Corte Ue, Dossena (Goldbet): "Ctd, sistema che va riformato"
“I giudici nazionali si sono già espressi sul caso Goldbet, estendendo di fatto la sentenza Costa Cifone al bookmaker austriaco e così hanno fatto oltre 100 tribunali sul territorio. Non solo: la Commissione parlamentare Antimafia da due anni sta chiedendo la riforma dell’articolo 88 del Tulps, con l’obbligo - per le autorità di polizia - di eseguire i controlli sull’affidabilità dei gestori anche in assenza di concessione. L’esito paradossale di questa situazione è che i Ctd collegati con l’estero riescono a rimanere aperti ma di fatto senza controlli, un sistema che chiaramente non può continuare e che va riformato”. Scommesse: alla Corte Ue appena conclusa udienza su caso Goldbet La sentenza entro sei mesi, le tesi del governo italiano e di Snai
Lo ha detto, nel corso dell’udienza di questa mattina in Lussemburgo, duranta l’udienza alla Corte di Giustizia Ue sui casi Rainone-Biasci, l’avvocato Augusto Dossena che rappresenta Goldbet, come riporta Agipronews. “Le licenze di pubblica sicurezza in Italia vengono negate solo perché il bookmaker estero non possiede una concessione statale, con la conseguenza che l’articolo 88 sta continuando a tutelare solo le limitazioni nell’accesso al mercato. La Corte ha già chiarito che il caso Goldbet è identico a quello di Costa e Cifone. Per questo sorprende il contenuto della memoria di Stanleybet, che sostiene come la sentenza sia una sorta di ‘esclusiva’, ha aggiunto l’avvocato Donati.