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Scommesse, Ctd e il percorso dei centri sanati: Betaland, 'Cambio di mentalità'

22 dicembre 2015 - 11:18

Il 30 novembre è scaduto il termine per la regolarizzazione fiscale con il versamento della seconda tranche di pagamenti per i centri sanati. Ma come procede la migrazione verso le rete legale? 

Scritto da Ac - Ca
Scommesse, Ctd e il percorso dei centri sanati: Betaland, 'Cambio di mentalità'

Dopo la scadenza dello scorso 30 novembre per il versamento della seconda tranche di pagamenti prevista dalla regolarizzazione fiscale per emersione dei Centri trasmissioni dati (Ctd) disposta dalla Legge di Stabilità per il 2015, prosegue il lavoro di migrazione dei punti di raccolta 'sanati' verso il circuito legale. Sia pure con varie difficoltà, dovute alla complessità del processo che rappresenta, comunque, una novità assoluta nel settore, da gestire a livello tecnico e amministrativo. Sia per gli operatori che per gli stessi Monopoli di Stato. Alla chiusura dei termini previsti dalla cosiddetta 'sanatoria', intanto, i centri effettivamente 'sanati' risultano essere 2192, quattro in meno rispetto al numero inizialmente opzionato dagli stessi soggetti richiedenti. Tra questi, come noto, si distinguono tre brand già noti nel settore (e tra i giocatori) – ovvero: Betaland, PlanetWin365 e Goldbet - e altri punti vendita a sé stanti.

Ma come sta proseguendo l'attività di 'allaccio' al Totalizzatore da parte di questi soggetti? Quanti punti sono stati effettivamente collegati alla rete di Sogei e quante Licenze di pubblica sicurezza sono state conseguite per i centri sanati? Al momento non sono stati rilasciati dati ufficiali da parte dell'amministrazione, in un processo ancora tutto in divenire e che si dovrà completare entro il prossimo 28 febbraio. Secondo le indiscrezioni raccolte da GiocoNews.it attraverso fonti istituzionali, tuttavia, sarebbero ancora poche decine i Ctd convertiti che sono già effettivamente collegati al Totalizzatore. Mentre le licenze di pubblica sicurezza rilasciate per gli stessi centri sembrano viaggiare con un altro ritmo e dovrebbero aver raggiunto la metà della 'nuova' rete. Stime che, se confermate, rivelerebbero le difficoltà del processo di emersione che si dovrà comunque collegare entro i prossimi due mesi.

Per capire meglio le ragioni del fenomeno, GiocoNews.it ne parla con i soggetti interessati al processo. A parlare è Carmelo Mazza, Ceo di Oia Service, società titolare del brand Betaland.

Qual è la situazione di Betaland dal punto di vista dell’allaccio al totalizzatore dei centri sanati ?
“Per quanto riguarda la nostre rete, ci siamo allineati alle previsioni del Disciplinare (a parte il palinsesto) pur non essendo ancora allacciati, ma stiamo iniziando a collegare i punti in questi giorni. Il tempo per il collegamento è tuttavia fino al 28 febbraio e lo rispetteremo senza particolari problemi. Dal punto di vista fiscale, abbiamo adempiuto agli obblighi previsti con la seconda tranche versando anche la maggiore imposta pregressa che AdM ci ha comunicato nel corso dell’attività di controllo svolta”.

Quali sono le difficoltà che avete incontrato in questi mesi o che state incontrando?
“Non possiamo dire che abbiamo avuto problemi con Aams, anzi, abbiamo sempre avuto la possibilità di interloquire con l’amministrazione per tutti i casi particolari o le esigenze che avevamo. Questo non significa che abbiamo sempre potuto fare quello che preferivamo, ma abbiamo sempre avuto un confronto aperto ed abbiamo apprezzato la disponibilità del regolatore lungo tutto l’iter. Abbiamo avuto conferma che una interlocuzione seria e trasparente consente a tutti di fare il miglior lavoro possibile, nel rispetto dei rispettivi ruoli ovviamente e delle normative da applicare. E questa era una lezione importante per tutti coloro che si affacciano al mercato regolato pensando di scontrarsi con procedure irrazionali o bizantine. Invece è solo la regolazione, con le sue regole e le sue coerenze ed interpretazioni: ma fuori dalla regolazione, a nostro modo di vedere c’è solo la giungla. Le uniche criticità che rileviamo riguardano da una parte la presenza di prodotti virtuali che non potranno essere certificati; questo è purtroppo effetto anche della lunghezza del processo di certificazione che, a questo punto, dovrebbe essere drasticamente semplificato lungo la strada già esplorata per i casino games nel gioco a distanza.
Quali sono gli altri rilievi che vi sentite di fare in questa fase di evoluzione della rete?
“Sicuramente possiamo individuare un’altra criticità nel processo che ha a che fare con una sorta di ontologia del gioco regolato come 'altro' rispetto al gioco '.com'. Allinearsi al Disciplinare per noi ha significato avviare un’opera di educazione della rete alle modalità di offerta e selezione del gioco adatte al gioco regolato. E’ un’opera complessa e difficile, scalfisce mentalità consolidate che possono reggersi economicamente solo assumendo di essere nella giungla e non in un mercato ordinato e regolato. Noi abbiamo cercato di introdurre il prima possibile i limiti previsti dal Disciplinare: giocata minima, massima vincita, accettazione del gioco a banco e non attraverso conti online, etc. Ovviamente siamo certi che gli altri operatori abbiano condiviso il medesimo approccio rigoroso rispetto alla regolazione del settore e che eventuali ritardi siano stati causati da mere questioni tecniche e procedurali. Temiamo, tuttavia, che aver tenuto a lungo reti sanate che hanno continuato con modalità di offerta simili a quelle del mondo senza licenza possa aver mantenuto in vita una mentalità che riteniamo sia superata e, comunque, inadatta al mercato regolato. Le agenzie di scommesse regolamentate non possono convivere con mentalità di gestori che chiedono ancora aperture di sotto-conti, registrazioni di giocatori per poker e casino online, quote che non riflettono la tassazione reale del sistema regolato etc. Il persistere di questo gap fornisce qualche alibi a chi, per abitudine, per sciatteria o, spesso, solo per superficialità, ritiene che il gioco tramite Ctd sia un fenomeno ineliminabile ed irriducibile. Noi , al contrario, non vediamo l’ora di partecipare al nuovo bando per confermare il nostro posizionamento totalmente all’interno dell’offerta regolamentata”.

 

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