Se siete a dieta e la cosa vi pensa molto, beh, il consiglio è di non leggere questa intervista. Altrimenti, cedo subito la parola a Roberta Corradin, scrittrice e traduttrice di origine piemontese che ha da poco dato alle stampe il suo ultimo gustosissimo libro “Cannoli siciliani – mare, amore e altre cose buone” in uscita, con Giunti Edizioni, il 14 giugno.
Nei suoi libri lei tratta, in più contesti e accezioni, il tema della cucina e della scoperta di cibi, ricette e sapori. Da dove nasce questa sua passione?
“Come direbbe uno psicanalista, è tutta colpa di mia madre: cucinava così bene che fu la maestra a spiegarmi che si mangia per tenersi in vita. Ogni volta che mamma chiamava Bambini, a tavola! era una festa, e io ero convinta che si mangiasse perché era irresistibilmente buono. Quando venni a sapere che era anche utile, pensai che la vita fosse una festa. Quando sono andata a vivere fuori dalla famiglia, molto presto, a diciott'anni, sono partita con un pianoforte, una pentola a pressione, e il Talismano della felicità, un ricettario di cucina che ho letto integralmente.”
Che cosa ne pensa dell'accoppiata cibo-eros, o anche cibo-amore?
“Ho visto usare sin da piccola il cibo e la cucina come strumento di seduzione. Anche se ovviamente non ne ero consapevole, era l'aria che respiravo, e i profumi che provenivano da quell'antro di magie dove mamma produceva incantesimi sotto forma di torte e persino minestroni (rimasti ineguagliati) sono stati il mio imprinting. Sicuramente nella vita ho sedotto, e sono stata sedotta, anche con il cibo.”
Com'è nato il suo ultimo libro, “Cannoli siciliani” e quanto c'è di lei nella storia e nei luoghi che racconta?
“Cannoli siciliani è uno di quei figli non cercati, a un certo punto ti accorgi di essere in stato avanzato di gravidanza e naturalmente vai avanti. È stata una scrittura fluida e generosa come un ruscello di montagna al disgelo, ci ho messo dentro tutto il mio amore per la Sicilia e la gratitudine per le quotidiane overdosi di bellezza che quest'isola continua a regalarmi dopo oltre dodici anni che l'ho scelta per viverci. È una autofiction, una autobiografia romanzata che si ispira ai miei anni siciliani a partire dalla mia decisione di lasciarmi alle spalle la mia vita cosmopolita e nomade tra New York e Parigi, e di mettere radici qui. Con tutte le avventure che ne sono scaturite.”
Da decenni, ormai, la cucina è gran protagonista in tv, nei talent show, sui libri, sui social e non solo in Italia. Come spiega questa passione?
“Con i corsi e ricorsi della storia: siamo emuli dell'antica Roma. Nel I secolo dopo Cristo anche gli antichi romani cominciarono a smaniare per la cucina, lasciando andare a ramengo la gestione della res publica. Panem, et circenses. Oggi sono brioches o lievitazioni lente di grani antichi, e podcast di cucina, ma il concetto è sempre quello.”
Cucinare è un po' come giocare, creando nuove regole, accostamenti, “rischiando”. Condivide questa opinione e pensa che un po' di giocosità sia fondamentale in cucina e non solo?
“A un certo punto in Cannoli siciliani scrivo che nella vita, compiuti i cinquantacinque anni, non c'è più tragedia, solo commedia. La giocosità, il non prendersi troppo o sempre sul serio, sono fondamentali. Mi fanno sempre molta tenerezza le persone che vogliono eseguire esattamente e puntualmente una ricetta senza capire che le ricette sono idee da cui partire, non punti di arrivo. E se qualche commensale dopo la prima forchettata ci dà il voto, come dicono in Sicilia, meschino! Iddu non ave caputo nienti.”
Un'altra sua grande passione, oltre alla cucina, sono i viaggi. Quali sono i suoi luoghi del cuore e ci sono dei posti, magari poco conosciuti dal turista medio, che si sente di consigliare?
“Nel 2008, quando vidi la crisi arrivare, pensai che se non avessi più potuto permettermi di viaggiare, avrei desiderato abitare in luoghi che di per sé sono un viaggio. New York, che contiene tutto il mondo e ti fa trovare le cucine e le culture di tutti i paesi; Parigi, che è sempre immutabilmente e orgogliosamente se stessa; la Sicilia, che è un viaggio nel tempo perché contiene l'antica Grecia nei suoi templi e nei teatri, volti di bellezza fenicia come quello della mia amica vignaiola Arianna Occhipinti, l'insouciance degli antichi romani nella villa del Casale di Piazza Armerina, la lentezza dell'approccio arabo al tempo nell'eterna freschezza delle cube arabe, un Medio Evo di castelli pensati da nord europei increduli del clima, e il trionfo di architetture barocche che in Val di Noto fu il modo di opporre nuova vita alla morte di intere città dopo il terremoto del 1693. Ho scelto la Sicilia e ogni giorno sono grata alla vita. Mi sveglio la mattina e ringrazio il limone, il mandarino e l'arancio per la mia spremuta. Ringrazio ogni singola oliva che diventa una goccia del mio preziosissimo e amatissimo olio; ringrazio la qualità delle persone, dalle più umili agli straordinari intellettuali che ho conosciuto qui. Per condividere tanta bellezza, ho deciso di proporre a chi lo vorrà di visitare e/o soggiornare insieme a me nei luoghi di Cannoli siciliani. Basta contattarmi su instagram, e la mia Sicilia sarà vostra.”