto il sistema calcistico, che va allenata anche attraverso l’informazione e la sollecitazione, sul fatto che i tesserati e gli arbitri non possono offrire disponibilità di qualsiasi tipo relativamente alle scommesse di carattere sportivo. Ciò vale tanto più per la classe arbitrale, alla quale riconosce tutto il suo valore anche civico e morale, non tanto per- ché senza l’arbitro non si può giocare, ma proprio perché essa è l’emblema delle garanzie deve interpretare".
LA REPLICA DI BERRUTO – A commento delle affermazioni di Abodi in tema di match fixing, il deputato dem ribadisce "il proprio rammarico" per il voto espresso ieri nella commissione Cultura del Senato, con il sì alla risoluzione di Fratelli d'Italia sulla riforma del calcio italiano, comprensiva della proposta al Governo per il ritorno della pubblicità indiretta del gioco.
Per Berruto "è stata una vera e propria occasione persa per una convergenza sul tema, non essendo negoziabile per il Partito democratico l’aspetto riferentesi alla pubblicità e alla sponsorizzazione dell’attività delle società di scommesse sportive". Infine, si dice "preoccupato dell’esposizione dei minori ad un facile accesso al mondo delle scommesse sportive e auspica di potersi confrontare in futuro con il Governo su questo tema, come su quello degli stadi, del credito d’imposta, dei finanziamenti ai settori giovanili e al calcio femminile".