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Il jazz ribelle di Tiziana Rivale

13 novembre 2021 - 08:50

Dagli esordi con Chiari e Bramieri all'ultimo album su Youtube, l'artista racconta anche il suo speciale rapporto con il Casinò Campione d'Italia.

Scritto da Daniele Duso
Il jazz ribelle di Tiziana Rivale

Colonne sonore, doppiaggio e tanta musica che pochi in Italia sanno capire. Già, ne ha fatta di strada Tiziana Rivale, dagli esordi accanto a Gino Bramieri e a Walter Chiari a quel Festival di Sanremo vinto da debuttante nel 1983 con "Sarà quel che sarà". Una canzone che non era, e ancora oggi non è, nelle sue corde, ma che seppe interpretare magistralmente convincendo giuria e pubblico.

Tiziana, cosa le è rimasto di quell'esperienza?
"Ricordo che accettai di partecipare a Sanremo e, da ingenua quale ero, chiesi solo se almeno potevo essere sicura che la gara fosse pulita".
E cosa le dissero?
"Mi dissero che non me lo potevano garantire. Ma partecipai comunque".

Una risposta incredibile. In ogni caso lei passò oltre, possiamo dire che dopo quel Sanremo la sua vita cambiò?
"Io sono sempre stata un po' ribelle e molto testarda, ma anche consapevole delle mie qualità. Dopo quell'esperienza di Sanremo con la Wea, la casa discografica con la quale l'anno dopo pubblicai l'album 'Tiziana Rivale', me ne sono andata quattro anni in America, a Los Angeles. Ho avuto modo di raffinare la mia conoscenza dell'inglese, ma anche di realizzarmi come artista, ho composto colonne sonore e sono stata impegnata nel doppiaggio, oltre ad aver potuto cantare la musica che piace a me".

Una musica molto diversa da Sarà quel che sarà?
"Molto diversa. Io amavo e amo il jazz, la disco music, generi più impegnativi di quelli che erano, e sono ancora oggi, apprezzati in Italia".

All'estero invece è diverso?
"Fuori dall'Italia è diverso, in primis c'è rispetto per l'artista e nessuno mi ha mai fatto imposizioni sciocche. Le racconto una cosa che mi capita spesso, in Italia: mi chiamano da radio e tv, e mi chiedono di cantare sempre la stessa canzone (quella di Sanremo, Ndr). Che io abbia fatto qualcosa di diverso, di molto diverso, sembra non interessare a nessuno. Ed è un peccato, perché a livello artistico eravamo il Paese di riferimento, ma la qualità si è costantemente abbassata".

Come siamo arrivati a questo punto, secondo lei?
"Credo che abbia molte colpe la televisione commerciale, che ha livellato tutto verso il basso. La televisione ormai è solo intrattenimento, c'è un decadimento culturale che mi lascia sempre basita. Ricordo la tv che vedevo quand'ero piccolina, con programmi educativi, impegnati. Ora, invece, sono solo parolacce".
Rimpiange un po' i personaggi che popolavano la tv al momento del suo esordio?
"Non sono rimpianti, ritengo di essere stata molto fortunata. l'inizio della mia gavetta l'ho fatta lavorando con Gino Bramieri, un personaggio fantastico, gioviale, generoso. Quelli erano tempi d'oro. Io avevo 18 anni e, con la mia band, avevamo il compito di anticipare l'arrivo sul palco di Bramieri".

Fu con Bramieri che fece tappa anche nel Casinò Campione d'Italia, che qualche tempo fa lei ha cercato di difendere, con un videomessaggio.
"Sì, ero agli esordi, ma poi sono tornata spesso a Campione, anche con il GiroMike, la trasmissione di Mike Bongiorno e in seguito. La dedica l'ho fatta pensando che un posto così elegante dovrebbe tornare agli sfarzi di un tempo. Sono convinta che possa aiutare la città, anche portando turismo, come avviene in America".

Par di capire che le piaccia l'atmosfera del casinò.
"Sì, all'estero sono stata in vari casinò, in Canada e negli Usa, sempre per esibirmi come cantante; anche perché come gioco mi sento proprio negata. Però quando ci vado mi piace girare tra le gente, sentire quei suoni caratteristici delle macchine da gioco, mi piace vedere gli altri che sono lì a giocare, rilassati, con il bicchiere in mano".

Le piace stare tra la gente, ma ha una buona dimestichezza anche con il web, con la 'rete'.
"Sì, è uno strumento molto utile e potente. Di recente ho rinnovato il mio sito web ufficiale, e sono presente su Facebook, che trovo sia una piattaforma molto semplice su cui lavorare, ma anche su Youtube, dove ho il mio canale ufficiale sul quale pubblico tutte le mie produzioni. Il mio ultimo Cd, 'Rivale in Classic', uscito ad agosto, è solo su piattaforme digitali, ma non è stata una mia decisione e in futuro tornerò nuovamente al cd fisico o al vinile".

Interessante, questa attività in digitale: pensa possa darle la possibilità di farsi conoscere nuovamente anche in Italia?
"Non so. Io sono una persona molto selettiva, studio, mi preparo, come ho sempre fatto, e poi propongo le mie produzioni senza seguire mode usa e getta, come può essere un talent o un reality show, che continuano ad andare molto. La rete è bella, senza intermediari, ma nasconde molte insidie".

Ha avuto qualche esperienza negativa?
"Purtroppo sì, da qualche tempo ho un grosso problema con Wikipedia: vi è pubblicata una mia scheda biografica piena di strafalcioni, l'ho fatto presente, ma mi hanno risposto che non sono autorizzata a porre modifiche, anche se si tratta della mia vita! Una vicenda incredibile, surreale, non so come, ma penso che ci vorrebbe una regolamentazione".

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