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Andrea Balestri: 'Sempre orgoglioso del mio Pinocchio'

25 marzo 2023 - 10:56

L'attore, che nel 1971 interpretò Pinocchio nello sceneggiato girato da Luigi Comencini a Farnese, racconta i suoi sforzi per recuperare la memoria del film e dell’antico borgo della Tuscia.

Scritto da Daniele Duso
Foto Ciak Magazine

Foto Ciak Magazine

Oggi fa un altro lavoro, Andrea Balestri, ma non ha abbandonato del tutto la passione per la recitazione. E soprattutto non ha dimenticato Pinocchio.
Sono passati oltre cinquant'anni da quando Andrea Balestri, all’epoca un bambino di appena otto, recitò nel film di Luigi Comencini “Le avventure di Pinocchio”. Un’opera memorabile, che ha messo Andrea al fianco di mostri sacri del cinema italiano come Nino Manfredi (Geppetto), Gina Lollobrigida (la Fata turchina), Franco Franchi e Ciccio Ingrassia (rispettivamente il Gatto e la Volpe), Vittorio De Sica (il giudice), ma soprattutto ha portato il suo viso, per generazioni, a essere associato al burattino più famoso del mondo.
Oggi, arrivato a 59 anni, questo le dà fastidio, o le ha mai dato fastidio in passato?
“Non mi dà fastidio, tutt’altro. Io sono orgoglioso, fiero e contento di portare avanti la mia esperienza di allora, e soprattutto di poter onorare la memoria di tanti grandissimi attori. Perché sono stati loro a fare il film, non certo io, che avevo solo otto anni e non avevo alcuna esperienza di recitazione”.
Ora però sì. Lei ha da tempo una sua compagnia, come è nato questo progetto?
“Ho fatto anche altre esperienze, sempre da ragazzino, ma poi ho intrapreso un’altra strada. Alla fine però la voglia di stare sul palco è riemersa, perché la recitazione ce l’ho nel sangue. Nel 2011 una mia amica di Genova portava in scena Frankestein Junior, e mi chiese di fare un cameo. Io prima di allora non ero mai salito su un palco, ma mi piacque molto. Così poi diedi vita alla mia compagnia, con un gruppo di attori non professionisti, e con la quale in questi anni ho portato sul palco tre commedie. Mi piace far divertire la gente, distrarre gli spettatori dalla vita monotona. Ma si tratta di passione e basta”.
Ma accanto a tutto il resto c’è sempre Pinocchio... 
“Sì, ho creato l’associazione no profit Amici del borgo di Pinocchio, della quale sono il vicepresidente, per la promozione del borgo di Farnese (Viterbo), nel quale Comencini girò il suo capolavoro. Tutti i giorni c’è gente che viene anche da fuori per vedere il borgo di Geppetto”. 
Le è rimasto qualche sogno nel cassetto?
“Oh, sì, molti. Uno dei principali è quello di aprire un locale. Me lo immagino spesso, un po’ rustico, con il forno a bocca di balena, negli angoli, qua e là, i manichini dei personaggi della favola di Collodi, e alle pareti le foto di scena del film di Comencini. Sarebbe bello, purtroppo mi blocca la mancanza di fondi”.
Esperienza di cucina ne ha?
“A me piace molto cucinare. Con un collaboratore abbiamo inventato ‘In cucina con Pinocchio’, un nuovo tipo di format che abbiamo proposto sulla tv locale (e per i più curiosi è reperibile su Youtube, Ndr), e che ci porta alla ricerca di ricette particolari, poi rivoluzionate dalla mia fantasia. Così è nato l’arrosto di mangiafuoco, le linguine del pescatore verde, e mentre si va a cercare gli ingredienti ci capita sempre qualcosa di comico e divertente”.
Cos’altro le ha lasciato l’esperienza sul set di Comencini?
“All’epoca, come bambino, non mi rendevo molto conto di cosa stava accadendo. Io davo del tu a tutti, e col tempo mi sono reso conto di quanto sono stati bravi, tutti loro, a capire che Andrea era un bambino di Pisa, di sette anni e mezzo, buttato in un mondo che non gli apparteneva. Mi è rimasto moltissimo, ma in particolare un gioco di abilità con le carte che mi ha insegnato Franco Franchi quando si girava di notte, e c’era la necessità che io rimanessi sveglio. Mi invitò a riproporlo agli uomini della troupe, e ricordo che all’epoca, sul set, ci guadagnai almeno 2mila lire. Ancora adesso lo ricordo bene, e ne custodisco il trucco gelosamente. L’ho insegnato giusto ai miei figli”.

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