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Ige 2024, Italia punto di riferimento nell'integrità dello sport

18 aprile 2024 - 13:06

Ad Ige - Italian gaming expo & conference 2024 si parla di integrità dello sport, focalizzando l'attenzione sulla centralità dell'Italia.

Scritto da Amr
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Roma - L'integrità dello sport e il modello italiano come possibile punto di riferimento al centro dell'attenzione nella giornata inaugurale di Ige - Italian gaming expo & conference 2024, oggi, 18 aprile al Palazzo dei congressi di Roma.

Un'occasione, come spiega il moderatore Ludovico Calvi, presidente onorario Ulis United lotteries for integrity in sports, per "confrontarsi su temi importanti come la salvaguardia dei valori dello sport" e per evidenziare che "la piattaforma nazionale italiana è un punto di riferimento".

Ugo Taucer, procuratore generale del Coni, sottolinea infatti che "già prima della convenzione di Macolin c’è una tradizione italiana di confronto tra forze di polizia, enti istituzionali preposti al controllo dei giochi, operatori privati, federazioni, ambito sportivo, attraverso l’ufficio l’Uiss che stabilisce una collaborazione istituzionale e uno scambio di notizie. C'è un'ampia facoltà di scambio e di confronto, un carteggio intenso trani vari ambiti".

Roberto Ribaudo, della direzione divisione Interpol Italia, servizio cooperazione internazionale di Polizia, spiega che "il sistema italiano ha un centro di raccolta informativa strategica e un braccio operativo: un modello creato già negli anni Settanta. Ci sono molti attori e noi che siamo la componente di polizia portiamo non solo le informazioni nazionali ma anche il portato globale che ci arriva dell'Interpol e dai suoi 196 paesi aderenti".

A illustrare il ruolo dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli è Costanzo Mattia, Poer ufficio gioco a distanza e scommesse/responsabile match fixing, che evidenzia "lo scambio di informazioni con altri regolatori europei. I fenomeni di match fixing possono essere transnazionali e Adm opera quando ci sono flussi di scommessa: non è infatti detto che il match fixing comporti flussi di scommessa". Importante anche il ruolo dei bookmaker, che "hanno il presidio dei territori. Noi conosciamo la raccolta globale, facciamo analisi sull'andamento delle quote, la raccolta sul tipo di avvenimento, abbiamo un benchmark su cui basarci, vediamo la concentrazione geografica. Abbiamo un team di analisti che analizzano queste informazioni. Ultimamente abbiammo anche iniziato a seguire il flusso di denaro".

Claudio Marinelli coordinatore operazioni Interpool, illustra il lavoro che si svolge nel quartiere generale dell'Interpol, a Lione, ed evidenzia come il match fixing si fissi "all’interno di dinamiche criminali transnazionali. Negli anni il carattere di transnazionalità è una tendenza in aumento, la globalizzazione dei mercati di scommesse tende ad aumentare questo rischio". Intanto, è dal 2011 che l'Interpol ha una rete di investigatori globale sul fenomeno. Il monitoraggio e le segnalazioni sono messi a fattor comune".

I relatori sottolineano come la convenzione di Macolin richiama principi di cui l'Italia si era già dotata: "Proprio grazie alla ratifica dell'Italia questa convenzione è diventata operativa e sta funzionando: a maggio avremo un altro incontro", anticipa Taucer.
Ma "se da un lato l’aspetto preventivo e repressivo gode di buona salute, sull’educazione dobbiamo fare molto di più", osserva Ribaudo, che però ricorda i "molti memorandum con il Coni per coinvolgere non solo atleti medagliati ma anche appartenenti alle forze dell’ordine. La convenzione di Macolin è soprattutto per il mantenimento dell’integrtà dello sport in ogni sua declinazione".
Un concetto ribadito da Mattia: "Per Adm l'integrità dello sport è il primo punto. Noi crediamo nella bellezza dello sport".
E, appunto, torna il tema della formazione, che è "fondamentale - analizza Marinelli - come l’informazione di quello che si fa. Sulla formazione è importante il coordinamenton a livello nazionale, e a livello internazionale l'Interpol sviluppa delle formazioni, da dieci anni, grazie a finanziamento del Cio. In quest'arco di tempo siamo andati in giro per il mondo e abbiamo messo a fattor comune persone provenienti da diversi settori, quello che funziona va trasferito e l'Italia è sempre un riferimento, siamo comunemente e globalmente conosciuti per la bontà del nostro sistema e questo ce ne fa un vanto".

In conclusione, Calvi sollecita i relatori a descrivere se la pandemia ha cambiato le abitudini dei giocatori, ma anche i fenomeni di match fixing.
"C'è stato uno spostamento su sport minori, di nicchia", risponde Ribaudo, e anche Mattia evidenzia come si sia "osservato, durante la pandemia, un calo della raccolta e uno spostamento sul canale online, anche 80-85 percento rispetto al precedente 50, ora il valore della raccolta online si è abbassata ma resta sopra al 70 percento".
Marinelli si sofferma anche sul match fixing: "La chiusura totale di eventi su cui scommettere ha indotto le criminalità più stutturare a inventare dei tornei sui quali poter creare la massa su cui giocare, si sono rintracciate fenomenologie su eventi o inesistenti o inventati ad arte per scommetterci sopra. Alcuni sport più individuali hanno offerto maggiori opportunità, ci sono stati tornei in complessi residenziali e turistici solo per crerae la massa per gestire l'elemento di scommessa, o addirittura eventi ghost che non si sono mai tenuti ma che, utilizzando canali online di telecronache o gestione dei dati, appariva come se si fossero svolti".

Stefano Delfini direzione centrale polizia criminale, ministero Interni, invia un messaggio all'evento, evidenziando il ruolo ricoperto dall’Unità informativa scommesse sportive del ministero e come essa si sia distinta per il suo impegno nel settore della prevenzione. "Fare rete è fondamentale per mantenere lo sport più bello e pulito e perchè sia veicolo di legalità".

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