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Decreto Crescita e scommesse, Coni e Figc: 'No a demagogia su sponsorizzazioni'

28 novembre 2023 - 13:19

Giovanni Malagò (Coni), Gabriele Gravina (Figc) e Urbano Cairo (Torino Fc) a tutto campo sui sostegni che si potrebbero reperire per supportare l'industria dello sport, compresi quelli legati alle scommesse.

Scritto da Redazione
© Chaos Soccer Gear / Unsplash

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"Decreto Crescita? Il Coni sta dalla parte dello sport. Sembra evidente che tutto quello che si può fare per sostenere e aiutare l'industria dello sport a livello normativo è apprezzato".

Ne è convinto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, uno dei protagonisti dell'evento "Rcs Sport Industry Talk", tenutosi a Milano oggi, 28 novembre, in un confronto sulla norma che prevede vantaggi fiscali per chi sposta la propria residenza in Italia, con i redditi prodotti nel nostro Paese che vengono pesati solo al 50 percento in termini fiscali, per il cui mantenimento i club si sono uniti in virtù del particolare privilegio che garantisce al mondo del calcio verso lo Stato.

"È la mia opinione, dalla parte del legislatore è giusto che si facciano alcune considerazioni. Basta mettere qualche parametro per una maggiore competitività dei nostri sport. Noi abbiamo bisogno di uscire da quel momento politico in cui la demagogia ha prevalso sulle logiche del sistema, come ad esempio sul tema delle scommesse, è stata una scelta scellerata", sottolinea Malagò.

 

Di tenore simile le esternazioni di Gabriele Gravina, presidente della Figc: “Sul Decreto Crescita le posizioni di Assocalciatori e club sono posizioni che hanno finalità diverse. Una ha valutazioni economico-finanziarie, di appeal, per il brand. Dall'altro c'è l'esigenza di tutelare il vivaio, il prodotto nazionale. Dobbiamo concentrarci su un'idea di progetto più complessiva, non possiamo esaurire il percorso su singoli provvedimenti come può essere il decreto crescita o le scommesse. Serve un progetto organico, trovare soluzioni per un progetto innovativo.

Il calcio è sicuramente un grande valore del sistema Paese sotto il profilo sportivo, economico e sociale. Rappresentiamo il 25 percento dei tesserati del Coni, valiamo lo 0,58 percento del Pil nazionale e contribuiamo con 1,4 miliardi al gettito fiscale: per ogni euro che lo Stato dà al calcio, il calcio ne riceve 18. È evidente il peso del calcio come industria nel nostro Paese. Stiamo già facendo una autodiagnosi ma abbiamo anche bisogno dello Stato, abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia supporto per adottare criteri per mettere in sicurezza il sistema".

 

L'evento ha visto anche la partecipazione del presidente del Torino Football club, Urbano Cairo, che sottolinea l'importanza del sistema calcio. “È un’industria importante che dà un grande contributo al Paese dal punto di vista del divertimento e da quello delle imposte. Però si fa poco per aiutare un sistema che ha avuto i suoi problemi durante il Covid, per via della riduzione delle sponsorizzazioni e del volume della compravendita dei giocatori”. 

Come risolvere tutto questo? “Dalle scommesse sul calcio il nostro mondo non riceve nemmeno un centesimo ed è un paradosso che le aziende di betting non possano sponsorizzare squadre di calcio”.

 


 

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