Rodano (Playtech): 'Intelligenza artificiale chiave per la sostenibilità del gaming'
Perdere (forse) una parte di revenue per vincere, in termini di sostenibilità: è la chiave di lettura al gioco responsabile offerta da Francesco Rodano al Gaming in Holland conference.
Come possono i due segmenti del gaming, retail e online, ispirarsi a vicenda e aiutare a migliorare le rispettive pratiche di gioco responsabile? E' la domanda che si pone l'esperto Francesco Rodano, Chief Policy Officer di Playtech, intervenuto alla Gaming in Holland conference in corso di svolgimento ad Amsterdam. Nel suo intervento (da Londra, in remoto, causa Covid-19), Rodano torna a sollecitare l'industria con una serie di riflessioni relative alla sostenibilità del gioco e sulla responsabilità delle imprese, oltre a quella dei legislatori. “Nove mesi fa, in un altro evento, avevo mostrato un modello che proponeva l'evoluzione dei mercati nazionali del gioco d'azzardo regolamentato, tutti insieme: online, retail, lotterie, e così via. Tutti segmenti di mercato che partono da un monopolio (o oligopolio), solitamente gestito da società statali o lotterie. Subito dopo, quando i responsabili politici si rendono quindi conto che il modello non è efficiente, poiché gran parte del gioco d'azzardo si svolge offshore, introducono una prima serie di regolamenti. È difficile fare tutto bene al primo tentativo, quindi normalmente ci sono uno o più round di regolamentazione per sistemare le cose. Questi migliorano il tasso di canalizzazione e aumentano le dimensioni del mercato legale. Ma con la regolamentazione arriva la visibilità: più pubblicità in tv, negozi di scommesse e sale macchine per le strade”. Quindi, arrivano anche I problemi di opinione pubblica da gestire.
Quando il gioco d'azzardo diventa onnipresente, con i media che amano le brutte storie - e ci sono davvero brutte storie – ci si trova di fronte a un mix pericoloso. Il controllo dei media alimenta un sentimento negativo tra la popolazione, in particolare i non giocatori, che sono la maggioranza. E i governi reagiscono e agiscono, introducendo nuove restrizioni che alla fine influenzeranno le dimensioni del mercato legale. Anche l'industria reagisce, rispettando le nuove restrizioni, di solito passivamente. Poi più contraccolpi, reazioni, restrizioni, reazioni e così via, in un circolo vizioso”.
LA SFIDA DI INDUSTRIA E REGOLATORI - Ma il manager di Playtech con un passato da regolatore guarda ancora vanti: “La sfida ora: è come fare le cose in modo diverso? Come rompere questo cerchio? Dopo aver messo su carta questo modello, ho anche verificato i dati reali per i due mercati regolamentati più maturi, Italia e Regno Unito. Come si può vedere c'è una certa somiglianza. E la svolta sembra essere nel 2019 in entrambi i casi, prima ancora di sapere che esistesse il Covid. In breve ogni Paese, in base alla sua fase di maturità normativa, potrebbe trovarsi sulla curva”.
“I governi – secondo Rodano - hanno tutto il diritto di imporre restrizioni al gioco d'azzardo. Ma la domanda, secondo me, è: queste restrizioni raggiungono l'obiettivo per cui sono state introdotte - migliorare la protezione dei giocatori? La tendenza finora è stata quella di imporre misure universali, semplici, valide per tutti, in genere limiti di spesa o di deposito o divieti pubblicitari. Il problema è che tutti gli esseri umani sono diversi. A due persone potrebbe essere diagnosticato lo stesso livello di disturbo da gioco d'azzardo, ma presentano sintomi completamente diversi. Una misura potrebbe funzionare per uno di loro, ma in teoria potrebbe spingere l'altro a giocare d'azzardo offshore, dove non c'è alcuna protezione”.