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Guitry: 'Per capire il carattere di una persona, guardala mentre gioca'

14 marzo 2023 - 09:39

Esce in Italia l'unico libro di Sacha Guitry: Edgardo Franzosini racconta, con numerose citazioni, la passione del commediografo francese per il gioco.

Scritto da Anna Maria Rengo
Gioco da tavolo, foto di Nik Korba (Unplash)

Gioco da tavolo, foto di Nik Korba (Unplash)

“Quello che trovo straordinario è il suo rapporto gioioso e giocoso con il gioco. In letteratura, penso a Tommaso Landolfi o a Fëdor Dostoevskij, anch'essi giocatori accaniti, il gioco viene raccontato in maniera tormentosa e cupa. Invece con questo libro, che è uno scandalo non sia stato pubblicato prima in Italia, si passa una serata deliziosa!”. 
Così lo scrittore, biografico e traduttore Edgardo Franzosini, che ne ha scritto una divertita postfazione, presenta ai lettori italiani “Memorie di un baro” (Adelphi), l'unico libro scritto dal commediografo e regista  francese (anche se nato a San Pietroburgo nel 1885) Sacha Guitry. Un autore conosciutissimo in Francia e nei i paesi francofoni, assai meno nel Bel Paese, “forse perchè – prova a capire Franzosini – le sue commedie, oltre 140, erano tipicamente parigine, e nel periodo del fascismo c'erano altri autori italiani che facevano quel genere di opere, basate su intrighi amorosi. Ma lui era incredibilmente più bravo”.
Bravo, ricco, famoso e dalle tante passioni, come ricorda in un suo libro di memorie: le donne innanzitutto, ma anche il gioco, a cui aveva dedicato un capitolo apposito, un compendio di saggezza godereccia: “"Per rendersi conto del fisico di una persona bisogna osservarla mentre dorme - scrive Guitry - ma per rendersi conto del suo carattere bisogna osservarla mentre gioca.... perde istantaneamente tutto quello che c'è di artificioso, di finto in lei". E ancora, in un altro passaggio ripreso anche nelle Memorie di un baro: "Un vero giocatore non perde mai: o vince o non vince. La somma che lascia sul tavolo non è perduta. Il denaro non si perde. Si allontana momentaneamente". mentre "quando vince 1.000 franchi, ha vinto i primi 1.000 franchi di una fortuna incalcolabile".
Ipse dixit: il baro che il protagonista del libriccino di appena 110 pagine appena pubblicato in Italia, ma anche lo stesso Guitry, in una semplice e giocosa identificazione tra le due figure.
Lui, Franzosini, osserva da fuori, ma con conoscenza della materia: “Io non sono un giocatore, ma quando mio figlio era ragazzo avevamo tanti giochi da tavolo, anzi li collezionavamo e a lui questa passione è rimasta. E anche mio padre era un grande giocatore di carte. Gli piacevano i giochi da osteria, da bar, come il tressette. Da parte mia, sono appassionatissimo della psicologia del giocatore e cerco di comprenderla. C'è chi dice che il grande giocatore è quello che al tavolo da gioco è impassibile e che non fa una piega, sia che vinca o che perda, come se il denaro non fosse il suo. C'è anche chi dice che il giocatore non gioca per denaro, ma per riuscire a vincere, mentre altri ipotizzano che in realtà il giocatore miri a perdere”.
Intanto, Franzosini “studia” anche Guitry: “Era un forte giocatore. Era un uomo di successo, spendeva somme incredibili e anche questo lo aiutava a essere molto distaccato. Poi aveva un modo di affrontare la vita in modo leggero, da incosciente, come ho cercato di raccontare nella mia postfazione. Era un megalomane, molto narciso e pieno di sé, ma mai supponente o presuntuoso. Sono davvero contento di fare conoscere questo libro, divertente come lui, che non amava gli autori noiosi e che riteneva assurdo che si dovesse pensare solo alle cose serie. Sapeva far ridere, che è molto più difficile che far piangere, e lo faceva con le sue frasi rapide e fulminanti, oltre a essere un pozzo di battute. Insomma, una voluttà totale, la più completa che esista, vero miele soprattutto per i lettori di Gioco News!”.
Ma mettiamo da parte il buon Guitry e parliamo di lei. Nella sua carriera professionale le è capitato di scrivere biografie di personaggi poco noti, come Raymond Isidore, detto Picassiette, costruttore di una cattedrale fatta di detriti. Ancora, ha scritto la biografia di Bela Lugosi, l'attore ungherese che per primo interpretò al cinema il conte Dracula. Da dove nasce questo suo interesse per le biografie e quali la attraggono?
Mi piacciono i personaggi un po' dimenticati dalla storia e che hanno vissuto vicende molto particolari ed estreme. Penso a Rembrant Bugatti, scultore italiano ma incredibilmente non conosciuto in Italia: uno dei suoi più grandi collezionisti delle sue opere è stato Alain Delon, che un paio d'anni fa, forse a corto di denaro, ha venduto qualche suo pezzo. Mi piacciono i personaggi che hanno un'ossessione, magari coltivata in un angolino della vita e senza che ci sia niente di esteriore. In questo angolino mi piace di andare a indagare”.
Un'ultima curiosità: come mai aveva pubblicato la prima versione della biografia di Bela Lugosi con lo pseudonimo di Edgar Lander?
“Ero un ragazzo e il piccolissimo editore con cui pubblicai questo libro mi disse: 'Con il tuo nome, Edgardo Franzosini, non vendiamo niente. Inventiamoci un personaggio'. Così facemmo e ci inventammo pure una biografia, dicendo che avevo 'vissuto molto a Berlino e Vienna', città nelle quali, all'epoca, non avevo mai messo piede. Solo in seguito ho usato il mio nome”. 

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