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Senato, Marcheschi (FdI): 'Su riparti raccolta scommesse discorso ancora aperto'

12 gennaio 2024 - 13:24

Anche il senatore di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi dice la sua sul rilancio del sistema-calcio e sulla partecipazione degli organizzatori degli eventi sportivi italiani agli introiti derivanti dalla raccolta delle scommesse.

Scritto da Redazione
Nella foto: il senatore di Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi © Pagina Facebook Stati generali dello spettacolo

Nella foto: il senatore di Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi © Pagina Facebook Stati generali dello spettacolo

Non cessa di tenere banco la questione relativa alla partecipazione degli organizzatori degli eventi sportivi italiani agli introiti derivanti dalla raccolta delle scommesse.

Tema sollevato dal presidente del Torino, nonché editore, Umberto Cairo, (che ha accusato il Governo “di voler affossare il calcio”  per la mancata proroga del decreto Crescita, che prevedeva una riduzione sugli sconti fiscali per i lavoratori che provengono dall'estero "senza requisiti di elevata qualificazione o specializzazione", categoria nella quale rientrano i professionisti sportivi, compresi i calciatori), e dal ministro per lo Sport, Andrea Abodi.

Ora sul tema interviene anche il senatore di Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi, capogruppo in commissione Sport di Palazzo Madama e responsabile del dipartimento Sport.

“Sorprendono le parole del presidente del Torino, Umberto Cairo, contro il Governo verso il quale rivolge la paradossale accusa di voler ‘far fallire il calcio’. È evidente che non è così e credo che Cairo abbia voluto usare un linguaggio forzato, per far emergere una preoccupazione che attraversa il sistema-calcio in Italia. Viene però naturale chiedersi, come mai se il mondo del calcio rivendica la sua autonomia, al punto da non accettare alcuna critica, poi quando è in difficoltà rivolge i suoi i suoi lamenti verso il Governo? Il calcio ‘importante’ ha avuto provvedimenti favorevoli che non sono stati comuni ad altri settori produttivi, anche in questa legislatura. Segno di sensibilità verso un settore che genera entrate per lo Stato e che sta a cuore a milioni di tifosi. La scelta operata dal Governo Meloni di sospendere i benefici previsti per le squadre di calcio per l’acquisto di calciatori stranieri è legittima, morale e giusta; sui riparti del betting (delle scommesse) il discorso è ancora aperto. Piuttosto viene da chiedersi come mai in un settore dove girano enormi interessi e grandi risorse, le squadre di Serie A generano solo debiti e non profitti? Sembra un alibi dare colpa all’esecutivo di turno, ma in realtà le società non sono riuscite a sfruttare bene quelle norme approvate negli anni da una politica fin troppo consenziente.

I tempi non consentono più la dispersione di risorse e il Governo Meloni sta dimostrando che si può fare economia spendendo meglio, in settori che poi riescono a sostenersi autonomamente. È chiaro che alcune modifiche vadano, quindi, fatte. Questa potrebbe essere l’occasione avviare un ragionamento più complessivo, cosa che farà sicuramente il ministro Abodi. Anzi, visto che i presidenti di calcio erano presenti alla riunione convocata in Figc da Gravina, significa che c’è la consapevolezza di una riforma e speriamo anche la determinazione di farla sul serio. Mi auguro che, nell’autonomia che sempre il calcio reclama, riescano a trovare delle soluzioni che possano ribaltare il declino economico e sportivo di questo settore”.

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