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New slot e Vlt: perché l'aumento del Preu non può essere sostenibile

22 febbraio 2017 - 10:14

La manovra correttiva potrebbe attingere nuovamente dal comparto del gioco pubblico per compensare il bilancio dello Stato. Ma stavolta non ci sono i margini su slot e Vlt.

Scritto da Ac
New slot e Vlt: perché l'aumento del Preu non può essere sostenibile

 

Cambiano i governi, ma non le abitudini. Così anche l'Esecutivo attuale, guidato dal premier Paolo Gentiloni, come noto, sta pensando di ricorrere al gioco pubblico per reperire gli ulteriori 3,5 miliardi di euro richiesti dalla manovra correttiva che l'Europa ha imposto al nostro Paese, pena l'apertura di una procedura di infrazione per eccesso di debito. E, come sempre accade in questi casi, il segmento del gioco pubblico dal quale attingere ulteriormente sarebbe quello degli apparecchi da intrattenimento. Il più florido, del resto, dell'intero comparto, rappresentando oltre il 50 percento della raccolta globale, ma anche quello con i margini ormai più ridotti per la filiera. E anche per i giocatori.

Proprio per queste ragioni, non sembrano più esserci spazi di manovra per attingere altri fondi da slot e Vlt, a causa di una serie di rischi e di possibili ricadute che un ulteriore inasprimento fiscale avrebbe sulla filiera. Com'è facile intuire guardando i dati che caratterizzano la raccolta e la spesa dei giocatori degli ultimi anni.

 

IL CONTESTO EUROPEO - Senza contare, poi, che l’Italia è sì il paese con una delle maggiori diffusioni del gioco sul proprio territorio, ma è anche quello con il prelievo più alto in Europa su questo settore. Ad oggi, in effetti, l’aliquota fiscale (come percentuale della spesa dei giocatori al netto delle vincite) è superiore al 50 percento sugli apparecchi da intrattenimento, contro il 25 percento del Regno Unito, il 20 percento della Germania e il 20-30 percento della Spagna: il 18 percento nelle scommesse sportive (terrestri), contro il 15 percento del Regno Unito, il 10 percento della Spagna,  e il 22 percento nel gioco online, contro il 15 percento del Regno Unito, il 20 della Germania e il 25 della Spagna. Uno scenario a cui, per giunta, si era andato a sommare anche il prelievo straordinario dei 500 milioni imposti dalla Legge di Stabilità del 2015, di cui lo Stato deve ancora riuscire a recuperare 160 milioni. A testimonianza della difficoltà di intervento fiscale sulla filiera. Ma non è tutto. Bisognerebbe infatti tenere conto anche dell’altro duplice e imminente cambiamento che il settore si appresta ad affrontare, dettato questa volta dalla Stabilità 2016: ovvero, la riduzione di (almeno) il 30 percento del parco apparecchi – che certo cambierebbe la base imponibile su cui si basano oggi le stime di gettito – e, soprattutto, il ricambio delle slot machine con una nuova generazione di macchine con tecnologia ‘da remoto’ che richiede inevitabilmente nuovi investimenti agli operatori. Per di più dopo un cambio macchine generale che si è appena compiuto, in virtù delle modifiche al payout in vigore dal 2016. Un ulteriore scenario che preoccupa seriamente le imprese di settore, alcune delle quali già oggi ai limiti della sostenibilità economica.
LA PRESSIONE FISCALE SU SLOT E VLT – Anche da un punto di vista di principio, un ulteriore rincaro delle tasse sul comparto degli apparecchi appare una forzatura, essendo stato sostanzialmente l’unico colpito dalla scure del fisco negli ultimi anni: dal 2009 il prelievo fiscale è stato innalzato ben quattro volte per quanto riguarda le Awp e addirittura cinque volte per le Vlt (quest’ultimo, oggetto di un affidamento pagato dai concessionari c. 900 milioni di euro, ha visto l’aliquota aumentare di oltre il 37 percento rispetto ai presupposti dell’affidamento). In un mercato come quello dei giochi, peraltro, che viene considerato dall’Antitrust come un continuum, per cui tali interventi unidirezionali hanno determinato un’alterazione sostanziale ed ormai non più sostenibile delle dinamiche competitive tra operatori ed hanno portato ai livelli massimi il rischio di contenzioso (ed, in prospettiva, anche di danno erariale). Un aspetto che potrebbe generare nuovi contenziosi tra Stato ed operatori.
TASSE E LUDOPATIA – Vale la pena sottolineare, tuttavia, come un intervento fiscale sugli apparecchi potrebbe risultare incoerente anche dal punto di vista del contrasto alle dipendenze legate al gioco. Soprattutto in caso di inasprimento delle condizioni fiscali unicamente relativo agli apparecchi. Un non senso, se si tiene conto anche delle ultime ricerche, come quelle del Cnr e di Nomisma, che rivelano come i profili di problematicità delle slot risultano essere anche inferiori rispetto ad altri prodotti di gioco, sia riguardo al gioco patologico che al gioco giovanile. Senza contare, infine, che il governo si sarebbe impegnato in Conferenza unificata per una riduzione dell’offerta, con particolare (anzi, esclusivo) riguardo alle slot machine,che difficilmente potrebbe essere compatibile con il fatto di mettere a bilancio, per l’anno corrente e per quelli futuri, nuovi proventi da questo settore. Sarebbe quindi interessante capire su quali basi il Mef esegue le proprie stime di gettito, se davvero si sta ragionando in termini di riduzione del numero delle slot e dei punti vendita che le offrono al pubblico.
 
QUALI INTERVENTI POSSIBILI? – Tenendo conto di questi aspetti relativi al segmento degli apparecchi, ma senza dimenticare le esigenze di cassa del Paese, sembrerebbe più ragionevole reperire risorse dai giochi attraverso un incremento della tassazione delle vincite sui giochi (tutti, magari), alzando la cosiddetta ‘tassa sule vincite’ dall’attuale 6 percento (sulle vincite superiori ai 500 euro) ad un tasso superiore, per esempio l’8 percento, che porterebbe un gettito addizionale di circa 200 milioni di euro l’anno (oggi, con l’attuale aliquota del 6 percento, la tassa sulle vincite vale circa 630 milioni di euro l’anno). Una soluzione più equa e, forse, sostenibile per la filiera. Ma anche per i giocatori visto che, a differenza di una riduzione del payout, l’imposta sulle vincite non comporta un incremento della spesa dei giocatori 'problematici' che rappresenta invece un effetto collaterale mentre un moderato aumento del prelievo sulle vincite ha l'effetto di 'prelevare' solo in caso di una disponibilità.
 

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