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Tar Lombardia: 'Limiti al gioco di Pavia idonei a prevenire Gap'

03 aprile 2019 - 13:47

Il Tar Lombardia rigetta ricorso di due esercenti contro l'ordinanza sindacale sul gioco varata a Pavia nel 2014.

Scritto da Fm
Tar Lombardia: 'Limiti al gioco di Pavia idonei a prevenire Gap'

“Il provvedimento impugnato (ordinanza sindacale n. 54750/14) è già stato reputato legittimo da questo Tar con la pronunzia n. 1467/16, le cui statuizioni vanno quivi ribadite. All’uopo, va dunque ancora reiterata la legittimità dell’esercizio dei poteri sindacali di cui all’art. 50, comma 7 del Tuel in materia di contrasto al fenomeno della ludopatia; la norma del Tuel, invero, attribuisce espressamente al Sindaco il potere di coordinare e riorganizzare sulla base degli indirizzi espressi dal consiglio comunale e nell’ambito dei criteri eventualmente indicati dalla Regione, gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonché, d’intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio, al fine di armonizzare l’espletamento dei servizi con le esigenze complessive e generali degli utenti. Questo Tar si è più volte pronunciato nel senso di ritenere la disposizione da ultimo richiamata idonea a costituire il fondamento legislativo del potere sindacale di disciplinare gli orari delle sale giochi e degli esercizi nei quali siano installate apparecchiature per il gioco, anche al precipuo fine di contrastare il fenomeno del gioco di azzardo patologico”.

 

Lo ricorda il Tar Lombardia nella sentenza con cui respinge il ricorso di due esercenti impugnavano l’ordinanza sindacale prot. n. 54759 del 23 ottobre 2014, di regolamentazione degli orari di apertura al pubblico della sale da gioco e degli esercizi nei quali sono installate le apparecchiature da gioco lecite, limitandolo alle fasce orarie dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 18:00 alla 23:00 di tutti i giorni, compresi i festivi.
 
“Ad onta di quanto pervicacemente sostenuto dalle ricorrenti – richiamando altresì appositi studi - la giurisprudenza oramai maggioritaria è nel senso di ritenere che un'illimitata o incontrollata possibilità di accesso al gioco, accresce oggettivamente il rischio di diffusione di fenomeni di dipendenza, risultando pertanto la misura adottata idonea allo scopo perseguito, consistente nella prevenzione, nel contrasto, e nella riduzione del gioco d'azzardo patologico”, sottolineano i giudici amministrativi.
 
 
“In particolare, l’idoneità dell'atto impugnato a realizzare l'obiettivo perseguito deve essere valutata tenendo presente che la sua finalità non è quella di eliminare ogni forma di dipendenza patologica, che a ben vedere, può trovare origine in altri giochi leciti (lotto, superenalotto, giochi on line), ma solo quello di prevenire, contrastare e ridurre il rischio di dipendenza patologica derivante dalla frequentazione di sale da gioco o scommessa, e dall'utilizzo di apparecchiature per il gioco.
In conclusione, malgrado la riduzione degli orari di apertura delle sale pubbliche da gioco sia solo uno degli strumenti attivabili a livello locale per la prevenzione delle ludopatie -affiancandosi ad altre misure, anche di carattere sociale e sanitario, che le autorità pubbliche, di volta in volta competenti, possono attivare per combattere il fenomeno - ciò nondimeno trattasi di misura cui non può essere disconosciuta 'adeguatezza ovvero idoneità allo scopo', incidendo sull’offerta del gioco d'azzardo, limitandone la fruibilità sul piano temporale, mediante uno strumento di carattere di portata generale che, al fine, pone le condizioni per la sua riduzione”.
 

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