skin

New slot: mancato versamento del gestore è peculato, Cagliari conferma la giurisprudenza

03 ottobre 2014 - 13:37

Ha fatto parlato molto, nei mesi scorsi, la pronuncia del Tribunale di Cagliari che ha condannato a ben cinque anni di reclusione, per il reato di peculato continuato, il legale rappresentante di una società di gestione di slot con contestuale interdizione perpetua dai pubblici uffici, con tanto di risarcimento del danno in favore del Concessionario di rete, che nel caso specifico si trattava di G.Matica. Una vicenza – iniziata nel 2009 dalla stessa società concessionaria che aveva sporto denuncia nei confronti dell'operatore che non aveva versato  gli importi residui della raccolta con le Awp. E con la pubblicazione delle motivazioni della sentenza dello scorso luglio, si è potuto apprendere qualcosa in più sulla vicenda.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
New slot: mancato versamento del gestore è peculato, Cagliari conferma la giurisprudenza

I PRINCIPI - In particolare, evidenziano dall'azienda, “Grazie all’efficace ricostruzione della vicenda da parte dei giudici cagliaritani sotto il profilo dell’aderenza alle norme che regolano il gioco pubblico in Italia, regolate dal regime concessorio, è stato possibile appurare che gli importi residui della raccolta di gioco presente negli apparecchi costituisce 'pecunia pubblica'. La natura di denaro pubblico della raccolta di gioco, assieme alla qualifica 'quantomeno di incaricato di pubblico servizio' dell’imputato, ha convinto i Giudici della consumazione del reato di peculato, a nulla rilevando a parere del Collegio giudicante 'la circostanza messa in luce dalla difesa in ordine alla proprietà privata degli apparecchi attraverso i quali vengono effettuate le giocate', ritenuta 'concretamente irrilevante posto che la funzione del gioco con vincite in denaro è certamente pubblica' “.

 

LA GIURISPRUDENZA IN MATERIA – Tale sentenza, tuttavia, è soltanto l’ultima di una giurisprudenza nazionale che va consolidandosi sugli argomenti in questione, dai tribunali di merito sino in Corte di Cassazione (l’ultima del 2013), nel senso di ritenere peculato (reato particolarmente grave) la condotta di chi si appropria di denaro proveniente dalla raccolta del gioco pubblico.
Come conferma il legale Andrea Strata, che ha seguito l'azienda nel procedimento: “Auspico che questa importante pronuncia possa finalmente mettere un punto fermo in ordine al contrasto giurisprudenziale formatosi sul tema, tenuto conto che, in alcuni casi del tutto analoghi a quello in esame, è stato contestato il reato di appropriazione indebita, in luogo del peculato, trascurando evidentemente la funzione pubblicistica affidata ai terzi incaricati alla raccolta (con particolare riferimento alla raccolta del Preu)”.

 

Altri articoli su

Articoli correlati