CdS: 'Legge gioco Liguria, distanziometro vale anche per le sale scommesse'

"La legislazione regionale non si riferisce alle sole attività di intrattenimento e svago praticate tramite l’utilizzo di apparecchi idonei per il gioco lecito, ma anche ai punti di raccolta scommesse, in quanto lo scopo della normativa è quello di arginare le conseguenze sociali che tali attività ludiche possono provocare e, comunque, le sale scommesse rientrerebbero nella definizione di ‘sala pubblica da gioco’".

È l'assunto secondo il quale il Consiglio di Stato accoglie l'appello principale presentato dal Comune di Chiavari (Ge) per la riforma di una sentenza emessa dal Tar Liguria nel 2018 che ha escluso l'applicazione anche alle sale scommesse dei limiti distanziometrici che devono essere osservati dalle sale giochi.

Il Consiglio di Stato condivide il punto di vista dell'appellante, secondo cui "la legge regionale deve essere interpretata nel senso di includere nel divieto di cui all’art. 2, comma 2, anche la raccolta delle scommesse, con conseguente applicabilità anche a quest’ultima attività del regime delle distanze minime da luoghi sensibili".

Nella sentenza si legge che "va affermata la equiparabilità delle sale scommesse alle sale gioco, con conseguente applicazione della disciplina relativa alle distanze dai luoghi sensibili; pertanto va accolto anche il secondo motivo di appello principale, essendo stato verificato che la struttura adibita a sala scommesse non rispetta i limiti distanziometrici dai luoghi sensibili, circostanza accertata anche dal Collegio di primo grado, il quale afferma che 'non è contestabile che almeno tra la sala scommesse e parti rilevanti e frequentate dello stadio cittadino intercorrono non più di metri duecentoventi'”.