Betting italiano su del 46,7%: Bet365 leader online, Snaitech del retail
Dalle elaborazioni di GiocoNews.it sulla raccolta del betting emerge un settore in salute che genera un aumento delle entrate erariali del 46,7 percento.
Cresce il betting italiano, nonostante l'ippica, che continua a perdere appeal sui giocatori. E' questo, in estrema sintesi, ciò che emerge da un'analisi delle elaborazioni di GiocoNews.it sui dati provenienti dagli operatori sulla prima parte dell'anno in corso. In particolare, il mercato globale delle scommesse (tra scommesse a quota fissa e virtuali, sia online che in agenzia) è cresciuto di circa il 46,7 percento tra gennaio e maggio, mentre l'ippica è diminuita di oltre l'11 percento.
Conducendo un'analisi più approfondita dei singoli segmenti che compongono il mercato del betting italiano - per quanto riguarda i giochi a base sportiva, ovvero, le scommesse a quota fissa, quelle a totalizzatore, più i concorsi a pronostici multipli e i cosiddetti "pool games" - registra una crescita del 47,5 percento della raccolta nei primi cinque mesi del 2017. A cui si aggiunge il trend positivo delle scommesse virtuali, con +39,2 percento nello stesso periodo, e il betting exchange che cresce ancora di quasi il 55 percento rispetto all'anno precedente. L'unico segmento in diminuzione, al solito, è quello dei giochi a base ippica, che nel periodo di riferimento diminuiscono dell'11,3 percento.
Da notare, pertanto, la crescita dei concessionari "emergenti", Planetwin, Goldbet e Betaland, che sono entrati sul mercato del gioco legale in seguito alla "sanatoria" del 2015. Il trend di crescita di Planet, in particolare, è dovuto alla migrazione, soltanto recente, delle reti di raccolta online, con i dati che si iniziano a "pesare" nelle stime ufficiali a partire dallo scorso febbraio, registrando un progressivo aumento (dallo 0,1 percento di quota di mercato dello scorso febbraio, per il solo segmento online, fino a superare il 10 percento a maggio). Mentre Betaland, di cui si stimano i dati della rete online ormai dallo scorso giugno 2016, si è stabilizzata attorno alla quota del 3,5 percento per quanto riguarda il canale telematico.