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Antonella Ferrari: una vita sempre e comunque a colori

16 dicembre 2023 - 10:21

L’attrice e scrittrice Antonella Ferrari, affetta da sclerosi multipla e madrina dell'Aism, racconta la storia di desiderio di maternità che non ha potuto avverarsi

Scritto da Daniele Duso
Antonella Ferrari - Attrice.png

Storia di una ferita ancora aperta. La sintesi di “Comunque mamma”, il nuovo libro di Antonella Ferrari, è tutta nel suo sottotitolo, che parla di un dolore mai superato, ma sublimato in qualcosa di diverso. “Un libro nato durante la pandemia”, racconta l’attrice e scrittrice (questo è il suo secondo libro), “per raccontare la storia di una gravidanza mancata, a causa della mia malattia, ma non solo.”

Se oggi, infatti, anche una persona con la sclerosi multipla può tranquillamente avere un figlio, scientificamente non c’è nessun impedimento, ma così non era fino a qualche anno fa.

“Tutto inizia quando dopo tanti anni assieme con il mio compagno (Roberto D’Agosta, Ndr) avevamo deciso di avere un figlio”, racconta Antonella Ferrari, attrice e scrittrice, oggi 53enne. “Nonostante a me avessero diagnosticato la sclerosi multipla mi sentivo pronta, sapevo che sarai stata capace di essere una brava mamma, desideravo tanto esserlo. Ma il bimbo non arrivava, così abbiamo iniziato a informarci per l’inseminazione artificiale, scontrandoci con moltissimi ostacoli, con i pareri contrari dei medici di allora…” ma lei quasi minimizza: “Mi sono semplicemente trovata nel momento sbagliato, nel posto sbagliato”.

E avete tentato anche la strada dell’adozione?

“Già, dopo i no categorici a una mia gravidanza, con i medici che mi invitavano a ‘pensare alla mia malattia’, abbiamo pensato che forse poteva essere la soluzione, ma anche il percorso dell’adozione si è rivelato non percorribile, soprattutto per ragioni burocratiche. Mille problemi, principalmente legati al fatto che io sono malata.”

A quel punto cosa avete fatto?

“Di fronte a questa ennesima ingiustizia ho deciso di accantonare la mia voglia di maternità, che è rimasta lì, come una ferita sempre aperta. Perché ci sono tantissime donne che io conosco, con la sclerosi multipla, che hanno avuto figli naturali, e i figli stanno benissimo, anche se hanno una mamma malata. La legge, in sé, non vieta nulla, ma delinea delle linee guida troppo rigide, che forse sarebbe ora aggiornare.”

Col suo libro vuole sottolineare anche questo messaggio?

“Sì, ho accantonato quella che è la mia battaglia, ma continuo a battagliare per le altre. Questo è un libro dedicato, appunto, alla battaglia di chi vuol essere genitore ma non può esserlo per mere ragioni burocratiche.”

Lei comunque non si perde d’animo, anzi, la vediamo sempre come un personaggio positivo.

“Sì, perché io voglio una vita a colori, e lo dimostrano le mie stampelle colorate. Sono madrina dell’Aism (l’Associazione italiana sclerosi multipla, Ndr) da 20 anni e ora ho un nuovo obiettivo, far diventare questo libro un film.”

Il primo libro, “Più forte del destino” (nel quale parla della sclerosi multipla), lo aveva invece portato solo a teatro?

“Sì, ma questa è una storia diversa, e la ‘sento’ più cinematografica.”

Nel frattempo la sua carriera come attrice continua?

“In questo momento sono ferma. Dopo aver lavorato per Centrovetrine, Carabinieri e con Pupi Avati in ‘Un matrimonio’, ho scoperto che lavorare, per un’attrice con disabilità, non è facile. In Italia c’è ancora molta chiusura, o meglio: un’apertura solo a parole. L’attrice con disabilità viene spesso discriminata. Poi mettiamoci pure che sono donna…”

Lei però non perde la sua positività, lo dice il suo sorriso. Ma una persona positiva come lei che rapporto ha con il gioco?

“Ad essere sinceri non sono una grande giocatrice, lo è di più mio marito, grande appassionato di giochi sul telefono, giocare con i videogame lo rilassa molto. Io invece mi stanco appena perdo, anche se mi diverte molto Candy Crash. Per il resto qualche puntata al casinò, al Saint Vincent e al Fox Town in Svizzera, ma solo per curiosità. Infatti non abbiamo vinto nulla.”

Un sogno nel cassetto?

Vorrei riuscire a commercializzare le mie stampelle colorate. A me le fanno ‘su misura’, in tanti me le chiedono, ma per il momento non saprei come fare.”

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