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Cinzia Tani: 'Il percorso a ostacoli dell'indipendenza delle donne'

16 marzo 2024 - 09:31

La scrittrice Cinzia Tani analizza l'evoluzione delle donne negli ultimi quarant'anni, un'accelerazione verso una parità che resta ancora da raggiungere e che presenta delle criticità.

Scritto da Anna Maria Rengo
foto tratta dalla pagina Facebook di Cinzia Tani

foto tratta dalla pagina Facebook di Cinzia Tani

Scrittrice, giornalista e conduttrice radiotelevisiva. Un lungo percorso professionale che porta Cinzia Tani a una posizione “privilegiata”, nell'osservare la società attuale e i suoi vecchi e nuovi problemi. La incontriamo a Terni, in occasione di Umbria Libri Love, per una chiacchierata che parte da un tema purtroppo sempre di attualità. 

Nella sua attività lei si è occupata spesso di violenza sulle donne, un fenomeno che  fa pendant con un'ancora non piena parità anche in ambito lavorativo.  In che modo ci si può arrivare e, in particolare, che cosa devono fare le donne stesse?

“Le donne hanno fatto enormi passi avanti per quanto riguarda la disparità di genere, che c'è sempre stata. Questi passi avanti sono stati fatti in tutti i campi ma purtroppo nel lavoro ancora non ci sono abbastanza manager, dirigenti, direttori donne, nonostante nelle università, io insegno alla Luiss, le eccellenze siano donne. E alla Luiss si studia economia, management, e anche nelle facoltà di ingegneria, chimica, fisica, ci sono tantissime donne veramente brave. Che cosa devono fare? Semplicemente continuare a fare quello che fanno. Ma purtroppo  vengono ostacolate. Abbiamo una sperequazione di stipendi, ma c'è anche il mobbing, di cui sono vittime soprattutto le donne. Donne che se annunciano di essere incinte non ottengono il contratto oppure vengono trattate male, spostate, demansionate.  Per non parlare poi dei ricatti sul lavoro. Moltissime donne, me compresa, hanno subito ricatti, per cui 'se tu vieni con me ti faccio fare questo lavoro, ti faccio progredire, promuovere'. Questa non è violenza sessuale, ma verbale.”

Come se ne esce?

“Come si esce dal femminicidio? Cambiando totalmente il patriarcato e il sessismo che c'è, ovunque. Paola Cortellesi alla Luiss ha fatto una lezione sul sessismo nelle favole e  tutti le sono andati contro  ma è vero, tutte le favole sono sessiste. Non solo loro, anche i libri. Pensiamo all'Iliade: è sessista. Tutto succede  per Elena, una bella donna un po' stupida che provoca una catastrofe.
Dunque, per rispondere alla sua domanda, cominciamo dalle famiglie, dalla scuola, dove ci vogliono gli psicologi, l'educazione sentimentale ma non solo: bisogna cambiare il rapporto tra uomini e donne. Le donne si sono evolute velocemente. Fino alla legge sul divorzio erano succubi. È da quando hanno ottenuto l'indipenenza che è cominciato il femminicidio. Le donne si staccano, cominciano a uscire, a essere indipendenti, a incontrare altri uomini... è in questi ultimi trenta, quaranta anni nei quali la donna è diventata indipendente che sono cominciati gli omicidi e i maltrattamenti che portano al delitto.”

Ma non c'erano anche prima, con l'unica differenza che ora se ne parla di più?

“No! Prima l'uomo maltrattava la moglie, la tradiva, ma non la uccideva. Lei non lavorava, non si separava, stava lì e subiva, per quale motivo avrebbe dovuto ucciderla? Non esisteva l'uomo che uccideva la moglie, semmai era il contrario, la donna che uccideva il marito quando non ce la faceva più. È ora che l'uomo lasciato uccide, la donna lasciata non lo fa: se ne fa una ragione.”

Cambiando decisamente argomento, la sua produzione letteraria è particolarmente estesa: dove trova l'ispirazione e come si organizza, anche materialmente, per scrivere?

“Io sono del segno della Vergine, sono una donna molto organizzata, non rinuncio al sonno, a mia figlia, a mangiare.  Magari rinuncio a delle cose, esco poco la sera e nel weekend, dunque ho molto tempo per studiare, ricercare, scrivere e leggere. I miei libri traggono ispirazione di solito da luoghi lontani, l'ultimo è stato l'Alaska, cerco un fatto storico importante, come lo sversamento di petrolio da parte della Exxon Valdez che ha distrutto le sue coste. Cerco un fatto, un luogo, vado a fare i sopralluoghi e poi ci metto sopra i personaggi del mio romanzo.”

Secondo lei le giovani generazioni hanno ancora sufficiente quantità di attenzione da dedicare ai libri e ritiene che il raccoglimento che serve per leggere sia una disposizione e attitudine mentale che non deve essere persa?

“L'ultimissimo libro che ho pubblicato, 'Il mondo in pugno: Storie di ragazzi prodigiosi', racconta l'adolescenza di personaggi mondiali, da Charlie Chaplin a Marie Curie, che hanno fatto cose incredibili durante l'adolescenza. Che cosa hanno di più di questi ragazzi di oggi, così distratti dai social?! Oggi i giovani non hanno più tempo di leggere. Io avevo fatto un elenco a degli insegnanti di libri cortissimi che magari possano invogliare alla lettura, come possono riuscirci i podcast o i film e le serie che vengono dai libri, ma credo che sia una battaglia persa.”

Lei che rapporto ha con il mondo del gioco?

“Io adoro il gioco, passo delle ore al burraco online. Mi piacciono molto tutti i giochi senza soldi, adoro i parchi divertimento. Per me il gioco è fondamentale ma, a parte quelli di carte dove si puntano pochi centesimi, non mi piace quando si rischia di perdere i risparmi di una vita.”

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