skin

Caso Politanò alla Cjeu: attesa per le conclusioni dell'avvocato Wahl

13 aprile 2016 - 10:50

Dibattito acceso sulla doppia fideiussione prevista dal bando Monti sulle scommesse alla Corte di Giustizia Europea.

Scritto da Anna Maria Rengo
Caso Politanò alla Cjeu: attesa per le conclusioni dell'avvocato Wahl

Sono attese per il prossimo 16 giugno le conclusioni da parte dell'avvocato generale Nils Wahl sulla causa Politanò (BetUniq) discussa oggi 13 aprile dalla II sezione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. La sentenza sul caso, rimesso al giudice europeo da parte del Tribunale di Reggio Calabria, dovrebbe essere dunque pubblicata verso settembre.

Nel corso dell'udienza, la difesa ha chiesto di censurare la normativa della gara Monti del 2012 per il rilascio di nuove concessioni per le scommesse sportive con riferimento ai limiti imposti da uno Stato membro alle concrete modalità per dimostrare la capacità economico-finanziaria degli aspiranti concessionari.

L'INTERVENTO DEL LEGALE AGNELLO - "Abbiamo due Stati - ha spiegato il legale di Uniq Group, l'avvocato Daniela Agnello - da un lato Malta, con una rigida prassi bancaria, dall'altro l'Italia, che si ostina a non offrire ragionevoli alternative alle doppie referenze bancarie, non prevedendo un elemento di flessibilità e, per l'effetto, causando l'esclusione dell'operatore della gara". La difesa, a seguito delle numerose domande formulate dal relatore e dall'avvocato generale, ha "ampiamente risposto evidenziando la necessità di capire quale modello di Europa si vuole realizzare: l'Europa della burocrazia e dei formalismi o un'Europa che non perde occasione per superare le barriere tra gli Stati e integrare nuovi principi tra materia armonizzate e materie non armonizzate: appalti, concessioni e giochi".

La difesa ha dunque evidenziato che escludere da una gara un soggetto che non può ricorrere alle referenze bancarie per giustificati motivi, laddove esistevano altri strumenti idonei, va oltre quanto necessario per garantire l'affidabilità economica di un partecipante alla selezione e viola il principio della proporzionalità. La normativa italiana - sempre secondo l'avvocato Agnello - non ha fornito criteri oggettivi e noti in anticipo per la redazione delle referenze bancarie e ha attribuito un potere illimitato all'Amministrazione nella valutazione di tali referenze. Non ha rispettato l'obbligo di trasparenza, quale corollario del principio della parità di trattamento, con conseguente violazione del principio di effettività".
IL COMMENTO DEL LEGALE NETO - "Alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea viene offerta un'altra occasione per smascherare l'illegittimità di vincoli normativi e procedurali, che risultano oggettivamente ingiustificati rispetto al fine perseguito dallo Stato italiano”, aggiunge il legale della parte privata Politanò, l'avvocato Domenico Neto. “È chiaro come i criteri per attestare la capacità economico/finanziaria e contenuti nel bando Monti non siano affatto rispettosi di principi-cardine più volte ribaditi e consolidati nell'ambito della giurisprudenza comunitaria. Auspico che la decisione della Corte sia di stimolo per il Governo italiano affinché configuri lo schema di un nuovo ed imminente regime concessorio, rispettoso del basilare ed irrinunciabile criterio di trasparenza e di massima partecipazione alle gare nel settore delle competizioni sportive e del gioco". 
A rappresentare il governo italiano l'avvocato Carla Colelli, che ha ribadito i concetti contenuti nelle conclusioni già depositate in vista dell'udienza. 

Articoli correlati