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Il Mondiale in Qatar 2022 tra problemi, novità e Lionel Messi

19 novembre 2022 - 09:49

Roberto Colombo, giornalista di Tuttosport, accompagna Gioco News nella competizione assolutamente innovativa di fine anno: chi vincerà e chi incanterà oltre alla Pulce?

Scritto da Cesare Antonini
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Giornalista e redattore di uno dei principali quotidiani sportivi d’Italia, esperto di calcio sudamericano e internazionale oltre che del nostro Paese. Chi meglio di Roberto Colombo di Tuttosport può fare il punto sui Mondiali che si giocheranno per la prima volta in Qatar? Una competizione che ha fatto molto discutere, anche nel nostro Paese seppur la nostra selezione nazionale non parteciperà all’evento: “Quando le organizzazioni hanno scelto di fare un Mondiale nel Medio Oriente sapevano che non l’avrebbero potuto far giocare d’estate, ovvio - esordisce Colombo -  Argentina 78, invece, venne giocato d’estate ma la situazione attuale è totalmente diversa. Stavolta pare vi sia anche un sistema potentissimo di aria condizionata (che non è molto green, se vogliamo) ed è un segnale di quanto i soldi influenzino molto le scelte del sistema calcio”. 

E sono condizionati anche i nostri campionati: “L’impatto dei Mondiali lo stiamo vedendo da diverse settimane. Chi è in odore di convocazione difficilmente rischia il Mondiale per il club - approfondisce Colombo - un dolorino ferma immediatamente il calciatore e piccoli infortuni diventano tragedie. È normale che possano avere un po’ di mal di pancia ma devono anche mettersi negli scarpini dei giocatori e capire che il Mondiale rappresenta l’eccellenza, il sogno di tutti i calciatori, una competizione con un appeal unico”.

Andiamo al sodo: chi sono le tre favorite? “Se devo proprio scegliere penso che il Brasile vada inserito se non altro per la sua qualità, i suoi campioni e, ovviamente, per il suo Palmares. Poi la Francia che è campione uscente - prosegue Colombo - e poi voglio dirvi una cosa: se Messi gioca cinque partite su sei da fine ottobre all’inizio del Mondiale col Psg arriva a 993 partite da professionista. Se gioca tutte le partite dei Mondiali significa che avrà giocato mille partite e la millesima sarà proprio la finale. Per cui dico anche Argentina”. 

E non è finita qui: “Il mondo del calcio deve un Mondiale a Lionel Messi che, come dice Jorge Valdano, è Maradona tutti i giorni. Sarebbe un finale bellissimo, the last dance come amano dire i super fan del basket”. 

Da rimanere incantati a sentire parlare Roberto Colombo di calcio sudamericano e di Messi, appunto: “Nel 2019 dopo il furto pazzesco all’Argentina con un rigore negato e, sul capovolgimento di fronte, un penalty assegnato al Brasile, iniziò il processo di ‘maradonizzazione’ di Messi. In lui è scattato qualcosa ed è diventato la guida morale e tecnica dell’Argentina. È la faccia di Messi nel corpo di Diego. E adesso ci sono tantissimi campioni che sono cresciuti nell’era di Messi e gli sono fedeli”.

Torniamo a parlare della location per un po’? “Se vuoi sapere se il clima del Qatar influirà su  alcune squadre credo proprio di no. Ormai tutti giocano in Europa e saranno tutte sullo stesso livello. Penso al Senegal ma anche a Manè che gioca in Europa da una vita. Il problema del Mondiale in Qatar è che stiamo sconfinando sempre di più nel business e meno nella passione. Per costruire stadi e infrastrutture sono morti lavoratori spesso anche migranti. La Danimarca ha dedicato la terza maglia, nera, a questa strage, ma temo rimarrà un fatto simbolico e sullo sfondo mentre andrebbe fatto altro”. 

Qualche indicazione su favorite e sui calciatori che lasceranno il segno? “Tra le sorprese dico l’Ecuador di Gustavo Alfaro con cui ho collaborato ai tempi del Boca Juniors, una squadra giovanissima che gioca per lo già in Europa. Nessuno pensava si potessero qualificate. Il Senegal di Sadio Mané non si può non considerare mentre occhio alla Svizzera che, se passa il girone, potrebbe anche andare molto avanti. Tra i calciatori dico Rodrygo Goes e Vinicius Jr del Brasile e Darwin Nùnes e Federico Valverde dell’Uruguay. Mi dispiace non si sia qualificata la Norvegia per vedere all’opera Haaland: si fermerà o continuerà su questi livelli? Ci sarà Julian Àlvarez del Manchester City, altro super centravanti come il suo compagno di squadra”. 

Finale con dedica per un amico: “La Spal ha un grande allenatore e si chiama Ddr, Daniele De Rossi!”. 

 

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