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New slot e Stabilità: via alla pioggia di ricorsi sui 500 milioni, con uno sguardo alla Delega

05 febbraio 2015 - 08:57

Dopo il primo ricorso depositato la scorsa settimana al Tar del Lazio da parte del consorzio di gestori Conami, sono in dirittura di arrivo un’altra decina di atti analoghi, da parte dei concessionari di rete. Secondo quanto apprende Gioconews.it, praticamente tutte le tredici società concessionarie avrebbero deciso di intraprendere la strada del contenzioso. 

Scritto da Alessio Crisantemi
New slot e Stabilità: via alla pioggia di ricorsi sui 500 milioni, con uno sguardo alla Delega

 

Oltre ai sette concessionari di Acadi (Gmatica, Gamenet, Cogetech, Codere, Cirsa, Hbg, Igm) anche Bplus, Sisal, Lottomatica Nts Network e NetWin Italia starebbero perseguendo la stessa via. Complice anche l’insolita situazione - di estrema attualità - che vede gli stessi concessionari impossibilitati, in molti casi, nel riscuotere gli incassi degli apparecchi, per via di una resistenza da parte di gestori o esercenti. Un impasse insostenibile non solo per il settore ma per l’intero sistema, che non a caso, pare aver portato anche lo stesso Governo a valutare l’ipotesi di uno slittamento dei termini di versamento della prima tranche.

GLI ALTRI RICORSI - Per questa ragione, a partire dalla prossima settimana, potrebbero diventare una quindicina gli atti depositati al Tar che potrebbero trovare udienza già nei primi giorni di marzo. E oltre alle singole richieste degli operatori, a intervenire saranno anche le associazioni di categoria. As.Tro ha annunciato l’intervento ad adiuvandum, e lo stesso farà l’associazione Acadi, che rappresenta sette dei tredici concessionari di rete. A confermarlo è il presidente Matteo Marini che spiega a GiocoNews.it: “Riteniamo inevitabile l’intervento di fronte a una norma che, come abbiamo sostenuto fin dal primo istante, è impraticabile. Poiché incompleta, parziale e non ben definita. Per questo dobbiamo adire alle vie legali auspicando in una migliore definizione delle regole e chiedendo una rivisitazione completa attraverso la delega fiscale”.

I RISCHI DELLA NUOVA LEGGE - Già, la Delega. Quella che un tempo veniva considerata l'unica vera possibilità di salvezza per comparto, ridefinendo le condizioni operative oltre alla tassazione dei vari giochi e che ora è finita col rappresentare una nuova minaccia. E in un certo senso, anche l'ultima. Visto che una volta attuata una riforma ad ampio raggio come quella proposta dall'articolo 14 della legge, non vi sarà certo più spazio per altri interventi sulla stessa materia almeno per qualche anno (ad eccezione di eventuali ricorsi e conseguenti pronunce che - c'è da scommetterci - non mancheranno di certo). Se i buoni propositi che scaturivano dalla stesura del disegno di legge emanato dal Parlamento sono stati scavalcati dalle richieste di cassa della Stabilità, a far vacillare le buone speranze della filiera è stata la divulgazione di alcune bozze - sia pure del tutto preliminari - della Delega in cui accanto a principi fortemente auspicati (uno su tutti: la tassazione sul cassetto per le Awp) trovano posto modalità distributive che suscitano numerose perplessità. Con una possibile concentrazione del gioco in locali specializzati che non sembra rivelarsi alla portata di tutti. Al momento, però, è ancora troppo presto per capire le effettiva volontà di Palazzo Chigi, con il sottosegretario all'economia Pierpaolo Baretta chiamato a mettere il proprio sigillo su una riforma che, nel bene o nel male, è destinata a segnare il futuro del comparto.

I RAPPORTI DI FILIERA - Intanto, a riprova del clima di instabilita' generato nella filiera dopo l'emanazione della Stabilita', arriva anche la lettera inviata dal consorzio Criga ai monopoli di Stato e Antitrust, nella quale si evidenza che "il prescritto e previsto regime di concorrenza tra i concessionari autorizzati all’allaccio alla rete delle macchine risulta gravemente e negativamente condizionato dalle concrete modalità che connotano la fase operativa del passaggio dell’operatore da una concessionaria ad un’altra". Con la situazione attuale che andrebbe ad attribuire, secondo il consorzio di gestori, "al concessionario una posizione di forza negoziale che la legge non prevede ed anzi esclude".

 

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