skin

Nuovo regolamento scommesse e accordo Pvr, Ughi: 'Innovazioni a vantaggio dei clienti'

06 ottobre 2022 - 09:33

Maurizio Ughi, storico operatore del settore, commenta le 'novità' introdotte dal regolamento sulle scommesse a quota fissa e il confronto in atto con Adm sulla vigilanza sui Pvr.

Scritto da Fm
ughimaurizio680.jpg

“Le innovazioni presenti nel nuovo decreto del ministero dell'Economia e delle finanze pubblicato in Gazzetta ufficiale sono state decise 2018, approvate dal Consiglio di Stato, ma non sono mai state attuate perché sembrava che incentivassero il gioco, ed erano state sollecitate da tutti i concessionari”.


Lo ricorda Maurizio Ughi, storico operatore delle scommesse sportive in Italia, a proposito del nuovo regolamento che disciplina le “scommesse a quota fissa su eventi sportivi diversi dalle corse dei cavalli e su eventi non sportivi", con il quale entreranno in vigore dal 28 ottobre le nuove modalità di gioco, tra cui la tipologia di scommessa a quota fissa cosiddetta "scomposta" che consentirà l’introduzione sul mercato delle scommesse cosiddette "di tipo asiatico". Oltre all'attesa “novità” relativa alla possibilità di riconoscere l’errore-quota e il cosiddetto “cash-out”: ossia la facoltà per i concessionari di proporre al partecipante il pagamento anticipato della scommessa a quota fissa, anche parziale, prima che l’ultimo degli eventi pronosticati si realizzi, e qualche altro ritocco.

Ughi sottolinea: “Ogni innovazione che va a vantaggio dal clienti mi trova favorevole, perché sicuramente richiama attenzione.
Ne è un esempio la possibilità per il concessionario di proporre al partecipante il pagamento anticipato della scommessa a quota fissa, anche parziale, prima che l'ultimo degli eventi pronosticati si realizzi, pari ad un importo di vincita offerto al partecipante e da esso accettato, cosa che avevamo già cominciato a chiedere all'Unire (l'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine, ormai soppressa da anni, Ndr) quando avevamo solo agenzie di scommesse ippiche.
Poi ritengo positivo il poter richiedere all'Agenzia delle dogane e dei monopoli il riconoscimento dell'errore quota se si rileva un errore quota per uno o più esiti di una o più tipologie di scommesse a quota fissa contenuti in una ricevuta di partecipazione accettata dal totalizzatore nazionale.
Tutte le altre cose presenti nel regolamento sono perfezionamenti di quanto esisteva già, per superare problemi di interpretazione come la ricevuta di partecipazione che prima doveva uscire dal terminale di gioco e d'ora in poi uscirà dai sistemi di gioco.
Nel testo ci sono diversi accorgimenti che servono per compensare la posta unitaria di gioco per le scommesse a quota fissa, stabilita in cinque centesimi di euro, e l'importo minimo per ogni ricevuta di partecipazione giocato che non può essere inferiore ad un euro.
Dal 28 ottobre in poi quindi una ricevuta di partecipazione può essere da un euro e all'interno possono esserci 20 giocate da 0,05, quindi se prima io facevo enne biglietti per incassare 100 euro ora ne devo fare perlomeno il doppio, il triplo. Per un operatore online non cambia nulla perché non ha costi di accettazione, mentre il negozio fisico che deve fare il doppio di ricevute di partecipazione o il triplo ha un costo maggiorato sia per il personale che deve effettuare la giocata sia per tutte le cose conseguenti anche se uno utilizza terminali self service.
Più di tutto, condivido la possibilità di usare questo regolamento per accelerare l'innovazione anche nell'accettazione delle scommesse, rendendola più vicina a quella online, dove il cliente interagisce autonomamente con il terminale di gioco self service e la ricevuta di partecipazione è il documento che può essere anche in forma digitale. Così si potrebbe riportare il costo di accettazione a quello precedente”.

Chiediamo poi a Ughi un commento sulle critiche al regolamento mosse dalle  associazioni Agire e Donne in gioco, per cui le nuove norme incentivano “la compulsività, l'illusione di una vincita, alimentando così di fatto la ludopatia”. L'operatore risponde: “Non credo che noi possiamo incentivare la ludopatia: se uno abusa del gioco non lo fa per via di un regolamento, ma perché è dipendente dal gioco. E se il gioco diventa abuso allora può far male”.


Dalle scommesse il confronto passa al tema dei Pvr – punti vendita ricarica, in virtù dell'accordo integrativo per la vigilanza sui punti vendita finora sottoscritto solo da un decimo dei concessionari e oggetto d una serie di open hearing proposti dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli, il secondo dei quali si terrà la prossima settimana.
Il primo ha visto proprio l'intervento di Ughi, secondo il quale la tempistica proposta - dal 1° gennaio 2023, ma con una partenza soft che porti, dopo una possibile consultazione mensile con gli operatori, a una piena operatività solo dalla seconda metà dell'anno – è “logica, corretta e ben pianificata perché in questo momento da quello che sembra i Pvr sono 40-50mila. Il censimento tramite il concessionario che mette nell'area del sito Adm l'elenco dei Pvr, e l'organizzazione anche da parte dell'Agenzia necessitano di tempi lunghi.
Ma il fatto che ci sia anche questa organizzazione non previene il fatto che qualcuno compia abusi.
I Pvr sono esplosi come numero dal momento in cui è stata introdotta la norma di legge che ha previsto l'impossibilità di fare pubblicità al gioco. Come poteva fare un operatore dell'online per comunicare le proprie offerte? È dovuto ricorrere alla parte fisica e perciò si è avvalso di punti vendita che facessero anche altre attività per far fare le ricariche. Questo, da operatore nato nel retail quale sono io, è per me motivo di orgoglio; il legame con il territorio non si può mai dimenticare anche se c'è un sistema dell'online e del digitale, la fisicità dà garanzia.
il problema non è stato l'apertura di Pvr ma il suo abuso. Per cui il Pvr invece di limitarsi a fare la contrattualistica e la ricarica dei conti gioco in alcuni casi non rispetta le regole e si comporta quasi come una normale agenzia, svolgendo anche attività di intermediazione.
Quindi, per ovviare a tutto questo o viene reintrodotta la pubblicità del gioco - e allora i Pvr possono essere chiusi, e uno si fa pubblicità online – o, come ho proposto, si può far sì che i Pvr siano consentiti esclusivamente all’interno di negozi e corner di gioco con il titolo abilitativo della concessione - 10.000 punti in totale – a condizione che in questi punti ogni negozio e corner abbia obbligo e facoltà di aprire conti di gioco e ricariche per tutti i concessionari dell’online.
Facendo cosi i Pvr sarebbero vietati al di fuori dei negozi che hanno già una concessione e a quel punto il controllo è facile, all'interno di un negozio già controllato di default.
Il tutto senza dimenticare che siccome l'online con la pandemia si è potenziato in un certo senso i negozi di gioco sarebbero gratificati di poter fare ricariche e vedere entrare qualcuno che ha bisogno di contrattualistica per un nuovo conto o la ricarica del conto, realizzando un interscambio fra online e retail, per dare più ritorni al secondo penalizzato dalla pandemia”.

Considerazioni importanti in vista del prossimo open hearing promosso da Adm. “Abbiamo evidenziato alcuni punti nella prima riunione, e prima della successiva ci manderanno le modifiche che hanno accettato e poi passeremo a parlare delle altre”.

 

Altri articoli su

Articoli correlati