Casinò Sanremo, ai Martedì letterari si parla di banche con Ernesto Preatoni
Il 6 dicembre appuntamento al teatro dell'Opera del casinò di Sanremo per la presentazione del libro: “Non regalatemi una banca salvo che…”, di Ernesto Preatoni.
“Ha senso oggi, per un privato, investire in una banca italiana? Il settore - dopo anni di pulizia dei bilanci e ricapitalizzazioni mostruose - rappresenta ancora un'opportunità oppure è un rischio mal calcolato?”.
A rispondere al pubblico del teatro dell'Opera del casinò di Sanremo sarà Ernesto Preatoni, protagonista del nuovo appuntamento della rassegna “Martedì letterari", per questa settimana eccezionalmente in programmazione di mercoledì, il 6 dicembre alle ore 16.30.
Imprenditore che ha dato il via a una carriera caratterizzata da una serie di geniali intuizioni proprio attraverso l'acquisizione e la successiva vendita di alcuni tra i più importanti istituti di credito italiani, Preatoni presenterà il suo libro - “Non regalatemi una banca salvo che…” -, in cui racconta la ratio con la quale decise di puntare sul settore del credito negli anni '90, i successi raccolti attraverso le operazioni condotte, ma anche lo sconcerto provato, scoprendo fino a che punto si fossero deteriorati, nel giro di pochi anni, i bilanci delle banche italiane.
Preatoni racconta i retroscena di un settore - quello bancario - che se l'uomo della strada ha sempre percepito come paludato e guidato da rigidi e illuminati tecnici in grisaglia, si rivela, sin dagli anni '80, nella realtà, come un insieme di imprese con a capo funzionari poco preparati, spesso guidati nelle proprie scelte dall'amicizia con questo o quel rappresentante di qualche centro di potere sul territorio. Imprese che sembrano aver fatto utili nonostante manager insipienti e attenti solo ad accrescere il proprio potere.
Casinò Sanremo, ai Martedì letterari si parla di economia con Ernesto Preatoni
Il 6 dicembre appuntamento al teatro dell'Opera del casinò di Sanremo per la presentazione del libro: “Non regalatemi una banca salvo che…”, di Ernesto Preatoni.
“A senso oggi, per un privato, investire in una banca italiana? Il settore - dopo anni di pulizia dei bilanci e ricapitalizzazioni mostruose - rappresenta ancora un'opportunità oppure è un rischio mal calcolato?”.
A rispondere al pubblico del teatro dell'Opera del casinò di Sanremo sarà Ernesto Preatoni, protagonista del nuovo appuntamento della rassegna “Martedì letterari', per questa settimana eccezionalmente in programmazione di mercoledì, il 6 dicembre alle ore 16.30.
Imprenditore che ha dato il via a una carriera caratterizzata da una serie di geniali intuizioni proprio attraverso l'acquisizione e la successiva vendita di alcuni tra i più importanti istituti di credito italiani, presenterà il suo libro - “Non regalatemi una banca salvo che…” - in cui racconta la ratio con la quale decise di puntare sul settore del credito negli anni '90, i successi raccolti attraverso le operazioni condotte, ma anche lo sconcerto provato, scoprendo fino a che punto si fossero deteriorati, nel giro di pochi anni, i bilanci delle banche italiane.
Preatoni racconta i retroscena di un settore - quello bancario - che se l'uomo della strada ha sempre percepito come paludato e guidato da rigidi e illuminati tecnici in grisaglia, si rivela, sin dagli anni '80, nella realtà, come un insieme di imprese con a capo funzionari poco preparati, spesso guidati nelle proprie scelte dall'amicizia con questo o quel rappresentante di qualche centro di potere sul territorio. Imprese che sembrano aver fatto utili nonostante manager insipienti e attenti solo ad accrescere il proprio potere. Nel corso del libro l'autore ricostruisce la parabola discendente del settore, dando conto a tutti quei piccoli risparmiatori convinti, loro malgrado, a investire in azioni e obbligazioni di banche fallite, del perché il credito sia arrivato a un tale punto di deterioramento e del perché in molti, già parecchi anni fa, probabilmente conoscessero quanto avanzato fosse lo stato di crisi delle banche italiane. Insomma: il settore, così com'è, difficilmente potrà continuare a sostenere l'economia reale. Il mercato e la regolamentazione europea non lo permettono più. Gli istituti di credito non hanno perciò un futuro? Secondo l'autore potrebbero non averlo, a meno che chi li gestisce non adotti un nuovo modello di business per tornare a fare banca. Come? Attraverso un cambio, radicale, di paradigma, che adegui il settore ai nuovi scenari di mercato.