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Decadenza raccolta scommesse, CdS dà ragione ad un bar di Bolzano

24 aprile 2023 - 11:58

Il Consiglio di Stato accoglie ricorso di un bar di Bolzano contro l’accertamento della decadenza dell’autorizzazione alla raccolta di scommesse emesso dal Comune. Camera di consiglio il 18 maggio.

Scritto da Fm
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“L'istanza di tutela cautelare monocratica è motivata in quanto il Comune avrebbe già iniziato a dare esecuzione (in realtà richiedendo le spese di lite con comunicazione del 30 marzo 2023), l’attività di impresa riguardo alle scommesse verrebbe forzosamente interrotta e la attività di impresa costituirebbe la fonte principale di mantenimento della famiglia del socio accomandatario (le scommesse costituiscono il 71,30 per cento del reddito di impresa)”.

 

Lo sottolinea il Consiglio di Stato nel decreto con cui accoglie la istanza di tutela cautelare monocratica presentata da una società per la riforma della sentenza del Tribunale regionale di giustizia amministrativa che aveva dato il via libera all’accertamento della decadenza dell’autorizzazione alla raccolta di scommesse su eventi sportivi in un bar sito nel capoluogo altoatesino da parte del Comune di Bolzano.

Per l'effetto, il Consiglio di Stato sospende in via provvisoria la esecutività della sentenza appellata, e fissa per la discussione la camera di consiglio del 18 maggio 2023.

Nelle motivazioni del decreto, i giudici ricordano che “il provvedimento impugnato nel ricorso originario è di decadenza (e divieto di prosecuzione dell’attività), per violazione dei limiti di distanze delle attività di giuochi e scommesse dai luoghi sensibili e in sostanza, in estrema sintesi, la controversia attiene alla applicazione di tali limiti ai soli apparecchi o anche alle scommesse su eventi sportivi in generale: conseguentemente, il rigetto del ricorso da parte della sentenza appellata determinerebbe, per la sua esecutività e l’effetto risolutivo degli effetti dei provvedimenti cautelari di primo grado (decreto presidenziale e ordinanza collegiale) la piena efficacia della decadenza del 22 maggio 2019, con automatismo in danno delle parti appellanti; le ragioni e i pregiudizi addotti concretano le ragioni di estrema gravità ed urgenza, tali da non consentire di attendere la dilazione alla prima camera di consiglio utile”.

 

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