La determinazione direttoriale sarà il prossimo passo col quale l’Agenzia delle dogane e dei monopoli procederà alla regolamentazione dei Punti vendita ricariche. Ed è in previsione della sua attuazione che, nel corso dell’open hearing realizzato oggi, 18 ottobre, dall’Adm, gli operatori presentano alcune domande sottolineando dubbi e perplessità sulla nuova regolamentazione di queste attività commerciali.
Dopo l’intervento introduttivo di Andrea Bizzarri, direttore dell'ufficio Gioco a distanza della Direzione Giochi, una delle prime domande riguarda l’esclusione dei famigliari del titolare del Pvr dal divieto di apertura dei conti di gioco, cosa che non riguarda tuttavia i dipendenti. In quest’ottica Paolo Marchi che chiede quale obbligo vi sia per il concessionario di assicurarsi che i dipendenti non siano titolari di un conto di gioco. Risponde subito Bizzarri spiegando che “si potrebbero inserire nei contratti di lavoro delle clausole vessatorie che vietano al dipendente di essere titolare di un conto di gioco”, aggiungendo, in risposta ad un’altra domanda, che “i conviventi si intendono come famigliari”.
Il Pvr potrà esporre al suo interno una pubblicità dei suoi servizi, chiarisce ancora Bizzarri, e potrà farlo anche nel caso il Pvr sia situato all’interno di un’agenzia scommesse. “I servizi”, ricorda infatti il funzionario Adm, “sono diversi e possono rivolgersi anche a persone diverse dai clienti dell’agenzia di scommesse”.
In merito agli Ip statici c’è chi sottolinea come sia oggi raro trovare un Pvr (che sia bar, ricevitoria o altro) che abbia già un IP statico, perché questo richiede un’utenza business che un Pvr solitamente non ha la possibilità di avere.
Bizzarri risponde che sulla base delle indicazioni raccolte nel confronto con vari concessionari “le informazioni che ci giungono ci dicono che la misura è assolutamente realizzabile”.
Una questione che tuttavia non toglie le perplessità agli associati di As.tro, come spiega Marco Castaldo, dicendo che Assotrattenimento “è favorevole all’attivazione di alcuni dei presidi, e non abbiamo nessuna riserva sull’attivarne altri nel tempo”, ma serve chiarire meglio l’obbligo dell’Ip statico, “che impone un’onerosità ai punti vendita che tuttavia non ci risulta corrisponda ad una maggiore sicurezza nei controlli”.
“Vogliamo superare qualsiasi criticità dal punto di vista organizzativo”, assicura Bizzarri, “restiamo disponibili a confrontarci se restano altri aspetti che necessitano chiarimenti. Il punto, a nostro parere, non è imporre delle regole, ma arrivare a una maggior chiarezza e maggior certezza, riconducendo i Pvr nell’ambito di una disciplina che consenta di svolgere la loro attività, ma anche all’Adm di avere, tramite la collaborazione con i concessionari, un controllo anche su queste attività che pur non rientrando nelle concessioni, hanno dimostrato di necessitare di un intervento chiarificatore”.
A Maurizio Ughi, che chiede se all’interno del Pvr sarà consentito ritirare somme dal conto di gioco, Bizzarri risponde che “l’agenzia su questo sta ancora riflettendo, ci riserviamo, prima dell’adozione della determina, di dare una indicazione chiara. La questione”, spiega, “è piuttosto critica, perché potrebbe essere uno strumento per snaturare la funzione stessa dell’attività di gioco. Nel tempo si è avuta un’apertura con il pagamento della vincita, ma per serietà ci riserviamo un ulteriore approfondimento”.
Infine chi chiede informazioni sui controlli, “da quando e come verranno effettuati”, e se “verrà dato più tempo per sistemare le criticità, in primis legate agli Ip statici, o se si partirà dal 1° gennaio”, risponde Luca Turchi, direttore dell’ufficio Controlli Giochi della Direzione Giochi, spiegando che “l’attività dei controlli verrà organizzata e standardizzata sulla base delle decisioni prese dall’amministrazione e sulla base degli open hearing e degli incontri con gli operatori sulla materia. Potremmo rilasciare un vademecum”, aggiunge Turchi, “ ma sarò riservato ai nostri collaboratori interni, non messo a disposizione degli operatori di gioco”, ricordando che “il decreto 124 prevede anche di poter fare attività di gioco ai fini di controllo”.
In linea generale, aggiunge Turchi, “per quanto riguarda le attività di controllo fatte da soggetti che sono al di fuori di Adm non posso esprimermi, ma quel che è certo è che le attività di controllo non possono essere standardizzate al 100 percento, perché le situazioni che si troveranno di fronte le forze di polizia e il nostro personale, potranno essere anche molto differenti”.
A chi sottolinea che sarebbe opportuno mettere a disposizione degli operatori un vademecum, un decalogo, che chiarisca ogni dubbio interpretativo, evitando di andare a sanzionare in presenza di un dubbio interpretativo, Turchi risponde che “prima di fissare i canoni dei controlli verranno sicuramente fissate le linee guida di ciò che si può fare ciò che non si può fare all’interno dei Pvr”. Interviene quindi Bizzarri ricordando tuttavia che “il perimetro dell’operatività del Pvr non nasce con questo open hearing o con la circolare. Qui non siamo chiamati a regolamentare un profilo nuovo, ma siamo chiamati a chiarire eventuali incertezze. Il Pvr due cose può fare, e sono sempre le stesse, ricordando che il concessionario è responsabile, e alla terza infrazione l’ufficio fa partire il decadimento della concessione”. Questa è una cosa che crea una situazione di stallo fastidiosa, ammette Bizzarri, “ed è per questo che facciamo questi incontri, per evitare il più possibile interpretazioni non corrette”.
“La determina del direttore generale”, aggiunge infine Bizzarri, “avrà una fase di rodaggio, quindi non si parte dal 1° gennaio”.